lunedì 10 luglio 2017

Rassegna stampa 10 Luglio 2017

Unione Sarda

Il mistero dei conti svuotati - L'inchiesta aperta a Sassari su
movimenti di denaro disposti dal cassiere poi licenziato
Le divergenze tra l'esposto del Banco e la linea dei vertici Uil

L'inchiesta che ha coinvolto i vertici sardi della Uil per i bonifici esteri effettuati da un piccolo sportello bancario, presenta non pochi punti oscuri. Tra il dettagliato dossier che il Banco di Sardegna ha presentato in Procura a Sassari e la difesa di Francesca Ticca, segretaria generale del sindacato, emergono notevoli differenze. Che sono al centro delle indagini in corso.

CONTO LONTANO Il conto “Uil Sardegna - Emergenze 2013” è stato aperto il 20 novembre 2013, cioè due giorni dopo il passaggio del ciclone Cleopatra, ed è stato attivato a Villanova Monteleone, 200 chilometri da Cagliari. Qui è confluita la raccolta fondi per le popolazioni colpite dal nubifragio, poco più di 76 mila euro. Soldi mai arrivati ai destinatari che sono invece finiti, attraverso tre distinte operazioni su estero tra agosto e settembre 2016, sul conto della “Premier Relations ltd” (società che si occupa di investimenti finanziari) alla Cim Banque di Ginevra.

EMERGENZE O CLEOPATRA Francesca Ticca sostiene che il sindacato, di
tanto in tanto, attiva rapporti con gli istituti di credito anche nei paesi. Ma il sospetto degli inquirenti è che quel conto sia stato aperto nel centro del sassarese perché l'ex vice direttore, Achille Antonio Cadeddu, è il marito di Angela Lobrano, tesoriera Uil, fedelissima della segretaria e del leader nazionale Carmelo Barbagallo. «Io delego spesso, ma non escludo che il motivo sia questo, peraltro il marito di Angela è sempre stata una persona di fiducia», ha detto Ticca.

LICENZIATO. Infatti i bonifici in Svizzera li ha fatti lui, insieme ad altri movimenti sospetti che gli sono costati il posto di lavoro: nel novembre scorso è stato licenziato dalla Banca. C'è un'altra questione: i 76 mila euro sono rimasti dormienti per anni e non disponibili per alleviare qualche situazione di precarietà. La segretaria aveva insistito perché la Uil sarda desse un segnale di solidarietà e generosità ai territori devastati da Cleopatra. Nella riunione tenutasi all'indomani dell'evento, il direttivo aveva approvato l'iniziativa e dato l'ok all'apertura del conto “Emergenze”. Ticca replica che quei soldi non erano per l'alluvione ma per situazioni contingenti legate a difficoltà di iscritti Uil e che potevano rimanere altri dieci anni nel conto. Insomma, un altro interrogativo da sciogliere.

DUBBI Il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese, che ha firmato l'esposto, scrive che «Francesca Ticca e Angela Lobrano, il 22 novembre 2016, si sono recate alla filiale di Villanova Monteleone e hanno consegnato al direttore Emanuele Cugusi delle dichiarazioni con le quali hanno riconosciuto alcune operazioni (bonifici)». La segretaria Uil nega la circostanza e contrattacca: «Non siamo state a Villanova Monteleone per parlare con nessuno, e non ho fatto alcuna operazione bancaria: il Banco dovrà darmi anche questa risposta». È chiaro che le due versioni sono incompatibili. Toccherà al magistrato chiarire le posizioni e verificare ogni dettaglio.

DENUNCE. Infine, le denunce. La prima è quella depositata dallo studio legale dell'istituto di credito il 20 dicembre scorso, un mese dopo il licenziamento del dipendente Cadeddu che effettuava operazioni bancarie all'insaputa dei clienti. Si evidenzia una serie di anomalie procedurali in dieci bonifici esteri per un importo complessivo di 306mila euro (non tutti ascrivibili alla Uil) e si chiede alla Procura di valutare ipotesi di reato e responsabilità.

TEMPESTIVITÀ La seconda denuncia, nel marzo scorso, è stata presentata da Francesca Ticca e Angela Lobrano contro il marito di quest'ultima. «Ha problemi di salute seri, è un caso umano di cui preferirei non parlare, ma noi dovevamo in qualche modo tutelarci», la risposta della segretaria. A guardare le date segretaria e tesoriera non sono state tempestive. Dal conto “Emergenze”, dai conti Uil Sardegna, da quelli della stessa Ticca, poi transitati in quello della Lobrano prima di essere trasferiti all'estero, i soldi sono spariti a inizio autunno 2016, mentre la loro denuncia è di cinque mesi dopo. Tutto è possibile.

