martedì 11 luglio 2017

Rassegna stampa 11 Luglio 2017

Unione Sarda


La guerra degli interinali fa tremare la sanità sarda I sindacati: «Le Assl hanno esagerato». Arru: «Ma i costi sono calati»


Sembrava una piccola inchiesta partita da una procura di provincia, invece ora l'indagine sull'assunzione dei lavoratori interinali nella Assl di Oristano rischia di allargarsi alle altre aziende sanitarie dell'Isola e fa tremare l'intera sanità sarda. E la politica. La vicenda non è nuova nei corridoi del Consiglio regionale: circa un anno fa Angelo Carta, Psd'Az, componente della commissione regionale sul sistema sanitario, ha chiesto all'ex Asl 5 di conoscere il numero e la provenienza di infermieri e impiegati assunti tra il 2010 e il 2015. «In questo periodo sarebbero state circa 400, ma il numero non è mai stato confermato dai dati ufficiali», racconta Carta, che ha ingaggiato un braccio di ferro con il commissario straordinario dell'azienda (dal 2017 alla guida di Area) Maria Giovanna Porcu.

Dopo mesi di tira e molla, ripetute richieste di pareri (dal Garante per la privacy al presidente del Consiglio Gianfranco Ganau e al governatore Francesco Pigliaru) l'ex assessore ai Lavori pubblici della Giunta Cappellacci dice di non aver ancora ricevuto nulla. «Descriverlo come un muro di gomma è riduttivo», sorride Attilio Dedoni (Riformatori), presidente della commissione d'inchiesta.

IL CASO MACOMER Secondo i consiglieri di minoranza una parte consistente dei lavoratori interinali assunti negli ultimi anni nella Assl oristanese arriva dal Marghine. Per la precisione, da Macomer e dintorni. E anche su questo dettaglio si potrebbero essere concentrate le indagini del sostituto procuratore di Oristano Armando Mammone, che venerdì scorso ha sentito - in qualità di persona informata sui fatti - il presidente della Regione Francesco Pigliaru. Sullo sfondo, uno scontro politico che fino ad ora si è combattuto sottotraccia: quello tra Angelo Carta e il Partito dei Sardi - che proprio nella zona di Macomer ha un ampio bacino di voti -, sfociato alla fine del 2016 in un botta e risposta che aveva portato il Pds a bollare come «schedatura» il tentativo di conoscere la provenienza dei lavoratori interinali dell'Assl oristanese. In realtà il discorso potrebbe essere più ampio: «È probabile ci siano stati degli abusi sull'utilizzo degli interinali. E ritengo che non riguardino solo l'azienda sanitaria di Oristano, ma quelle di tutta la Sardegna», aggiunge Dedoni.

LA DENUNCIA I sindacati sostengono da tempo che il ricorso alle agenzie interinali sia sbagliato. Poca trasparenza e troppa libertà nei criteri di reclutamento. «In molti casi si è continuato ad assumere interinali anche se c'erano le graduatorie ancora aperte e valide, e si potevano attingere da lì i lavoratori», fa notare Fulvia Murru, segretario della Uil funzione pubblica. «Questo sistema è stato utilizzato in un modo esagerato: credo sia sotto gli occhi di tutti. Si deve ricorrere agli interinali quando c'è una necessità impellente, non per gestire servizi a lunga scadenza: per questi si deve procedere con concorsi pubblici», avverte Nino Cois (Cgil). «Purtroppo abbiamo
situazioni simili in tutte le Assl. Cgil Cisl e Uil hanno chiesto da otto mesi tutti i dati riguardanti i lavoratori della neonata azienda per la tutela della salute: non abbiamo mai ottenuto i numeri. Quelle cifre devono essere diffuse per capire come si utilizzano i soldi pubblici».

L'ASSESSORE Polemiche che non preoccupano l'assessore alla Sanità: «La Corte dei Conti ha certificato che dal 2012 al 2015 c'è stato un calo lento ma costante del costo di lavoratori interinali, consulenti e
collaboratori», spiega Luigi Arru. Due anni fa la Regione ha speso 40 milioni di euro per pagare questo tipo di contratti in campo sanitario. Nel 2012 erano 50 milioni. E le accuse di scarsa trasparenza arrivate dalla commissione d'inchiesta del Consiglio regionale? «Tutti i documenti richiesti sono stati consegnati»,
prosegue Arru, che preferisce non commentare l'inchiesta della procura di Oristano: «Posso solo dire che c'è massima collaborazione. Se dovessi essere convocato, dirò quello che so».


Michele Ruffi

La Nuova


Sud Sardegna, nasce la targa SU

Il Consiglio dei ministri abolisce le sigle delle province regionali


SASSARIIl Consiglio dei ministri ha approvato due regolamenti, da
adottare dopo i decreti del Presidente della Repubblica, che
modificano alcune norme di attuazione del Codice della strada. Il
primo regolamento identifica in «SU» la sigla distintiva della nuova
provincia del Sud Sardegna. Inoltre, il testo sopprime le sigle di
individuazione delle province di Carbonia-Iglesias (CI), Medio
Campidano (VS), Ogliastra (OG) e Olbia-Tempio (OT). I veicoli dotati
di targhe di immatricolazione con le sigle di queste province possono
continuare a circolare fino a una nuova immatricolazione o fino alla
cessazione dalla circolazione. Il secondo regolamento, invece,
aggiorna i riferimenti alle qualifiche funzionali dei dipendenti del
Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il
personale del Ministero infrastrutture e trasporti, che hanno titolo
per l'effettuazione degli esami ai fini del rilascio della patente di
guida. Le vecchie qualifiche funzionali sono state adeguate ai nuovi
livelli professionali espressi in aree, in ragione della nuova
normativa in materia di inquadramento giuridico del personale.

