martedì 4 luglio 2017

Rassegna stampa 04 Luglio 2017

La Nuova Sardegna

Agus, Cp: non si può vincere senza il Pd. Piras, Mdp: Renzi ha distrutto la coalizione, si va da soli Gli ex Sel sardi divisi sulla sinistra di Pisapia. di Alessandro Pirina

SASSARILa dialettica è da sempre una costante della sinistra. I distinguo, le divisioni - spesso traumatiche - fanno parte del suo dna. Ma questa volta il divorzio rischia di consumarsi prima del matrimonio. A 48 ore dal battesimo di "Insieme", il nuovo centrosinistra targato Pisapia Bersani con Tabacci e i Verdi, si sfilano gli ex Sel sardi che avevano aderito per primi a Campo progressista. Sabato a Roma, in piazza Santissimi apostoli, non c'erano né il sindaco di Cagliari Massimo Zedda né il senatore Luciano Uras.

«Ho visto più una riunione di reduci che la costruzione di un campo nuovo - afferma il consigliere regionale Francesco Agus, già capogruppo di Sel -. Noi a Cagliari siamo stati i primi a lavorare per una piattaforma di sindaci. Il primo incontro di Campo progressista fu con Zedda e Pizzarotti. La fotografia del palco del 1 luglio era completamente diversa: non c'erano i sindaci ma pezzi di un ceto politico fallimentare. Penso alla sinistra Pd, costretta ad andarsene perché non contava più niente, o alla classe dirigente di Sel, che dopo il fallimento di Sinistra italiana prova a riciclarsi per la terza volta in un anno. Così facendo si gettano le basi per un nuovo flop stile Sinistra arcobaleno». Ma a non convincere i sardi del Campo progressista è anche la questione alleanze. «Bisogna dire con chi andare: il Pd, i 5 stelle o la destra. Non ci sono altri spazi.

Bisogna ripartire dalle buone esperienze di governo. La Cagliari di Zedda e la Milano di Pisapia insegnano: il Pd da solo non va da nessuna parte, ma non ci può essere centrosinistra senza Pd». La fotografia di Agus non è però la stessa di Michele Piras, deputato ex Sel che ha aderito a Mdp. 

«Era una grandissima piazza con migliaia di persone e bellissime energie. Io sono contrario alla semplice incollatura a sputo di sigle. Se fosse solo una sommatoria dei gruppi dirigenti andremmo a sbattere contro un muro. Ma lo spirito è molto diverso da quello della Sinistra arcobaleno. In piazza c'erano tanti i giovani che sono un pezzo importante del nostro progetto». Sulle alleanze, però, sembra sempre più difficile un dialogo con il Pd. «Noi puntiamo a creare un soggetto unico della sinistra. E soprattutto dobbiamo ragionare su ciò che esiste.

Al momento non c'è una legge che preveda coalizioni, e dunque allearsi con il Pd significherebbe entrare nel partito, ma soprattutto noi ci siamo uniti come alternativa al Pd renziano, perché le sue politiche hanno devastato il centrosinistra». E per gli ex alleati di Sinistra italiana Piras tiene le porte aperte. «Al suo interno ci sono però posizioni diverse».

Chi invece ha per ora trovato punti di incontro con Sinistra italiana sono i civatiani di Possibile. «Noi chiediamo a tutti uno scatto in avanti - dice il numero uno regionale Thomas Castangia -. Un elettore di sinistra oggi non capirebbe l'esistenza di due raggruppamenti. Occorre discutere su un manifesto di idee per l'Italia, rimettere al centro i temi e riprendere a parlare con le persone. Il Pd? Il nostro è un progetto di Paese incompatibile con le riforme di questo governo. Il congresso ha confermato quelle politiche, ha vinto quell'idea. Non vedo spazi per alleanze».



Unione Sarda

PD - Morittu numero 2 - Pd, c'è l'intesa sulla segreteria: parità di genere

Cinque uomini e cinque donne affiancheranno Giuseppe Luigi Cucca nella
segreteria regionale del Partito democratico. Ieri pomeriggio a
Oristano sono stati ufficializzati i nomi, compreso quello del vice
che sarà Pietro Morittu, scelto nell'area Popolare-riformista. Con la
parità di genere rispettata e la grana della vice segreterie unica
risolta Cucca chiude la direzione senza problemi. Manca ancora un nome
di una donna che dovrà essere indicata dai Giovani democratici.
I NOMI La composizione della segreteria è fatta in perfetto equilibrio
anche di poteri. Oltre Morittu, entrano in quota Popolare-riformista
Alberta Grudina e Aldo Pili. Dall'area Soru i rappresentanti sono
Barbara Cadoni, Giuseppe Frau e Antonio Piu. Infine, quelli dell'area
che ha sostenuto Cucca sono Michela Mura, Giannarita Mele e Sebastiano
Mazzone.

