lunedì 31 ottobre 2016

Archeologia nuragica ed accuse di nazionalismo.


L’accusa di mitopoiesi circa la storia della Sardegna in periodo nuragico (e non solo) sa davvero dell’ incredibile! Si vuole sempre insinuare che quanto si trova e si propone di ‘straordinariamente interessante’, di bello’ e di ‘esaltante’ circa la civiltà nuragica obbedisca sempre a fini, più o meno dichiaratamente politici, di stampo nazionalistico. Addirittura razzistici!

Si annullano i puri dati scientifici (scientifici semplicemente perché ‘oggettivi’) per il ‘timore’ di dar luogo a esaltazioni di ‘razza’ e di aumentare a dismisura lo spirito autonomistico (sic in verbis una nota funzionaria dell'Istituto Italiano di Storia e Protostoria!) delle popolazioni dell’Isola.

La storia dei Giganti di Monte Prama è una storia paradigmatica circa questo ‘timore, che porta, talora inconsapevolmente, non pochi studiosi ad attutire, in qualche modo, l’impatto del dato archeologico con la coscienza storica dei Sardi. Ergo non bisogna dire ‘Giganti’ ma statue e, soprattutto si deve incrinare il dato della sardità delle statue a tutto tondo.

Esse, si afferma, sono formalmente sarde ma di concezione ‘levantina’ (una stupidaggine bella e buona!). Per la scrittura ‘nuragica’ è capitata e capita ancora la stessa precisa cosa. Bisogna negarla con forza e se proprio non si può, pena il ridicolo, bisogna dire che i segni non sono 'proprio' sardi (sardôa grammata) ma solo… ‘grammata' nell’Isola di Sardegna.


Gigi sanna.

Presentazione Dove soffia il maestro a Cagliari


Sabato 12 Novembre, dalle ore 18:00 alle ore 20:00.
Mediateca del Mediterraneo (MEM)
Via Mameli 164, 09123 Cagliari


Intervengono:
Emanuela Zoncu, giornalista
Riccardo Laria, medico e scrittore
Maria Antonietta Dessi, autrice del libro

Immagini e video, editor Giovanni Chiesura

Navigare i Confini per apprendere i linguaggi


30 Ottobre (ore 16:00) – 1 Novembre (ore 20:00)


Titolo dell'evento (per esteso): "Navigare i Confini per apprendere i linguaggi. Un progetto dedicato ai migranti della conoscenza".

30 ottobre - 1 novembre: 16,00 - 20,00

Ear2 Memory: azioni di promozione della lingua italiana con l’utilizzo di innovative app per cellulari e tablet a cura di Bernd Sebastian Kamps.


(E2M) è un'applicazione gratuita concepita e realizzata dai fratelli Bernd Sebastian e Stephan Kamps, per smartphone per imparare tutte le lingue del mondo. E2M vi permetterà, entro quattro mesi, a distinguere e capire, parola per parola, un audio in lingua straniera da 45 a 60 minuti (in questo modo "conquistando un'isola di comprensione totale").

Altre attività laboratoriali di scrittura creativa, teatro e nuove tecnologie sono incluse nel progetto: creazione di un pacchetto multimediale da utilizzare con la app Ear2 Memory con testi originali creati dai migranti in Sardegna.

Jam session sulla musica e la danza africana con Peter Osita, Destiny Santa Cruz, Amadou Saho e Saikou Jalbiw

Rassegna stampa. 31 Ottobre 2016. - Reddito d’inclusione, è polemica - Il Pd difende la giunta dagli attacchi del M5S - «Il Qatar ha fatto tutto quello che era di sua competenza, ma ora la burocrazia italiana frena»

LA NUOVA

Reddito d’inclusione, è polemica. Tedde, Fi: «La giunta si è dimenticata dei 400mila poveri isolani». Reddito d’inclusione, è polemica

SASSARI Marco Tedde striglia la giunta sul reddito di cittadinanza. «Poco più di 33 milioni di euro restano fermi nelle casse della Regione anziché essere pagati sotto forma di reddito d'inclusione ai 400mila sardi che si trovano in condizioni di povertà». Il Consiglio, ricorda il vicecapogruppo di Forza Italia, ha approvato ad agosto una legge con la quale viene introdotta in Sardegna una misura di sostegno a tutte quelle famiglie, anche di fatto o formate da una sola persona, che versano in condizioni di povertà.