 

La procura oristanese vuole chiarire metodi e criteri delle selezioni

L'inchiesta si allarga a tutta la Sardegna


Interrogatori e accertamenti a tutto campo. L'inchiesta sulla sanità
nei prossimi giorni potrebbe avere clamorosi sviluppi. Indagini
blindate, poco o nulla trapela dagli uffici della Procura di Oristano,
dove il sostituto Armando Mammone (coordinatore dell'inchiesta) sta
passando al setaccio le procedure per le assunzioni all'interno della
Assl di Oristano ma anche nelle altre aziende sarde. In particolare
sono finite nel mirino degli inquirenti le assunzioni di tipo
interinale, quelle che avrebbero consentito di non ricorrere alle
graduatorie e ai concorsi e quindi di poter gestire e controllare la
macchina del reclutamento dei dipendenti a tempo scegliendo chi
assumere.

I PRIMI PASSI L'inchiesta, portata avanti con la collaborazione degli
uomini del Nucleo polizia tributaria della Guardia di finanza di
Oristano, è partita mesi fa in seguito ad alcuni esposti presentati da
sindacalisti, ma anche dopo la presa di posizione di Angelo Carta,
consigliere regionale del Psd'Az e componente della commissione
d'inchiesta sulle spese sanitarie. Poi due mesi fa, il blitz delle
fiamme gialle negli uffici oristanesi della Assl dove sono stati
acquisiti documenti proprio sulle assunzioni.

GLI SVILUPPI Nei giorni scorsi, dal sostituto procuratore è stato
interrogato per molte ore anche il presidente della Regione Francesco
Pigliaru. Un lungo faccia a faccia, in cui il governatore è stato
sentito come persona informata sui fatti. Secondo indiscrezioni,
sarebbe emerso che non esiste un regolamento che disciplini questa
tematica ed ecco che ai lavoratori interinali si ricorre nelle varie
Assl sarde. L'inchiesta sembra destinata a fare molto clamore e ad
abbracciare anche altri aspetti della sanità isolana, ci sarebbero
numerosi indagati non soltanto nell'Oristanese.
Valeria Pinna

 

Uil, segretaria sotto pressione: «Adesso fai un passo indietro»

Il direttivo incalza Francesca Ticca dopo la bufera sui bonifici su conti esteri


Le hanno chiesto di farsi da parte, almeno di autosospendersi se non
proprio di dimettersi. L'hanno invitata pure a cacciare la tesoriera
ché il sindacato è più importante di chiunque, qualsiasi ruolo abbia.
Uno, due, tre dieci interventi per ripetere lo stesso concetto a
Francesca Ticca, segretaria della Uil, finita nella bufera dopo
l'apertura di un'inchiesta della Procura di Sassari a causa di diversi
bonifici esteri sospetti partiti dai conti del sindacato. Ieri
pomeriggio, nella sede di via Po a Cagliari, l'incontro con il
direttivo, dopo la bufera di questi giorni, per lei è stato di grande
sofferenza.

IL CONFRONTO Un faccia a faccia duro, senza sconti. Sicuramente il
momento più difficile per Francesca Ticca, da undici anni alla guida
della Uil sarda e che stava preparando il terreno per una quarta
candidatura (il suo mandato scade nel 2018). Qualcuno dei dirigenti
non esclude che stavolta possa anche rinunciare. Il suo mentore, cioè
il leader nazionale Carmelo Barbagallo - che proprio con lei e,
soprattutto, con la tesoriera Angela Lobrano aveva strettissimi
rapporti - non se la passa molto bene e non si trova nelle condizioni
giuste per sostenere chicchessia. È sotto processo per appropriazione
indebita, accusato di aver utilizzato soldi della Uil per una crociera
nei mari del Nord Europa insieme ad altri dirigenti del sindacato. Ma
questa è un'altra storia.

IL DISSENSO Però, è utile per capire che l'Isola era fedele al numero
uno nazionale con rare eccezioni, neanche di dissenso quanto di non
condivisione piena della linea politica. E ieri, queste posizioni sono
emerse in tutta la loro dimensione. Nella sala riunioni il clima era
molto teso. C'era chi aspettava solo l'occasione per far sapere alla
segretaria che la musica stava cambiando e che a cambiarla era stata
lei. A quanto pare, le spiegazioni fornite da Francesca Ticca agli
organi d'informazione non sono sembrate del tutto convincenti.
NO COMMENT Il problema è che dal direttivo Uil non è trapelato nulla.
Bocche cucite, giusto qualche indiscrezione («per favore niente nomi,
non ora almeno») che comunque racconta di un pomeriggio difficile, di
una leader messa alle strette e costretta a difendersi. Ma senza
schiodarsi di un millimetro. «Sono una vittima in questa situazione,
coi bonifici non c'entro e denuncerò banca e giornalisti», avrebbe
detto Francesca Ticca in risposta a chi la incalzava.