I TEMI Ma la direzione regionale è anche l'occasione per il segretario
di fissare alcuni paletti e guardare al futuro del partito.
Innanzitutto, i due passaggi fondamentali per i dem, come la
riorganizzazione della rete ospedaliera e la legge urbanistica. E
proprio su quest'ultima, Cucca, non solo annuncia la volontà di
convocare il partito per discuterne, ma sottolinea che «la posizione
del Pd è quella che viene fuori dalle sedi di partito». Un messaggio
neppure tanto velato a Renato Soru che proprio sull'urbanistica ha più
volte evidenziato posizioni differenti rispetto al testo presentato
dalla Giunta. Tanto che è stato presentata una proposta di legge
alternativa che ha causato qualche malumore all'interno del partito.
(m. s.)

La Nuova Sardegna

C'è l'intesa tra le correnti Il Pd vara la segreteria

di Umberto Aime
ORISTANO Il segretario Giuseppe Luigi Cucca ha una pazienza da far
invidia e se potesse "piazzarla" in dispense, farebbe la fortuna del
Pd. Il suo credo è l'unità del partito e ogni volta che qualcuno prova
a mettergli il bastone fra le ruote, lui dà il meglio di sé.
«Discutiamo su tutto quello che volete e vorrete - ha detto nella
prima direzione della sua segreteria - ma all'esterno dobbiamo uscire
sempre con una posizione unitaria su sanità, urbanistica, alleanze e
il resto. La gente chiede al Pd di essere unito, perché quando siamo
divisi fra noi o nella coalizione di centrosinistra, perdiamo com'è
accaduto purtroppo nelle ultime elezioni amministrative». Con
determinazione, un primo risultato l'ha raggiunto: il Partito
democratico ha una nuova segreteria.

Ed è unitaria, con tre
rappresentanti per macroarea, è la nuova definizione di corrente
coniata da Cucca, e anche paritaria: cinque uomini e cinque donne, con
la quinta che sarà nominata dai Giovani dem, un'altra novità. I
nominati. Non è stato facile mettere d'accordo le varie anime,
sottocorrenti comprese, ma la fermezza del segretario ha spiazzato i
più indisciplinati, compresi quelli abituati a decidere tutto nei
crocicchi lungo i marciapiedi di via Canepa, dove si affacciano le
finestre della sezione di Oristano. Comunque, foglietto dopo
foglietto, riunione dopo riunione, la segreteria è stata votata
all'unanimità. I popolari-riformisti dell'area Cabras-Fadda hanno
designato Pietro Morittu, che sarà il vicesegretario vicario,
nonostante i soriani avessero manifestato qualche resistenza alla
vigilia. Poi l'ex sindaco di Sestu Aldo Pili, fedelissimo dell'ex
sottosegretario Paolo Fadda, e Alberta Grudina, responsabile della
sezione di Decimomannu.

La corrente dei renziani e degli ex Diesse,
che ha vinto le primarie di aprile ed eletto Cucca, è andata sul
sicuro: l'ex presidentessa regionale del partito Giannarita Mele, in
quota per il senatore Ignazio Angioni, l'ex coordinatore organizzativo
Sebastiano Mazzone voluto dagli ex Popolari. Più Michela Mura, scelta
dall'ex sottosegretaria Francesca Barracciu, e attuale assessore alla
pubblica istruzione della Città metropolitana di Cagliari. Infine, i
soriani che hanno tribolato fino a tarda sera per scegliere il trio.
Eccolo: Antonio Piu, sassarese, assessore uscente ai lavori pubblici
della giunta di Nicola Sanna, azzerata pochi giorni fa, Giuseppe Frau,
che tra l'altro è l'unico nome in comune fra la vecchia segreteria di
Renato Soru e quell'attuale del senatore nuorese, e Barbara Cadoni,
segretaria della sezione di Quartu.