La legge prevede che entro 60 giorni dalla sua pubblicazione la giunta regionale adotti una deliberazione con la quale vengono definite le regole di attuazione.

«Ad oggi, dopo oltre 60 giorni dalla pubblicazione – attacca Tedde – la giunta Pigliaru non ha ancora adottato quella delibera. E pensare che la maggioranza aveva raccomandato al Consiglio regionale di fare in fretta perché il quadro sardo è grave e allarmante. Dov'è finita la preoccupazione per le 147mila famiglie sulla soglia della povertà? È questa la considerazione per i 400mila sardi ai quali è necessario garantire risorse e prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana?».

Il capogruppo in Consiglio Giuseppe Masala: «Sono accuse confuse e infondate Sulle politiche ambientali siamo avanti rispetto al programma, i risultati ci sono»

Il Pd difende la giunta dagli attacchi del M5S
di Vincenzo Garofalo

SASSARI «Confuse, imprecise e infondate». Il Pd respinge le critiche del Movimento 5 stelle sull’attività della giunta comunale, critiche affidate alle relazioni annuali dei due vicepresidenti delle commissioni consiliari Bilancio e Ambiente, Maurilio Murru e Desirè Manca, sull’attuazione delle linee programmatiche del sindaco.

Relazioni che hanno contestato ritardi e falle nell’azione di governo
a Palazzo Ducale. La reazione del Partito democratico a quelle relazioni arriva per mano del capogruppo in Consiglio comunale, Giuseppe Masala, che si scaglia in particolare contro le affermazione
della consigliera Manca: «Durante i lavori della commissione ambiente la vice presidente Manca ha presentato si una relazione critica e aspra nei confronti delle attività svolte dagli assessori e dalla giunta nel suo insieme, evidenziandone, a suo dire ritardi e manchevolezze; tale relazione è stata respinta dall'intero Pd e da tutta la maggioranza», precisa Masala. «La bocciatura della relazione della pentastellata è avvenuta in maniera decisa e inequivocabile, non solo perché non conteneva alcun elemento ponderato e chiaro di contestazione, ma soprattutto perché è apparsa confusa nella conclusione e poco chiara nelle tesi contrarie espresse nel merito delle tematiche trattate», continua il capogruppo Pd, prima di difendere l’operato della giunta, almeno per quanto riguarda le politiche ambientali.

«Ribadiamo quanto di positivo è stato fatto dal Settore Ambiente nel corso dell'ultimo anno di lavoro, ritenendolo non solo coerente con il programma di mandato, ma ben più avanti rispetto a quanto potessero far immaginare le più rosee aspettative di qualche mese fa. Fra i più apprezzati certamente sono stati proprio i risultati sulle percentuali di raccolta differenziata registrati per tutto l'anno, la rinnovata e più pressante campagna di sensibilizzazione ambientale e la prossima conclusione dei lavori del centro di riuso».

Masala è implacabile con la vicepresidente della commissione Ambiente, ma è più compiacente con il capogruppo del M5S e vicepresidente della commissione Bilancio, Maurilio Murru: «Ritengo
invece apprezzabile nel rispetto del ruolo che un’opposizione seria e
costruttiva deve svolgere, quanto riportato nelle conclusioni del consigliere Murru. Per questo ha ricevuto il sostegno del voto della maggioranza, che ci stimola “a fare di più” (e non solo nell'ordinaria amministrazione) pur riconoscendo apprezzabile l’operato dell’ultimo anno di sindaco e giunta per i settori presi in analisi nella commissione da lui presieduta nell'occasione».


MATER OLBIA - A RISCHIO L'APERTURA A DICEMBRE

Lucio Rispo all’attacco: «Il Qatar ha fatto tutto quello che era di sua competenza, ma ora la burocrazia italiana frena»

Il manager della qfe Governo italiano e Regione devono rispettare i patti stabiliti Per poter continuare con il cronoprogramma serve l’accreditamento di Enrico Gaviano

OLBIA L’apertura del Mater Olbia sembra essere una specie di traguardo impossibile da raggiungere. Il 27 aprile la visita del Ceo di Qatar Foundation Endowment, Rashid Al Naimi, e del presidente della Regione Francesco Pigliaru, e il 2 giugno quella di Graziano Delrio, ministro dei trasporti e delle infrastrutture, avevano rivelato un cantiere in stato avanzato e un cronoprogramma preciso: primi reparti aperti alla fine dell’anno, quindi, snocciolati nell’arco del 2017 l’avvio di tutte le altre specialità. Ma sembra invece che si debba registrare un nuovo intoppo.