TENTATIVI In tanti hanno provato a convincerla della necessità di una
“soluzione onorevole”, anche se nessuno si è spinto a chiedere
apertamente le dimissioni, nell'interesse del sindacato che avrebbe
l'obbligo di dare un importante segnale all'esterno, specie in periodi
come questi. Invece no, nessuna apertura e, dopo quasi quattro ore di
accesa discussione, la seduta è stata sospesa per riaggiornarsi a oggi
o a domani. Un epilogo inatteso per quanti, e non erano pochi,
speravano di risolvere la pratica in giornata. Non avevano fatto i
conti con la determinazione di una donna che alla Uil aveva
sbaragliato la concorrenza maschile lasciando tutti di stucco.

LA RIPRESA Dalla riunione di ieri sarebbe dovuto uscire un documento
con la sintesi delle varie posizioni e delle diverse argomentazioni
sul tema del giorno. Anche per far sapere agli iscritti e all'opinione
pubblica che la Uil non si sarebbe nascosta. I commenti di questi
giorni sui social media si sprecavano. Tutti pretendevano chiarezza e
trasparenza nel comportamento dei responsabili di una istituzione
quale il sindacato. Possibile che una convergenza sul comunicato la si
avrà dopo il secondo round di quella che si profila come una sorta di
resa dei conti interna alla Uil sarda. Non resta che attendere.

L'INCHIESTA Nel frattempo le indagini della Procura sassarese vanno
avanti. Il Banco di Sardegna, nell'esposto presentato lo scorso
dicembre, ha scritto nero su bianco le anomalie relative a dieci
trasferimenti sospetti di denaro all'estero. In particolare, a colpire
maggiormente, è stato il bonifico su una banca svizzera di 76 mila
euro del conto “Uil Sardegna - Emergenze 2013”, aperto due giorni dopo
il passaggio del ciclone Cleopatra nell'Isola. Denaro rimasto giacente
per qualche anno e mai arrivato ai veri destinatari della raccolta
fondi, ovvero le popolazioni colpite dal nubifragio.

Secondo Francesca Ticca, quelle transazioni anomale sarebbero state
fatte dal marito della tesoriera Angela Lobrano, dipendente
dell'istituto di credito nello sportello di Villanova Monteleone.
L'uomo, licenziato dalla banca, è stato denunciato dalla moglie e
dalla stessa segretaria Uil.
Vito Fiori

La battaglia di Fratelli d'Italia contro la legge

No allo Ius soli: via alle firme


Fratelli d'Italia si prepara a dare battaglia contro il disegno di
legge dello Ius soli. E lo fa presentando una petizione che trae
spunto dallo slogan “l'Italia a chi la ama” perché, secondo il
deputato Bruno Murgia, «la cittadinanza non è qualcosa di accidentale,
ma il frutto della trasmissione secolare di valori condivisi». Ieri
mattina a Cagliari, Murgia ha presentato la campagna di raccolta
firme, assieme ai colleghi di partito, Paolo Truzzu e Salvatore
Deidda, al coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci e
all'ex assessore Giorgio La Spisa. La tesi è che dietro l'acceso
dibattito sul disegno di legge ci sia «una strumentalizzazione
soprattutto per ottenere consenso elettorale», spiega Deidda.

La legge in vigore, quella scritta da Claudio Martelli nel 1992 è una
norma «che va benissimo e dunque non si capisce questa insistenza nel
volerla cambiare». Cappellacci si sofferma sugli effetti di un
provvedimento che rischia di «aprire un fronte pericoloso e
incontrollabile». Stessa cosa per Truzzu, convinto che «l'idea di
regalare la cittadinanza non serva a migliorare l'integrazione». L'ex
assessore La Spisa intravede un «attacco all'appartenenza nazionale,
attraverso lo scardinamento della famiglia».
La raccolta delle firme ha come traguardo la richiesta di un
referendum abrogativo qualora lo Ius soli diventi legge a tutti gli
effetti. L'alternativa, però, c'è: «Vinciamo le elezioni e cancelliamo
un provvedimento negativo», conclude Bruno Murgia. (m. s.)

SELARGIUS. Il neo eletto sindaco ha convocato il primo Consiglio comunale Inizia l'era di Gigi Concu, giovedì il giuramento


La convocazione ufficiale è arrivata: giovedì si terrà il primo
Consiglio comunale dell'era Gigi Concu. Primo incontro in Municipio,
dopo le elezioni dell'undici giugno e il ballottaggio del venticinque,
che ha portato alla riconferma del centrodestra, pronta a guidare
Selargius per i prossimi cinque anni. Seduta di rito, all'ordine del
giorno tre soli punti: la proclamazione dei consiglieri eletti, il
giuramento del primo cittadino e la nomina della commissione
elettorale.