Doppia preferenza. Chiusa la
partita non semplice sulla segreteria, Cucca ha rilanciato altri due
argomenti forti: la doppia preferenza di genere nella legge elettorale
regionale e le alleanze. Sulla prima ha detto: «È una nostra battaglia
e non possiamo farla cavalcare da altri. Il Pd ha presentato quattro o
cinque proposte, dobbiamo fare sintesi e far sì che la doppia
preferenza di genere passi, perché siamo noi a volerlo e non altri ad
imporcelo». Poi le alleanze da qui al 2019: «Dobbiamo allargare la
coalizione alle forze autonomiste e sardiste. Per me è un obiettivo
fondamentale e lo deve essere anche per il Pd. Appena la segreteria
sarà operativa, organizzerò subito un incontro con il resto della
coalizione e con chi nel centrosinistra potrebbe voler entrare, i
sardisti». Il bilancio. Sconfitte elettorali a parte, il Pd ha chiuso
il bilancio attivo. Nel 2015, le entrate hanno superato i 312mila
euro, le uscite i 211mila . La differenza è un attivo di 100mila euro.
Poi ridotti a 84mila dopo la sfortunata campagna elettorale per le
elezioni amministrative di giugno. Ma Cucca ha detto: «Abbiamo tutto
il tempo per rifarci e ritornare a vincere».


Unione Sarda

Dalle 10 alle 18 di oggi 40 Comuni sardi rischiano di restare senza acqua
Ricerche, stop all'impianto Enas

Hanno scandagliato le acque profonde, scrutato l'oscurità del lago
Mulargia fermandosi di tanto in tanto per un'immersione e sperando
ogni volta che fosse quella buona. Che la melma restituisse i corpi di
Remo Frau, del figlio diciassettenne Nicosur Porpilan e dell'amico
Gian Franco Sirigu, i tre uomini di Orroli usciti per una battuta di
pesca sabato pomeriggio e mai più rientrati. Oggi i sommozzatori dei
vigili del fuoco e dei carabinieri ispezioneranno le pompe di presa
dell'Enas, quelle dalle quali passa l'acqua che viene distribuita a
oltre mezzo milione di persone in 41 comuni. L'impianto verrà spento
dalle 10 alle 18 e per questo ci sarà il rischio che i rubinetti
restino all'asciutto.

L'ELENCO I comuni coinvolti dalle operazioni sono Cagliari, Assemini,
Capoterra, Decimomannu, Decimoputzu, Maracalagonis, Monserrato,
Quartu, Quartucciu, Selargius, Sestu, Uta, Villaspeciosa, Villasimius,
Donori, Ussana, San Sperate, Monastir, Serdiana, Dolianova,
Sant'Andrea Frius, Barrali, Pimentel, Samatzai, Serrenti, Samassi,
Nuraminis, Villasor, Sanluri, San Gavino Monreale, Guspini, Sardara,
Pabillonis, Armungia, Ballao, Goni, San Nicolò Gerrei, Silius,
Villasalto e Arbus.

ABBANOA A darne notizia è Abbanoa, che gestisce i potabilizzatori di
Donori, Sestu, San Michele (Cagliari), Simbirizzi (Quartucciu), Santu
Miali (Sanluri), Mulargia (Siurgus Donigala) e Sant'Antionio (Arbus) e
che mette in guardia sui paesi che sono più a rischio di altri. In
base alle previsioni del gestore unico del servizio idrico, infatti,
nella maggior parte dei casi le scorte dovrebbero essere sufficienti a
soddisfare il fabbisogno durante le ore critiche, soprattutto a
Cagliari, mentre potrebbero rimanere a secco i rubinetti nelle case di
San Sperate, Selargius, Assemini, Sestu e Capoterra.

SONAR La decisione di esaminare l'impianto di approvvigionamento che
serve i potabilizzatori di Abbanoa è arrivata ieri sera, al termine di
una nuova e infruttuosa giornata di ricerche. Fin dall'alba, infatti,
i sommozzatori si sono rimessi al lavoro anche con l'utilizzo del
sonar che grazie ai dati raccolti sul campo restituisce una mappa
dell'intera area per individuare eventuali tracce dei tre uomini o
della piccola barca con la quale hanno preso il largo sabato
pomeriggio dalla riva di Su Bandidu , fuori dal centro abitato di
Orroli, per puntare al versante di Siurgus Donigala.
M. C.

La Nuova Sardegna

Poco feeling tra i cittadini e le vicende della giunta Sanna
La maggior parte degli intervistati vorrebbe le elezioni

I sassaresi critici sulla crisi, la politica non appassiona più

Il caso Sassari fa capolino anche nel Bolg di Beppe Grillo. La
fotografia arriva dalle testimonianza dei consiglieri comunali Cinque
Stelle Maurilio Murru, Desirè Manca e Marco Boscani, chemesi fa
avevano avviato una raccolta firme per sfiduciare il sindaco. «Sassari
è completamente in ostaggio delle logiche di partito - scrivono - La
situazione è drammatica oltre che senza precedenti. L'attività
amministrativa bloccata da settimane.