È quanto rivelano le parole di Lucio Rispo, braccio destro operativo in Italia della Qatar Foundation endowement. La burocrazia frena. «Aspettiamo ancora delle risposte», dice al telefono Lucio Rispo quando gli si chiede a che punto è la situazione. Il manager di Qfe non è molto allegro. «Sin dall’antichità si diceva che pacta sunt servanda, i patti vanno rispettati – dice ancora Rispo – ma qui evidentemente c’è più di un problema. La burocrazia frena e stiamo ancora aspettando che gli altri facciano la loro parte» La Qatar foundation sostiene infatti di essere a posto sul suo versante.

«Abbiamo rispettato il cronoprogramma e la parte della struttura che deve essere pronta a partire a dicembre – dice Rispo – è nelle condizioni di poterlo fare. Ma, evidentemente, altri non hanno fatto lo stesso. E mi fa specie. Ricordo che in questo accordo ci sono in mezzo non solo il Qatar con la società e l’impegno dei vertici nazionali, ma anche il governo italiano e la Regione Sardegna».

Accreditamento. Il problema sembra risiedere nei permessi che devono essere rilasciati. Il cosiddetto accreditamento, cioè il numero di posti letto per ciascun reparto, che viene concesso dalla Regione dopo aver verificato che gli ambienti siano idonei a ospitare una struttura ospedaliera.

«Noi abbiamo fatto tutto quello che ci spettava – insiste Rispo –, ma dall’altra parte invece c’è silenzio. Aspettiamo, ma andando avanti di questo passo si rischia di dover far slittare ancora tutto. Perché, lo ricordo per chi si fosse distratto, occorre anche fare le assunzioni del personale medico, paramedico e di tutte le altre figure necessarie al funzionamento dell’ospedale. Ma se manca il via libera delle autorità italiane competenti, noi non possiamo che star fermi».

Specialità. Il Mater Olbia, una volta a regime, avrà reparti di livello internazionale nel campo di pediatria, oncologia, diabetologia, neurochirurgia, oculistica e medicina dello sport. E a progetto completato ci sarà anche spazio per la ricerca. Con la collaborazione di esperti di fama internazionale e la rete di collegamenti con ospedali di prim’ordine di tutto il mondo.

Licenziamenti. All’interno di questa situazione si innesta anche quella relativa alle persone che lavorano nel cantiere del Mater Olbia. Il cantiere va avanti a pieno ritmo, con circa 120-130 persone all’interno: operai specializzati, muratori, carpentieri, elettricisti, idraulici, tutto quello che serve per completare il Mater Olbia. Ma in questi giorni sembra che almeno una settantina di persone siano state rispedite a casa e non riassunte. Il meccanismo infatti prevede dei contratti a termine, scaduti i quali, si fa firmare al lavoratore un nuovo contratto. Ora invece è scattato l’allarme lanciato da alcuni dei lavoratori che sono rimasti a casa in questi giorni e che non sanno se saranno richiamati.



Federico Marini

skype: federico1970ca

"Pd, quando il niente si aggiunge al nulla." (Satira sulla manifestazione del PD)


Si è svolta ieri a Roma la più grande manifestazione del più grande partito della sinistra europea. La più grande Piazza del Popolo italiana ieri era davvero gremita all’inverosimile. Notevole è stata la presenza delle delegazioni estere, in rappresentanza degli affiliati partiti della nazione, del continente europeo.

Più limitata, invece, ma non meno importante, la testimonianza che è stata portata da esponenti di Movimenti di Liberazione Nazionale e dei residuali gruppi rivoluzionari dell’America latina. I compagni della Repubblica Popolare Cinese erano rappresentati dai presidenti dell’Inter e del Milan e dai rispettivi gagliardetti.

Il mondo del lavoro, ed in particolare dei lavoratori della Fiat, ha partecipato con un video-messaggio, inviato dall’esilio da Sergio Marchionne. Sempre dall’esilio, Davide Serra, a nome dei risparmiatori, non ha fatto mancare il suo appoggio, con l’invio di una busta. La ministra etrusca della Pubblicità ha tenuto banco ( vizio di famiglia) distribuendo non banconote, ma baci e dispensando sorrisi e abbracci a tutti.