Tra vecchie e nuove facce i lavori di piazza Cellarium riprendono.
Salvo cambi di scena, si dovrà attendere ancora qualche giorno per
conoscere la composizione della Giunta. Ma intanto sembrano quasi
certe le indiscrezioni che ipotizzano un esecutivo composto da quasi
tutti gli assessori dell'ex sindaco Gian Franco Cappai. Confronti e
trattative tra i partiti della coalizione procedono senza sosta, ma
secondo i ben informati dovrebbero essere riconfermati almeno Sandro
Porqueddu (ex assessore al Bilancio), Fulvia Perra (numero uno ai
Servizi sociali nella precedente legislatura) e Gabriella Mameli (ex
presidente del Consiglio).

Con loro Gigi Gessa, esponente di Forza Italia e consigliere in
assoluto più votato nella storia delle amministrative locali. Forte
del suo record di preferenze dovrebbe avere la strada spianata e
ottenere una poltrona. Secondo i ben informati ci sarebbero ancora
alcune indecisioni all'interno di Sardegna 20 venti, in lizza per un
assessorato l'ex consigliere Giuliano Palmieri e Pierpaolo Ambu,
assessore al Bilancio dal 2007 al 2012. Resterebbero da collocare Anno
Zero e Fratelli d'Italia, per i quali sembrerebbe pronto un ruolo di
primo piano nelle commissioni ai Lavori pubblici e all'Urbanistica. Ma
per l'ufficialità bisognerà attendere ancora.
Sara Marci

PORTO TORRES. Incontro con il sindaco Wheeler: «Almeno non si ruba più» Blitz di Beppe Grillo in città: «Difficile amministrare i sardi»


«In due anni di amministrazione a Porto Torres potevamo fare di più,
ma abbiamo contro Regione e Governo». Il leader del Movimento 5
Stelle, Beppe Grillo, nella visita a sorpresa in città, di fronte alla
rabbia dei cittadini, punta il dito sul governo regionale e nazionale.
Un blitz dell'ex comico genovese accompagnato dal deputato Riccardo
Fraccaro, per un vertice con il sindaco Sean Wheeler e i componenti
della maggioranza pentastellata sul “fondo rotativo energetico”, un
progetto sugli incentivi sul fotovoltaico. L'intenzione è quella di
far partire proprio a Porto Torres un progetto pilota, per compensare
in qualche modo la mancata attuazione del reddito di cittadinanza, uno
dei punti cardine del programma 5 Stelle, mai decollato.
POLEMICHE L'incontro è iniziato nella piazza davanti al Municipio. Il
leader 5 Stelle è stato preso d'assalto da alcuni cittadini alterati.
«Questo sindaco non ha fatto niente - accusa una donna - la città è
indecorosa, siamo travolti dai rifiuti e la piazza del Comune ridotta
così non l'avevamo mai vista. Nei giardini non c'è un fiore, né
un'aiuola». Una giovane rincara la dose, parlando delle mancate
autorizzazioni per le esibizioni musicali in piazza. Taglia corto nei
confronti di chi gli chiede un commento sull'operato del primo
cittadino «Avete ragione - dice - ma se potessi prenderlo…».

GIUSTIFICAZIONI All'origine di tutti i mali, secondo il leader 5
Stelle le limitate risorse comunali dovute alla riduzione dei
trasferimenti dei fondi regionali e nazionali. «Quando hai la Regione
contro, una struttura avversaria che è lì da 20 anni, circa 40 persone
dipendenti Geosar che si occupavano delle manutenzioni e che ora non
ci sono più, è difficile garantire il decoro, anche se la piazza del
Comune dovrebbe essere una chicca». Per trovare soluzioni alle
criticità di un comune e del suo patrimonio archeologico, come la
Basilica di San Gavino a rischio crollo, Grillo propone di «portare
avanti idee, alternative ai soldi che non ci sono, creando eventi
sulla rete». «In questa città è tutto più complicato», aggiunge
Grillo, «ma la situazione del Paese la dobbiamo cominciare a cambiare
ognuno dentro di noi, perché dobbiamo scontare quello che è stato
fatto 20 anni prima e questo richiede del tempo. Ma di sicuro oggi non
si ruba più».

SARDITÀ Una battuta sui governi 5 Stelle nell'Isola. «È difficile
amministrare in Sardegna. Sapete perché qua non attecchisce la mafia?
Perché tre sardi insieme avrebbero tre idee diverse di mafia. Non è
semplice mettervi d'accordo». La politica nazionale entra di
prepotenza nelle sue dichiarazioni. «Renzi finito? Renzi non è mai
iniziato». Nel pomeriggio l'ex comico è partito a Olbia per
raggiungere la famiglia giunta in vacanza in Sardegna.
Mariangela Pala

La Nuova


La segretaria regionale scrive a Carmelo Barbagallo che avvia gli

accertamenti. Sospesa la riunione dell'esecutivo

Ticca: «La Uil verifichi il mio operato»


di Daniela Scano
SASSARIUna verifica immediata e minuziosa da parte della Uil nazionale
e della tesoreria sull'operato di Francesca Ticca. A chiederla e a
ottenerla a tempo di record dal segretario nazionale della Uil,
Carmelo Barbagallo, è stata, ieri mattina, proprio la segretaria
regionale della Uil Sardegna. Francesca Ticca ha affrontato così la
tempesta per la vicenda dei conti svuotati tra l'agosto e l'ottobre
del 2016 da un impiegato del Banco di Sardegna, marito di una sua
stretta collaboratrice. L'uomo, all'epoca in servizio nella filiale di
Villanova Monteleone, dell'istituto di credito è stato successivamente
dichiarato disabile totale a causa di una malattia neurologica
degenerativa che gli ha provocato una atrofia cerebrale e una
patologia psichiatrica di cui, fino a quando non è stato scoperto
l'ammanco, nessuno si era reso conto.In attesa che faccia il suo corso
la inchiesta della magistratura cagliaritana, cui si era rivolto nel
dicembre scorso il direttore generale del Banco Giuseppe Cuccurese,
Francesca Ticca ieri ha deciso di fare chiarezza una volta per tutte.