Vito Fiori

Due company sconosciute hanno incamerato i soldi
Società londinesi con sedi a Ginevra e Bratislava che operano sui
mercati finanziari

Una è la “Premier Relations ltd” con sede a Londra e operatività anche
in Svizzera dove tiene un conto nella Cim Banque di Ginevra. Si tratta
di un fondo di gestione patrimoniale che ha soluzioni per tutti i
gusti e gli eventuali rischi connessi. Investimenti in obbligazioni,
in mix più o meno bilanciati e azionari al cento per cento. La società
è nata nel marzo del 2016 e conta su appena tre dipendenti, un
direttore e due consulenti specializzati in operazioni finanziarie sui
mercati internazionali.

L'altra è la “Netfinance City Power Hvezdova”,
una company con le stesse finalità finanziarie dell'altra e con la
quale hanno in comune la sede londinese. Questa, però, opera sulla
“Vseobecna Uverova Banka as” di Bratislava, in Slovacchia.
Sono queste le due sigle che hanno raccolto i soldi trasferiti dai
conti Uil nel 2016. Due società finanziarie pressoché sconosciute,
come tante ce ne sono ovunque. Anche questa circostanza sarà oggetto
di verifiche. Gli inquirenti dovranno approfondire perché la scelta di
spostare i fondi del sindacato sardo sia caduta su di esse.

Difficile che a spiegarlo sia Achille Antonio Cadeddu, marito della
Lobrano, il quale, stando a quanto detto dall'avvocato Giovanni Campus
(difensore della Uil e delle due donne), non sarebbe in grado di
intendere e di volere a causa di una malattia invalidante e
degenerativa. Attualmente, lo ha confermato lo stesso legale sabato
mattina, l'uomo vive nella sua casa di Alghero assistito da una
badante proprio per le sue gravissime condizioni di salute.
Considerando la situazione, sarà piuttosto complicato venire a capo di
questo guazzabuglio composto da bonifici bancari esteri fatti
all'insaputa dei titolari dei conti correnti che, a loro volta, si
accorgono in ritardo di essere stati vittime di un impiegato uscito
improvvisamente “fuori di testa”. Senza dimenticare che la banca non
si sarebbe accorta della malattia del dipendente, che è potuto restare
per al suo posto. ( v. f. )

Dimissioni dalla Giunta
Deiana alla guida dei porti sardi: giorni decisivi

Questa sarà la settimana decisiva per l'arrivo di Massimo Deiana alla
guida dell'autorità portuale unica della Sardegna. E
contemporaneamente si aprirà la corsa alla sua successione sulla
poltrona di assessore regionale ai Trasporti. Deiana presenterà nelle
prossime ore le dimissioni al presidente della Giunta Francesco
Pigliaru. Il giorno non è ancora fissato: potrebbe rimanere almeno
fino a domani, quando si apriranno le buste della gara per la
Continuità territoriale.

Di sicuro, prima dell'approdo alla presidenza
dell'authority, dovrà tornare dopo tre anni nella facoltà di
Giurisprudenza, dove conserva ancora la cattedra di Diritto della
navigazione. Sarà un veloce passaggio formale: riprenderà il servizio
all'Università e chiederà di poter andare in aspettativa, per
accettare successivamente la nomina all'autorità del mar di Sardegna.
Il suo primo incontro ufficiale potrebbe essere fissato per il 20
luglio, quando a Cagliari si riunirà il comitato del porto.

Al suo posto, nella casella dell'assessorato ai Trasporti, dovrebbe
arrivare il consigliere comunale di Olbia Carlo Careddu, del Pd: fa
parte della stessa corrente di Deiana (la popolare-riformista) e una
sua eventuale nomina potrebbe spegnere i malumori della politica
gallurese, che vede l'accentramento della guida dei porti a Cagliari
come uno scippo. Ma la scelta di Careddu non è scontata. Nel Partito
democratico sardo, sia i renziani che una buona fetta dell'area che fa
capo al segretario Giuseppe Luigi Cucca non approvano la soluzione.
Dietro l'angolo ci sono nuove tensioni e nuove trattative. (m. r.)

CONSIGLIO COMUNALE. Frizioni sulla guida del gruppo M5S
Martinez non lascia: «Ne parleremo in futuro»

«Non è una collocazione politica, il rapporto col collega di Fratelli
d'Italia Alessio Mereu si basa sulla cordialità: ho stima di molti
colleghi consiglieri di maggioranza e opposizione e Mereu è uno tra
questi». La capogruppo grillina Antonietta Martinez interviene sulla
polemica nata tra lei e il compagno di partito Pino Calledda e i
rumors di palazzo Bacaredda che li collocano su posizioni politiche
diverse. «La consigliera Martinez mi ha chiesto qualche consiglio -
precisa Alessio Mereu, capogruppo FdI - ma solo perché sono il più
anziano, non solo dal punto di vista anagrafico ma anche come
esperienza in Consiglio visto che ci sono dal 2001».