Presenti in carne ed ossa erano, invece, molti ministri, dirigenti di partito, parlamentari e amministratori locali. Tanti altri avrebbero partecipato, se solo avessero ottenuto il permesso dalle guardie carcerarie o dal giudice di sorveglianza. Grande rammarico si è diffuso nella piazza, quando si è appreso che i treni speciali, carichi di operai e di minatori emigrati italiani, erano stati bloccati alla frontiera della Germania.. Un dispetto della signora Merkel? Chissà…

Grande soddisfazione, invece, è stata espressa per la presenza dei rappresentanti di categoria, dai commercianti agli artigiani. Sistemati a poche decine di metri dal palco, in un’apposita loggia coperta (non si sa mai, in caso di pioggia…) era presente una nutrita (molto nutrita…addirittura sazia) rappresentanza dei Muratori o, come li chiamano qui, dei maçons…

Infine, a rappresentare nessuno era presente Gianni Cuperlo. Cosa ci faceva? Niente! Ma non aveva altro da fare e ne ha approfittato per farsi un selfie con la Boschi. Selfie che andrà ad arricchire la bacheca dei suoi grandi successi, e delle nostre immeritate, dolorose e sconsolate disillusioni.


S. A.

venerdì 28 ottobre 2016

Prima risoluzione, approvata in seno all'Assemblea Plenaria di Cagliari città Capitale.

Risoluzione di Cagliari Città Capitale riguardante la piattaforma nazionale  – 26 ottobre 2016

Alla riunione del coordinamento di Cagliari Città Capitale, tenutasi il 20 settembre, si è discusso della Mesa Natzionale, alla luce dei documenti inviatici, e si è riscontrato unanimità rispetto alla posizione che riproponiamo di seguito, che è stata inviata Cristiano Sabino, del Fronte Indipendentista Unidu, con preghiera di inviarla a tutti coloro i quali stessero partecipando a Sa Mesa.
Non abbiamo avuto nessuna risposta, mentre Cristiano Sabino ci ha fatto sapere di condividere le nostre posizioni.
I documenti presentati sono però identici a quelli che ci avevano proposto e, quindi, le nostre proposte non hanno trovato un riscontro.


DOCUMENTO APPROVATO ED INVIATO
RAPPORTI CON SA MESA NATZIONALE

ProgReS in questi anni ha costituito Sa Mesa Natzionale, che nell'idea iniziale doveva essere la casa di tutti gli indipendentisti. Così non è stato, ma quel progetto sta comunque andando avanti. Di questi temi si è discusso anche con Gianluca Collu, segretario nazionale di ProgReS.

L'opinione è che il documento politico è scritto con un linguaggio non adeguato e che debba essere perciò profondamente modificato.
Così come per Cagliari Città Capitale, dobbiamo praticare il principio uno vale uno, perché le organizzazioni presenti non sono rappresentative di masse popolari, non hanno una credibilità diffusa e riconosciuta. Dobbiamo permettere l'adesione on-line, e promuovere al massimo le forme di democrazia diretta. Dobbiamo dare il senso della massima apertura ed inclusività.

Contemporaneamente, agli amici e compagni della Mesa Natzionale dobbiamo, con grande chiarezza e fraternità, comunicare loro che di Cagliari Città Capitale fanno parte anche i Verdi.

 Alle osservazioni fatte, ed alla luce della documentazione pervenuta, aggiungiamo che.

1.
Bisogna consentire e anzi promuovere l'adesione delle organizzazioni politiche territoriali e  individuali. Se vogliamo promuovere un processo partecipato, dal basso, di massa e popolare, questo può avere luogo se le organizzazioni che fanno parte della Mesa Natzionale sono organizzazioni di massa, radicate in ogni paese ed in ogni quartiere. Se non si consente che organizzazioni territoriali e singoli possano aderire e relazionarsi alla pari alla Mesa Natzionale, si rende la struttura sorda e incapace di elaborare adeguatamente e amplificare le forze dei territori.

2.
Attualmente la composizione della Mesa Natzionale è per componenti.
Noi dobbiamo fare riferimento alla nostra realtà e alle nostre necessità e specificità, perciò, proprio alla luce della realtà politica Sarda, riteniamo che si debba andare nella direzione del principio uno vale uno, in cui ogni territorio, come già in maniera diffusa avviene, si autorganizza, fa attività di massa, e nomina propri portavoce. Auspichiamo una forma spinta di democrazia elettronica, mediante la quale si può aderire alla Mesa Natzionale via web e si può anche votare, sulle scelte importanti, via web.
Riteniamo utili le esperienze vincenti della Spagna, per esempio con Podemos, opposte al modello di  burocratizzazione della Izquierda Unida, in crisi da molti anni. O della stessa  Barcelona En Comù, che ha portato alla vittoria di Ada Colau.