Lei, che ha visto anche il suo conto personale svuotato e dirottato
all'estero dal bancario, chiede ai vertici del suo sindacato di
verificare la sua condotta e si mette «a disposizione
dell'organizzazione, convinta come sono di avere operato oggi e sempre
nell'interesse e salvaguardia della Uil e Uil Sardegna». In un
comunicato la Uil nazionale sottolinea «l'esplicita sollecitazione
della segreteria sarda, che si considera parte lesa in questa
vicenda».«La segreteria nazionale - si legge nella nota - ha
predisposto una verifica di tutti gli atti e di tutte le operazioni a
cui si fa riferimento». Operazioni che riguardano i bonifici fatti dal
conto della Uil regionale, contenenti i fondi di solidarietà per gli
iscritti in difficoltà e quelli raccolti per aiutare gli alluvionati
del 2013. Soldi finiti in un conto svizzero insieme a quelli di altri
correntisti, tra cui la Ticca e la moglie del bancario e
collaboratrice della segretaria regionale Uil.

Oltre al Banco, anche
Francesca Ticca e la Uil hanno sporto denuncia. Ieri, intanto, a
Cagliari, Ticca ha riunito i vertici regionali della Uil per spiegare
l'accaduto e perché - in considerazione dei delicatissimi retroscena
umani - non ha reso pubblica prima una vicenda di cui aveva comunque
informato i vertici nazionali del sindacato. La riunione con
l'esecutivo, nel pomeriggio, è stata caratterizzata anche da momenti
di tensione. A chi le chiedeva se riteneva di dovere fare un passo
indietro, la segretaria Uil ha risposto che non ci pensa neppure. «Io
- ha dichiarato - sono persona offesa in questa vicenda, non vedo
perché dovrei dimettermi». L'incontro è stato sospeso e aggiornato a
quando si conosceranno i risultati delle verifiche disposte dalla Uil
nazionale.


A Oristano i primi cittadini decidono di tracciare la road map della battaglia: «Ora giunta e consiglio si siedano con noi per discutere il futuro della sanità» La rivolta dei sindaci stop alla riforma


di Luca Rojch
SASSARIImpossibile muoversi nella folla dei campanili. La giunta tenta
lo slalom impossibile. La riforma della rete ospedaliera. L'obiettivo
è umile come trasformare il rame in oro. Riuscire a ridurre i 29
ospedali di cui è punteggiata l'isola in pochi grossi centri, più o
meno uno per capoluogo, e tanti presidi nel territorio è la madre di
tutte le riforme. Perché nessun sindaco è pronto ad accettare la fine
del proprio ospedale. Un po' per orgoglio di campanile, un po' perché
l'ospedale è una piccola fabbrica di posti di lavoro e benessere. Un
po' perché anche l'ospedale è uno di quei servizi essenziali che serve
per evitare lo spopolamento. I sindaci degli ospedali si sono trovati
a Oristano. A guidarli il presidente dell'Anci Emiliano Deiana e
quello del Cal Andrea Soddu.

Insieme hanno stabilito la road map. «La
riforma della rete ospedaliera così come è va respinta - spiega Deiana
-. La giunta si deve sedere con noi e discutere a oltranza fino a
quando non si trova una linea comune». In sintesi stop alla riforma.Il
treno in corsa. L'obiettivo dei sindaci è molto ambizioso, anche
perché la riforma è un treno in corsa già partito da mesi. Il testo
elaborato dalla giunta è ora nelle mani della commissione regionale
che lo esamina a tappe forzate prima dell'arrivo in aula. Accettare la
proposta dei sindaci significa rallentare la corsa. Rifiutarla
porterebbe a una rivolta dei territori. Difficile che Sorgono, La
Maddalena, Ozieri, Thiesi, Tempio accettino la rifunzionalizzazione
del loro ospedale. Termini e sostanza. La Regione non parla mai di
cancellare gli ospedali, ma di riformare la rete e specializzare i
presidi. Ma per sindaci e comunità la formula deve essere letta in
un'altra maniera.