Antonietta Martinez ribadisce di voler mantenere la guida della
squadra pentastellata nonostante Pino Calledda rivendichi il passaggio
del testimone. «Confermo che nessun accordo era stato sancito in via
definitiva in tal senso. Si era parlato di un possibile avvicendamento
ma allo stato attuale non vi sono le condizioni adeguate, ne
riparleremo quando le acque si saranno calmate e la serenità si sarà
ristabilita all'interno del gruppo». A smuovere le acque ci ha pensato
anche un post su Facebook, poi cancellato, del Meetup Trentuno
Cagliari che criticava la scelta di Martinez. «Ribadisco che gli unici
strumenti di comunicazione validi a esprimere la visione del M5S sono
le pagine ufficiali dei portavoce (siti web e pagine social): la
pagina Facebook del M31, per quanto espressione di una parte degli
attivisti cagliaritani, non rappresenta la posizione ufficiale del M5S
a Cagliari».

Calledda è impegnato a chiedere il cambio alla collega ma anche a
rivendicare spazio nella commissione Urbanistica perché i grillini
sono fuori e Fratelli d'Italia ha due seggi. «Quando abbiamo fatto le
riunioni per organizzare le commissioni si era rifiutato di venire poi
i Aula aveva pure votato la delibera che le definiva senza dire nulla
- attacca Alessio Mereu - Antonello Floris è entrato per il peso
elettorale conquistato con la lista per Massidda sindaco, solo dopo
abbiamo fatto il gruppo insieme. Calledda si ricordi che ogni
consigliere ha diritto a partecipare a qualunque commissione: se vuole
può venire».
Marcello Zasso

La Nuova

Il presidente della commissione d'indagine: «Molte difficoltà per avere le carte
Le Aziende sanitarie si sono sempre appellate alla privacy dei lavoratori»
Dedoni: troppe resistenze contro l'inchiesta regionale

di Roberto Petretto
ORISTANO
Sono solo le prime nuvole che annunciano un temporale. Incerte e poco
definite, ma molti "meteorologi" prevedono un a tempesta imponente e
non concentrata solo sull'Oristanese, ma estesa un po' in tutta
l'isola. La sanità sarda è in attesa degli sviluppi dell'inchiesta
aperta dalla Procura della Repubblica di Oristano che dovrebbe
riguardare i criteri di selezione del personale nelle Aziende
sanitarie locali, quelle che ora si chiamano Aziende socio
sanitarie.Un'inchiesta che sembra puntare in alto: mercoledì mattina
in Procura a Oristano è stato sentito per quattro ore, come testimone,
il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru. Possibile
ipotizzare che il sostituto procuratore Armando Mammone abbia chiesto
al presidente Pigliaru dettagli sui sistemi di reclutamento del
personale nella sanità sarda.Un settore sul quale la politica ha, non
senza resistenze, cercato di fare chiarezza con l'istituzione della
Commissione d'inchiesta sull'efficienza del sistema sanitario
regionale.

Presieduta da un consigliere regionale eletto
nell'Oristanese: Attilio Dedoni, dei Riformatori.Dedoni si dice
«affatto sorpreso» per la decisione della Procura di andare a vedere
dentro i meccanismi della sanità sarda. Era stato il consigliere
regionale del Partito sardo d'Azione, Angelo Carta, a sollevare lo
scorso anno la questione delle assunzioni nelle Asl sarde, in
particolare quelle di Nuoro e Oristano. E proprio Carta aveva chiesto
l'intervento della commissione regionale d'inchiesta sulla sanità:
«Sto cercando - scriveva a novembre 2016 Carta al collega Dedoni - di
ottenere gli elementi che mi possano consentire una valutazione
relativamente alle assunzioni effettuate dalle Asl, con le società di
lavoro interinale».

Tentativo che si scontrò con numerose difficoltà
perché i commissari dell'Asl frapponevano questioni di tutela della
privacy. Poi arrivò l'ok e la documentazione richiesta fu fornita. Ma
Dedoni chiarisce oggi che forse non dava sufficienti e chiari elementi
di giudizio: «La Commissione era nata poter rispondere alle esigenze
di buona sanità, trasparenza e operatività del sistema». Ma l'idea non
è piaciuta a tutti: «La Commissione serve a tutelare la stessa
politica. Eppure c'è chi non ha gradito. L'assessore ha detto da
subito che era inutile. Non c'è stata mai grande collaborazione:
quando abbiamo chiesto documenti ai commissari delle Asl prima non ce
li volevano dare e per lungo tempo non ce li hanno dati, poi quando
sono arrivati erano raffazzonati e difficilmente leggibili. Ma avremo
modo di chiarire più avanti aspetti di questa vicenda. Faremo una
conferenza stampa per illustrare i risultati del lavoro della
Commissione».«In questi mesi - puntualizza Dedoni - ho rimarcato più
volte la necessità per la politica di autoregolamentarsi. Una
necessità spesso ignorata. La politica ha l'esigenza di recuperare
dignità e competenza, di porsi in una condizione di autocontrollo.
Perché se non lo fa accade che arrivino altri poteri dello Stato che
lo fanno in maniera molto più drastica».

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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