Va elaborata una proposta unitaria, aperta, inclusiva e che si pone il tema del governo, in  un momento in cui si stanno moltiplicando le iniziative volte alla creazione di un fronte che riconosca il diritto all'autodeterminazione del popolo sardo e la necessità di un nuovo modello di sviluppo. La proposta di governo a cui lavoriamo è alternativa al centrosinistra ed al centrodestra italiani.
Sa Mesa Natzionale dovrebbe essere uno dei motori di questo fronte, e farne parte. Cagliari Città Capitale è nata per costruire ponti, e lo vogliamo fare anche con sa Mesa Natzionale.

Cagliari Città Capitale è una comunità che vuole evolversi verso una idea di Sardegna Sovrana ed Autodeterminata. Il patto costitutivo che ci unisce ci consente di ancorare in modo condiviso un sentire comune che ci lega, pur nella logica dell'uno vale uno, che ci ha consentito e ci consentirà, facendo uno sforzo unitario, di non frapporre steccati né di costruire riserve o recinti autoreferenziali. L'aver acquisito soggettività politica con il passaggio elettorale non ha significato né deve significare assumere comportamenti stile partito di lotta o di governo, che mal si concilia sia con la politica che con il presente attuale che con il nostro impegnarci nel radicamento territoriale.

Concorrere a costruire in modo nuovo e originale una soggettività politica e di governo plurale e inclusiva per l'Autodeterminazione ha questo significato ed è per questo che deve avere cuore anima e cervello in Sardegna e sguardo all'Europa e al mondo.


Cagliari Città Capitale decide, quindi, di inviare formalmente la presente risoluzione a Sa Mesa Natzionale e di avviare, in modo fraterno, una interlocuzione formale con Sa Mesa Natzionale. 

"Cuba. Geografia del desiderio" di Roberto Vallepiano.


Dal 28 Ottobre (ore 17:00) al 29 Ottobre (ore 02:00)
Infoshop Sa Bardana.
Cagliari, Via Molise 62.

Presentazione del libro di Roberto Vallepiano 
"Cuba, geografia del desiderio" . 
Sarà presente l'autore.


"Questo libro è frutto del mio incontro con l'isola ribelle. E' un atto d'amore e di passione nei suoi confronti che nasce da un lungo, rutilante viaggio attraverso Cuba e attraverso me stesso."

"Cuba. Geografia del desiderio" è un insieme di filosofia on the road, di aneddoti, di racconti impetuosi, di pagine incendiarie attraversate da personaggi eroici, pittoreschi, divertenti e colorati, sospesi tra il surrealismo magico latinoamericano e l'epica rivoluzionaria.

Si suddivide in 15 capitoli che, come in un flusso di coscienza, attraversano le città e il cuore di Cuba in una ipotetica carta geografica del sogno, perché la Geografia del desiderio si vive attraversando quella terra indomita in due differenti dimensioni: quella esteriore che ti colma di colori, di profumi e di sapori tutti e cinque i sensi e quella interiore fatta di sensazioni altrettanto dirompenti.

Questo libro è un viaggio di 250 pagine fatto di storia, di sensualità, di evocazioni letterarie e di vita quotidiana. Un viaggio realizzato dall'interno di Cuba che racconta un popolo che è un uragano di scintillante umanità e una rivoluzione che continua ad essere un gioioso falò.

Notizie: Arrivato dal Gambia, ha trovato un lavoro. Ora vuole portare qui la famiglia. - Alcoa, Vicino l’accordo col governo, l’impianto non sarà smantellato.- In 3 anni sbarcati in 16mila - Ma non c’è l’invasione migranti»


L'UNIONE SARDA.

LA STORIA. Arrivato dal Gambia, ha trovato un lavoro. Ora vuole portare qui la famiglia.

La vita - la seconda - di Mamadou Jallow, 31enne del Gambia, è iniziata nell'aprile del 2016. A Muravera. Fuggito nel 2014 dal suo Paese - allontanandosi con grande dolore dalla moglie e dai tre figli
- ha affidato la sorte a un barcone. Il destino lo ha portato prima in Sicilia, poi al Cara di Elmas, e ora a Muravera, “adottato” da Angelino Farci, imprenditore del Sarrabus, che gli ha prima offerto un posto di lavoro nel suo market a Costa Rei, poi in un'azienda agricola. «Il mio sogno? Portare qui la mia famiglia», dice Mamadou.