Chiusura o ridimensionamento dell'ospedale. E nessun
sindaco si potrebbe affacciare dal balcone con la fascia tricolore e
annunciare la cancellazione dell'ospedale di città. Il vertice. A
Oristano non c'erano solo i sindaci dei Comuni degli ospedali più
piccoli, ma anche Massimo Zedda, primo cittadino di Cagliari, e Nicola
Sanna, Sassari. In fondo loro da questa riforma ci guadagnerebbero.
Sassari e Cagliari sono i due perni intorno a cui ruota la riforma. Ma
anche loro hanno condiviso la proposta. A oltranza. Deiana sintetizza
in pochi concetti la posizione dei Comuni. «C'è stata una convergenza
unitaria. Dal sindaco di Cagliari a quello di Tempio e di Sorgono.
Tutti hanno espresso come minimo un giudizio di perplessità sulla
riforma della rete ospedaliera - dice Massimo Deiana -. Sia per
l'accelerazione che è stata impressa sia nel merito. Se non c'è un
territorio che si sente tutelato dalla riforma vuol dire che qualcosa
non va. È necessario rivedere l'impianto. Ma nell'ottica di migliorare
la riforma. Vogliamo difendere i territori. E siamo convinti lo si
possa fare senza creare sprechi o doppioni. Noi attendiamo una
apertura dalla giunta e dal consiglio. Vogliamo discutere con loro. Io
propongo di applicare il metodo Reis.

Quando c'è stato da discutere
del reddito di inclusione sociale ci siamo seduti con l'assessore.
Siamo rimasti al tavolo fino a quando non si è arrivati a una
soluzione condivisa. Crediamo si possa fare lo stesso anche per la
rete ospedaliera».Nessuno stop. Deiana rimanda al mittente anche
l'accusa di voler fermare la riforma. «Il nostro non è un attendismo
tattico - conclude -. Vogliamo lavorare per una riforma giusta e
condivisa, che tenga insieme i territori. Vogliamo parlare con
l'assessore, esprimere i nostri dubbi e quello che non condividiamo.
Noi siamo interlocutori e non legislatori, ma possiamo contribuire a
costruire insieme il vestito più adatto per la sanità sarda». Poi la
strategia. «Si è concordato di chiedere alla giunta e al consiglio un
supplemento di analisi degli elementi della riforma partendo da alcuni
punti fissi. Per prima cosa la lotta agli sprechi e alle inefficienze.
Poi abbiamo detto un secco no alla logica ragionieristica dei soli
numeri. Per noi è indispensabile la tutela del diritto alla salute
delle persone che vivono nelle aree periferiche della Sardegna.
Abbiamo costituito unitariamente un gruppo di lavoro che avvii il
dialogo per una riforma vera, equa, umana e riferibile ai principi
costituzionali per i cittadini. L'Anci e i sindaci hanno concordato
sulla necessità di compattezza dei territori rispetto ad alcune
tendenze che mirano a depauperare i territori di servizi fondamentali.
Gli enti locali, senza nessuno spirito di campanile, si pongono come
interlocutori della giunta e del consiglio sulla riforma attraverso
l'Anci e il Cal non l'intento di correggere in modo deciso le
impostazioni accentratrici in materia di tutela della salute».

L'assessore regionale spiega la filosofia della rivoluzione dei

presidi nell'isola «Se applicassi la legge resterebbero 14 ospedali. Puntiamo alla specializzazione»

Arru: «Pronto a discutere ma si deve intervenire»


SASSARI
Luigi il riformatore non ha il pugno di ferro, ma da subito ha scelto
la linea del dialogo. L'assessore alla Sanità non ha paura di spiegare
in quale modo la rete ospedaliera della Sardegna è stata rivisitata.
«In una chiave di efficienza e di miglioramento del servizio». Dice da
subito. «La mia disponibilità al dialogo è massima e sono disposto a
sedermi a discutere con i sindaci - afferma Arru -, ma la riforma
della rete ospedaliera deve essere fatta».La tagliola. Arru dà subito
un paio di numeri. «Se la Regione avesse applicato in modo rigido
quanto prevede la legge avrebbe dovuto cancellare 15 ospedali su 29 -
afferma -, non ne verrà toccato nessuno. Tutti saranno migliorati.
Saranno inseriti all'interno di un concetto di rete. Dal punto di
vista gestionale c'è un ospedale che comanda, gli altri avranno
servizi che si dovranno integrare ospedale madre».In fondo alla
classifica. Con una spesa monstre di oltre 3,2 miliardi di euro per la
sanità la Regione deve risparmiare sui costi e migliorare il servizio.

«La rete ospedaliera attuale corrisponde ad un modello datato, fermo
agli inizi del 2000 - spiega Arru -. Gli indicatori sull'uso degli
ospedali sardi ci dicono che la Sardegna è ultima in Italia per
modalità di uso dell'ospedale. Significa che si ricoverano negli
ospedali per acuti persone affette da patologie di bassa media
complessità e per tempi superiori alla media italiana. Il Piano
nazionale esiti evidenzia che affianco a reparti ospedalieri che hanno
standard di qualità elevati, troppi sono quelli che hanno un basso
volume di attività, casistica operatoria per esempio al di sotto della
soglia consigliata. Il modello ospedaliero sardo si sviluppa su 29
ospedali pubblici».