Diatribe interne, antipatie,
litigi lasciano sullo sfondo i problemi dei cittadini .SASSARILa
melina del Pd sconcerta il consigliere Giancarlo Carta (Fratelli
d'Italia). «Leggiamo preoccupati dell'ennesimo rinvio della
risoluzione della crisi che ormai da anni blocca la nostra città. Come
minimo altri 10 giorni di totale abbandono, di non governo, di mal
governo da parte di questi dilettanti allo sbaraglio - dice Carta -
Questi signori aspettano che a decidere siano i loro piccoli leader
locali che spesso sono in vacanza a Cagliari e non hanno tempo per
pensare ai problemi di Sassari e sanno sfornare solo comunicati stampa
illeggibili». E ancora: «Il Pd e i loro leader sono proprio senza
vergogna, imperterriti davanti a questo disastro fanno spallucce e se
ne fregano dei problemi dei cittadini che non sanno più come mettere
insieme il pranzo con la cena. Una città letteralmente allo sbando.
Suggerisco una cosa al nostro sempre più precario sindaco: nei
cartelli all'ingresso della nostra comunità si potrebbe scrivere
questa frase: Benvenuti a Sassari, regno del pd, lasciate ogni
speranza voi che entrate».

Quanto al possibile avvento di un
commissario: «Se il centrosinistra trova la forza di andare avanti,
che lo faccia. Ma se la propettiva è quella di altri due anni come
questi, allora a malincuore dico che è meglio andare a casa»SASSARILa
crisi comunale non è esattamente al centro dei pensieri dei sassaresi.
Basta una semplice chiacchierata con le persone per strada per capire
che l'appeal della politica, soprattutto sui giovani, è pari a zero.
Tipo Valerio Lai, 32 anni. «Non c'è molta voglia di informarsi sulle
vicende comunali. È un mondo che non mi dà nulla, talmente distante
dai miei interessi sul quale non mi va di perdere molto tempo. So che
c'è un sindaco che è rimasto senza assessori, immagino che il problema
sia la solita litigiosità del Pd e la guerra per le poltrone. Però su
quello che preferirei accadesse, un discorso di principio posso farlo:
qualunque professionista, qualunque sia il campo in cui opera, se si
rende conto che non ottiene risultati e non è apprezzato, allora è
giusto che si faccia da parte.

E questo penso debba fare il sindaco».
Una prospettiva, questa, condivisa dalla stragrande maggioranza dei
cittadini. Così la pensa anche Salvatore Matta, 68 anni, sassarese.
«Il sindaco a questo punto è meglio che si dimetta. Anzi, a dirla
tutta avrebbe dovuto farlo già da tempo. Perché le avvisaglie delle
guerre interne al Pd le ha avuto da subito, dai tempi delle primarie:
e lui non ha avuto la forza di vincere il braccio di ferro con i vari
Spissu, Lai ecc. Dopodiché Nicola Sanna ci ha messo anche del suo, con
il disastro della piste ciclabili. Perciò l'arrivo di un commissario
non è mai positivo, ma forse in questa situazione è meglio».Nicola
Baldinu, 60 anni, Sassarese: «Nicola Sanna è stato un ottimo
assessore. Ma fare il sindaco richiede altre qualità. Io lo conosco da
ragazzino, gli ho visto fare i primi passi nella Fgci. Ha l'esperienza
politica ma evidentemente gli manca qualcos'altro.

Quando il tuo braccio destro, il vicesindaco Carbini se ne va via in quel modo, vuol
dire che la tua squadra sta cadendo a pezzi. Il meccanismo si è rotto
e allora la tua amministrazione è arrivata davvero al capolinea. Mi
dispiace dirlo, perché il mio è un parere di elettore di
centrosinistra. So anche che l'avvento di un commissario straordinario
equivale alla certificazione di un fallimento: ma forse anche solo
l'amministrazione ordinaria di una città fa meno danni di un governo
che non ha mai funzionato».E infine Giuseppe Desortes, 60 anni: «Seguo
la politica e soprattutto guardo la città. E non ho mai visto Sassari
in ginocchio come ora. Non punto il dito solo contro il sindaco e la
giunta, ce l'ho contro tutto il consiglio comunale, sia destra che
sinistra. Trovo un disinteresse generale per le sorti della città, lo
dico anche da commerciante. E mi spaventa che a governarla per un anno
intero possa essere un commissario esterno. Perciò preferirei che i
partiti trovino un accordo e comincino finalmente ad amministrare».
(lu.so.)


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Federico Marini

skype: federico1970ca

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