L'INCONTRO Farci ricorda bene la nascita di una grande amicizia. «L'ho incontrato», spiega l'imprenditore, «nelle vicinanze dell'ospedale San Giovanni di Dio, a Cagliari. Era uno dei tanti “parcheggiatori”. I ragazzi senegalesi mi hanno detto che era un forte giocatore di calcio. Aveva una tuta dell'Oristanese e ci ho creduto, invitandolo a pranzo. Poi ho ascoltato la sua storia e non ho avuto dubbi: gli ho voluto dare un'opportunità lavorativa. Lui l'ha sfruttata in pieno».

Mamadou è uno dei tanti richiedenti asilo politico. Fa parte di quell'esercito di migranti scappati dal proprio Paese soprattutto per
la povertà. Anche lui è un “migrante economico”. La sua domanda, in prima istanza, è stata respinta. Ha presentato ricorso ed è in attesa
della sentenza. «Anche se», aggiunge Farci, «il rischio di persecuzioni e ripercussioni fisiche sono spesso all'ordine del giorno
anche nel Gambia».

IL LAVORO Sei mesi fa il titolare del market di Costa Rei ha deciso di
offrirgli una grande possibilità: un lavoro stagionale. Mamadou è riuscito così a mettere qualche soldo da parte e spedirlo alla sua famiglia rimasta in Gambia. Fino al 14 ottobre ha avuto un'occupazione nel market. Poi ha cambiato mansione: è diventato custode di un'azienda agricola, sempre a Muravera. «Sta cercando di imparare l'italiano. Mamadou è una persona riservata e un gran lavoratore», spiega Farci.

IL FUTURO L'imprenditore e il 31enne migrante sono pronti ad affrontare le difficoltà che arriveranno. C'è la possibilità che la richiesta di protezione internazionale possa essere respinta definitivamente. Questo potrebbe essere un ostacolo al sogno di Mamadou: «Qui sto bene grazie all'ospitalità dei sardi. Spero di poter vivere qui, con un lavoro, e di farlo con mia moglie e i miei figli», fa sapere in un italiano stentato. Farci conclude: «Se avrà un lavoro sarà più semplice che possa restare qui. Perché non ho chiamato un
ragazzo sardo? In campagna non vogliono lavorare».

Matteo Vercelli


Alcoa, Vicino l’accordo col governo, l’impianto non sarà smantellato.

CAGLIARI È sempre più vicino l'accordo tra Governo e Alcoa sul passaggio delle trattative in capo a Invitalia, l'agenzia governativa che si occupa di sviluppo e investimenti e dunque lo «smantellamento del sito di Portovesme è scongiurato». Lo sostiene il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, che oggi in audio conferenza si è consultato con gli altri segretari generali del sindacato metalmeccanico, col ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, il viceministro Teresa Bellanova e l'ad di Invitalia Domenico Arcuri.

A breve, probabilmente entro l'anno, «l'esecutivo - spiega Palombella - firmerà un contratto preliminare con la multinazionale americana dell'acciaio. Il ministro ci ha assicurato che esiste il coinvolgimento di altri investitori interessati all'acquisizione dello stabilimento siderurgico che andrà bonificato, riattivato, adibito alla produzione». Dopo la firma con Alcoa, Invitalia procederà a una due diligence, la verifica dei dati di bilancio e patrimoniali da parte degli investitori che formalizzeranno l'interesse all'acquisizione. «Le cose procedono secondo il piano – dice Palombella – abbiamo avuto conferma dal governo».


La Nuova

In 3 anni sbarcati in 16mila - Ma non c’è l’invasione migranti»l’isola
di Umberto Aime

CAGLIARI Migranti e immigrati: attenzione, non sono sinonimi e neanche il risultato di chissà quale trucco enigmistico. I primi fuggono dalla guerra, dai massacri, dalle stragi religiose, per diventare ostaggio degli scafisti, mercanti maledetti, fino allo sbarco (se ci arrivano) sulle coste di una presunta "terra promessa". Gli immigrati sono tutt'altro: abitano e lavorano oltre i loro confini per scelta e fino a essere, spesso ma non sempre, nostri integrati vicini di casa. La differenza è netta, non capirla significa scatenare allarmismi, conflitti sociali e razzismo strisciante, insinuato soprattutto fra i giovani, come se non bastasse quello becero palese degli adulti.