Nessun taglio. Il mantra che Arru continua a
ripetere senza stancarsi è sempre lo stesso. «Nessun piccolo ospedale
verrà chiuso - spiega -. Ognuno avrà un ruolo. Ospedali per acuti con
nuovi reparti con specializzazioni assenti, con una organizzazione a
rete che permette integrazione. Il nostro obiettivo è garantire per
tutti i sardi gli stessi trattamenti sanitari, sia che vivano nelle
grandi città, sia che vivano nelle aree rurali».L'infarto. Arru cerca
di spiegare meglio qual è lo spirito della riforma. «Se viene un
infarto a una persona che sta a Sorgono cosa deve fare? E cosa fa
oggi? Viene preso e portato a Nuoro nel reparto di Emodinamica. Con
l'approvazione della riforma accadrà la stessa cosa. Nessun ospedale
sarà cancellato, nessun servizio sarà negato ai cittadini. Ma al
contrario ogni presidio avrà una specializzazione. Esiste un tipo di
infarto che richiede un intervento qualificato entro un'ora di tempo.
Faccio un altro esempio. Chi si farebbe curare un tumore in un piccolo
ospedale in cui si fanno quattro interventi all'anno? Ecco noi
vogliamo evitare queste situazioni».

Ambulanze volanti. Per superare
le difficoltà dei collegamenti in Sardegna la Regione punta sul
potenziamento dell'elisoccorso. «Il bando è già fatto - continua Arru
-. Abbiamo creato una rete con ambulanze volanti. Potranno garantire
la salvezza per molte persone. In caso di emergenza arriveranno in
tempi record nei centri specializzati. Ritorno all'esempio
dell'infarto e parlo di uno degli ospedali al centro della polemica,
il Paolo Merlo alla Maddalena. Se viene un infarto oggi a un cittadino
della Maddalena oggi si va in traghetto, domani si volerà in un attimo
in elicottero a Olbia. Stessa cosa per i parti problematici. Oggi una
donna ha partorito in ospedale alla Maddalena. Nessuno lo sa, perché è
un'attività di routine. Non tutti parti sono un'emergenza. Ma in caso
di necessità si potrà partorire a Olbia. Anche a Carloforte e in molti
centri del Nuorese si partorisce in modo programmato negli ospedali
attrezzati. Il vero pericolo è l'emergenza post partum». In fondo il
nodo è tutto nel cuore della riforma.

La Regione pensa a una rete
ospedaliera che abbia grossi epicentri e strutture satellite
iperspecializzate in alcuni ambiti. Con gli elicotteri a fare da
ambulanze e il sistema a garantire un'isola iperconessa in tutti i
suoi centri di cura. La spesa. «Su tre miliardi di euro di
finanziamento del sistema sanitario, quasi la metà viene utilizzata
per i servizi ospedalieri. Molto spesso svolgono funzioni che
dovrebbero essere fatti sul territorio. Se si vuole continuare a
evitare i ticket sui farmaci, la Sardegna è una delle due regioni che
non applica il ticket sui farmaci, o di applicare nuove tasse bisogna
trovare le risorse attraverso il miglioramento della rete i
ospedaliera». I nodi. Arru deve affrontare non solo la rivolta dei
sindaci davanti alla riforma della rete, ma anche le emergenze
quotidiane che la riforma del sistema porta. La riduzione del sistema
a una Asl unica con 5 azienda ha portato anche a una riforma profonda
di tutta la macchina. Come le gare per i prodotti che vengono
utilizzati negli ospedali. Per anni si è andati avanti senza farle. La
spesa si è moltiplicata. Ma i bandi per avere forniture per tutte le
Asl hanno portato a dei buchi nel sistema. In cui sono mancati farmaci
o presidi chirurgici. (l.roj

Improvvisata del leader del Movimento 5 Stelle in municipio

Ha incontrato il sindaco Wheeler e i consiglieri comunali

Grillo, toccata e fuga a Porto Torres: «Soli contro tutti»


di Pinuccio Saba
PORTO TORRESPer il leader dei 5 Stelle Beppe Grillo, il primo impatto
con i cittadini di Porto Torres è stato traumatico. O quasi. Arrivato
davanti al municipio in compagnia dell'ex vice sindaco Sebastiano
Sassu, Beppe Grillo è stato bloccato da due donne che lo hanno
invitato a sollecitare sindaco, giunta e maggioranza che amministrano
la città. Le due donne hanno elencato le difficoltà a operare in città
con l'amministrazione che «ci boccia puntualmente ogni nostro
progetto. Nessuna iniziativa, niente musica o spettacoli», ha detto
una delle due donne mentre la seconda ha evidenziato i problemi legati
al decoro e alla pulizia della città, a partire proprio dalla piazza
del Comune. «È vero - ha ammesso Beppe Grillo - ma stiamo lavorando
per risolvere anche questi problemi».Problemi legati alla mancanza di
risorse, che però non significa che bisogna attendere sempre i
finanziamenti statali. Sollecitato da un'associazione culturale (che
chiedeva un sostegno "morale" per recuperare risorse a favore della
basilica di San Gavino) Grillo ha ribadito che «soldi non ce ne sono e
non ce ne saranno. Bisogna avere idee, progetti, e se l'idea è buona,
il progetto è valido i finanziamenti arriveranno, anche dai privati».