La spiegazione era dovuta ed è da questa differenza sostanziale che ha preso spunto il dossier statistico "Immigrazione 2016". Curato a livello nazionale dal Centro studi Idos, in collaborazione col mensile Confronti e l'Ufficio contro le discriminazioni, il capitolo sulla Sardegna è invece frutto delle indagini del gruppo di ricerca "Relazioni industriali" che fa capo alla facoltà cagliaritana di Scienze politiche. Bene, in un caso e nell'altro, quando si parla di migranti o d'immigrati, numeri e tabelle confermano che non è «in atto alcuna invasione», però l'emergenza esiste, eccome, ma non siamo alla catastrofe.

L'isola è per tutti o quasi tutti gli stranieri più che altro "terra di transito" e patria momentanea. Certo, bisognerebbe fare di più per andare oltre, l’obiettivo finale dovrebbe essere l'integrazione ma questo passaggio decisivo è spesso stretto e difficile. Perché se vogliamo che migranti e immigrati diventino finalmente una risorsa economica e sociale e lo possono essere, c'è ancora un enorme lavoro da fare sulle coscienze indigene e forestiere.

È arrivato il momento di provarci. Migranti. Nel dossier presentato dalla ricercatrice Tiziana Putzolu e ribadito dal riepilogo regionale
della Prefettura di Cagliari, gli sbarchi sono stati 16mila negli ultimi tre anni, con un aumento considerevole dal 2014. Ma in appena 1.215 sono arrivati da soli sui barchini e gommoni, la Sardegna non è Lampedusa. Tutti gli altri sono stati salvati in mare dalle navi umanitarie che pattugliano un cimitero chiamato Mediterraneo. Con in più questa seconda verità: superata la fase della prima accoglienza, in cui la Sardegna si è dimostrata molto più preparata di altre regioni, il problema è in quello che accade qualche mese dopo.

I migranti e tra l’altro è sempre più alto il numero dei minori non accompagnati, un dramma nel dramma, sono scaricati sulle spalle diComuni e comunità che non sono stati preparati ad accoglierli. «Le
imposizioni non vanno bene – ha detto il presidente dell’Anci Pier Sandro Scano – la strategia vincente dev’essere quella del coinvolgimento». L’appello è stato lanciato.

Immigrati. Nel 2015, è scritto nel dossier, i residenti stranieri in Sardegna sono aumentati di 2.346 unità e ora in totale sono 47.425, il 2,9 per cento della popolazione. La media nazionale è molto più alta, 8,3, ecco perché anche in questo caso è un errore gridare all’invasione. Che non è neanche religiosa: la maggior parte dei «nuovi italiani» è di fede cristiana, i musulmani sono solo tre su dieci. Oltre il 50 per cento dei nuovi iscritti all’anagrafe sarda arriva dall’Europa, con la Romania al primo posto (28,6). Al secondo la comunità marocchina, sotto il 10, terzi i senegalesi, 8,9, quarti i cinesi, 6,8, e in aumento.
Gli stranieri residenti si sono insediati soprattutto nei Comuni costieri, con la provincia di Olbia-Tempio che registra la concentrazione più alta: 11.626, il 7,4 per cento della popolazione. Snobbate le zone interne, a cominciare dall’Ogliastra, con appena 919 stranieri residenti, mentre è proprio lì che potrebbero dare un contributo contro lo spopolamento. I lavoratori forestieri sono poco
più di 25mila e in gran parte impegnati nel settore servizi, 63,8 per
cento, e appena il 9,9 in agricoltura.

Dipendenti, ma anche
imprenditori: il numero delle loro aziende ha superato la soglia delle diecimila. Ed è gente che non si dimentica delle origini, come facevano negli anni Cinquanta i nostri emigrati: le loro rimesse ammontano a 62mila euro l’anno. Ci sarebbero molti altri numeri, ma bastano questi per dire: la discriminazione è una follia e i muri anche.

Nel nostro Paese aprono aziende, lavorano come badanti, comprano casa. Chi sono e cosa fanno i cinque milioni di immigrati che vivono nel nostro Paese Italiani emigrati all’estero più degli stranieri residenti di Tecla Biancolatte wROMA Per la prima volta dopo tanti anni, il numero degli italiani emigrati all'estero supera quello degli
immigrati residenti nel nostro Paese. I primi sono 5 milioni e 200.000, i secondi 5 milioni.

Il sorpasso lo racconta il Dossier statistico immigrazione del Centro studi Idos presentato a Roma, al teatro Don Orione. Ogni minuto nel mondo - si legge nello studio – 24 persone sono costrette a lasciare la propria terra, per sfuggire a guerre, persecuzioni, disastri naturali, povertà. In tutto si contano 1 milione e 150 mila stranieri diventati negli anni italiani. Un salto nel futuro: si stima che nel 2050 il numero salirà a 6 milioni. In un paese come il nostro dove nel 2015 si contano più morti che nascite, sono gli immigrati a dare nuova linfa alla demografia con 72.000 nuovi nati. Da dove vengono e dove risiedono. Gli immigrati provengono in maggioranza da Romania (22,9%), Albania (9,3%), Marocco (8,7%), Cina (5,4%), Ucraina (4,6%). La prima regione per numero di stranieri residenti è la Lombardia, la seconda il Lazio, mentre la prima provincia è Roma. Se si tiene conto però dell'incidenza sulla popolazione la classifica cambia: prima regione è l'Emilia Romagna (12%) e la prima provincia è Bologna, seguita da Modena e Reggio Emilia. Istruzione. Gli immigrati sono meno istruiti degli italiani?

No. Hanno lo stesso livello di istruzione superiore, anzi leggermente
più alto: i diplomati e laureati tra gli stranieri sono al 35,3% e 9,1% mentre tra gli italiani sono al 32,1% e 11,8%. L'Italia però non li valorizza, e quattro su dieci svolgono mansioni che non sfruttano assolutamente la loro preparazione. Abitazioni. Sempre più cittadini
di origine straniera mettono radici e acquistano casa. Dal 2008-2015, nonostante la crisi, gli immigrati sono stati protagonisti di 446.000 compravendite.

Di che alloggi si tratta? Appartamenti non molto ampi (90 mq), non di nuova costruzione o di elevata qualità, in zone urbane periferiche o comunque non centrali (37% dei casi) o in piccoli comuni della provincia (quasi il 50%). Mutui. Per comprare una casa, i cittadini di origine straniera si sono rivolti alla banche. Nel 2015 il 13,6% dei mutui ha riguardato immigrati. A chiederne uno sono stati soprattutto romeni e albanesi, in particolare quelli residenti nel Nord. Lavoro.

Gli stranieri occupati nel nostro Paese sono 2.359.000, quasi il 3 per cento in più rispetto al 2014. La loro incidenza sul mercato del lavoro è del 10,5, mentre la media Ue si ferma a 7,3. Molti diventano imprenditori: sono 550.000 le attività registrate nel 2015, il 5 per cento in più rispetto a 12 mesi prima. A fronte di un buon livello di istruzione, solo il 6 per cento degli immigrati occupati svolge una professione qualificata e, in media, lo stipendio è più basso del 28% rispetto a quello degli italiani, divario che si amplifica fra le donne.

Gli occupati stranieri per il 30% sono operai, ed è immigrato un terzo di chi lavora in agricoltura. Cinque donne immigrate su dieci sono occupate nel lavoro domestico, otto su dieci nel caso delle ucraine. Stranieri il 76% di badanti e colf. Rimesse. Nel 2015 gli stranieri hanno mandato a casa 5,3 miliardi, una bella boccata di ossigeno per i Paesi di origine. Per queste transazioni, usano poco le banche preferendo i servizi di money transfer. Bilancio costi benefici. I dati parlano chiaro, il nostro Paese nel 2015 con gli immigrati ha guadagnato 2,2 miliardi.

I conti sono presto fatti: gli stranieri hanno portato alle nostre casse 16,9 miliardi, mentre lo Stato per loro ne ha spesi 14,7. Criminalità. Dal dossier dell'Idos emerge anche una mappa dei reati. Se furti e ricettazione prevalgono tra gli immigrati, truffe e frodi informatiche sono invece specialità italiane. Il 31,4% dei denunciati ha un passaporto straniero: tanti, ma dieci anni fa erano di più. E a delinquere sono soprattutto gli irregolari.

Si legge nello studio: «Tra il 2004 e il 2014 (l’ultimo anno per cui si dispone di dati definitivi), le denunce sono aumentate del 40,0% per gli italiani (da 480.371 a 672.876), nonostante essi siano diminuiti (da 56.060.218 a 55.781.175). Per gli stranieri, invece, le denunce sono aumentate in misura più contenuta (34,3%), anche se essi nel frattempo sono più che raddoppiati».

Federico Marini

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