Un fiume in piena, il leader del Movimento 5 Stelle, che ha
sottolineato le difficoltà che incontrano gli amministratori
pentastellati. «Siamo sempre sotto osservazione in modo che gli altri
possano dire "ve lo avevamo detto, questi non sanno amministrare un
comune, figurarsi uno stato - ha detto Grillo - . A Roma, Torino, sono
tutti contro di noi. Con la stampa nazionale (di proprietà delle
banche) sempre a starci addosso. Non sapete - ha aggiunto rivolto ai
cronisti che lo attendevano fuori dall'ufficio del sindaco Sean
Wheeler -, non avete idea di cosa significhi amministrare avendo tutti
contro. Governo e regioni fanno di tutto per ostacolarci, negando
un'autorizzazione o ritardando una firma. Sempre lì a vedere cosa
facciamo e cosa non facciamo».Il leader dei 5 Stelle ha spiegato poi
che «non è semplice risolvere i problemi che ci hanno lasciato decenni
di malgoverno. È impossibile mettere le cose a posto in pochi mesi.
Ora però siamo al governo delle città e posso dire che i nuovi
amministratori adesso non rubano».

E a chi chiedeva se gli altri
amministratori di Porto Torres avessero rubato, è arrivata la risposta
categorica: «Certo, perché i lavori venivano assegnati sempre alle
stesse imprese, gli incarichi sempre agli stessi professionisti. Noi
invece facciamo tutto attraverso i bandi pubblici, anche a carattere
europeo. E questo è un passo avanti che, però, deve essere raccolto da
tutti i cittadini, deve essere un movimento che accomuna tutti». Una
visita inattesa, quella di Grillo al Comune di Porto Torres, che -
come al solito - ha scatenato una ridda di ipotesi anche perché si è
presentato in compagnia dell'ex vice sindaco che si era dimesso "per
motivi personali" che secondo i soliti bene informati erano solo
divergenze con gli altri componenti della giunta e con il sindaco.
Voci di corridoio impossibili da confermare.

Come è difficile
verificare la teoria che vorrebbe Beppe Grillo nelle vesti di
pacificatore di una maggioranza che sarebbe in sofferenza. Voci, solo
voci, è bene ricordarlo.Un Beppe Grillo, invece, nelle solite vesti di
trascinatore, almeno dei consiglieri di maggioranza. Nessun contato
con i cittadini, se non le due donne che lo avevano stoppato davanti
al municipio, anche se va detto che la visita del leader è stata una
vera sorpresa. Una visita servita, se non altro, a sostenere la
maggioranza che ha due anni governa Porto Torres.

Il documento politico discusso dal Pd prevede dietrofont su campus

universitario, ciclabili e Sirio Crisi comunale: inversioni di rotta in vista


SASSARI
La necessità di premere sull'acceleratore è condivisa da tutte le
anime del Pd, e il primo a volerlo è lo stesso segretario regionale
Cucca. Ma trovare la sintesi non è così immediato. E infatti non è
bastato il vertice di ieri in via Mazzini per mettere definitivamente
nero su bianco il progetto politico dal quale ripartire. Se ne riparla
giovedì. Il documento programmatico sembrerebbe molto stringente, con
una serie di correzioni di rotta che toccano i punti nevralgici delle
scelte amministrative precedenti. Forse è anche per questo che
digerire tante sottolineature comporta più tempo. Soprattutto da parte
del sindaco e dei suoi sostenitori, visto che le inversioni di marcia
si concentrano essenzialmente su diverse scelte che portano con sè il
marchio di fabbrica di Nicola Sanna. Tipo: progetto del campus
universitario nella caserma Lamarmora.

O ancora: gli sviluppi della
metropolitana di superficie rispetto al disegno originario dell'era
Ganau. Il tempo stringe e i finanziamenti cominciano ad essere a
rischio. E ancora certe scelte contestate in tema di piste ciclabili,
che alcune anime del Pd non hanno condiviso con entusiasmo. Insomma,
se queste inversioni di marcia entrano davvero a far parte delle nuove
linee programmatiche, il sindaco d'ora in avanti avrà ben pochi spazi
di discrezionalità e verrà marcato con un pressing a tutto campo. Non
si tratta di un commissariamento bello e buono, ma di qualcosa che si
avvicina molto.E un test ulteriore di ciò che potrebbe succedere da
qui a una settimana, saranno certamente i nuovi assetti
dell'esecutivo. A quanto pare la giunta 2.0 non è altro che una
riproposizione fotocopia degli assessori dimissionari, forse con
qualche delega mischiata. L'ago della bilancia perché la
difficilissima operazione si concretizzi è ancora l'ex vicesindaco
Gianni Carbini. Il suo rientro nei ranghi, dopo un'uscita di scena
così dura e clamorosa, sarebbe il primo ricamo per la completa
ricucitura di tutti gli strappi. Tutti gli assessori dimissionari in
quel caso ritornerebbero al proprio posto, da Fabio Pinna a Raffaella
Sau, che pur avevano usato toni duri nei loro congedi. Ma anche la
riproposizione di un governo idendico al passato però la dice lunga
anche sulla volontà vera di un cambio di passo. Se gli attori restano
identici, difficilmente il film avrà colpi scena. A meno che la
responsabilità non la si voglia caricare tutta sulle spalle del
regista, o togliergli dalle mani la macchina da presa. (lu.so.)

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca



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