giovedì 20 luglio 2017

Rassegna stampa 20 Luglio 2017

La Nuova Sardegna

Riforma degli ospedali: Nuoro è un caso difficile

L'imbuto c'è ancora, solo una parte delle strettoie è stata allargata dal centrosinistra a colpi di piccone, spesso necessario anche quando c'è di mezzo la sanità. Se è vero che i piccoli ospedali sono stati messi al sicuro nei primi vertici di maggioranza, ora da far saltare ci sono i macigni più grandi. Sono qesti: le possibile promozioni del distretto sanitario nuorese e di quello dell'accoppiata Alghero-Ozieri.

Poi ci sono anche altri due casi: Ghilarza e Lanusei, con la richiesta di un possibile potenziamento però ancora tutto da scrivere. Su questi quattro macigni il centrosinistra s' è preso ancora qualche giorno di tempo per «trovare quell'accordo che soddisfi le esigenze dei territori e le richieste dei partiti della coalizione», ha detto Raimondo Perra del Psi, presidente della commissione sanità. Commissione che nel frattempo ha portato a casa un nuovo risultato: il via libera a un'altra ventina di emendamenti. Il traguardo è lontano, sono ancora 500 quelli da discutere, ma l'accelerazione c'è stata dopo l'accordo di rinviare al 5 settembre il voto finale in commissione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera.

Doppio binario. Per uscire dall'impasse, oltre allaquestione ormai risolta della data, il centrosinistra ha escogitato una soluzione intelligente: l'alternanza fra i vertici di maggioranza e le riunioni di commissione. In parole spicce accade questo: la sera i partiti della coalizione si riuniscono, cercano l'intesa non sempre facile sulle correzioni alla bozza della giunta e l'indomani le portano in commissione dove, a quel punto, il via libera è scontato. È un doppio binario che finora ha funzionato ed è servito a scongiurare una «preoccupante navigazione a vista - così ha detto un consigliere di maggioranza - che poteva mandarci in crisi in qualunque momento».

Ci avessero pensato prima forse anche la scadenza di metà agosto - come avrebbe voluto soprattutto il governatore Pigliaru – sarebbero riusciti a rispettarla. Pazienza.I quattro casi. Il primo è quello di Nuoro: la richiesta è far salire di un posto nella graduatoria l'ospedale San Francesco. Nella bozza è solo un primo livello, ma l'esigenza è farlo diventare di secondo. La differenza non è da poco, ad esempio dovrà avere in più il reparto d'emergenza per far fronte agli ictus, ma ci sono alcuni paletti ministeriali ancora da superare.
Pare che, a piccoli passi, il centrosinistra abbia trovato uno spiraglio per garantire il «massimo dell'offerta sanitaria» anche al San Francesco.

Non è molto diverso il caso del polo Alghero-Ozieri: nella bozza è di fatto un distretto satellite dell'Azienda universitaria di Sassari, punta invece ad avere una sua autonomia. Qui la soluzione dovrebbe essere questa: evitare i reparti doppione senza cancellare le eccellenze di Alghero soprattutto nella chirurgia ortopedica. Dopo l'ultimo vertice, anche su questo caso c'è stata una prima schiarita. Ghilarza invece vorrebbe essere qualcosa in più di un presidio dell'Azienda per le emergenze-urgenze, l'Areus. Pare ci sia la possibilità concreta che alla fine abbia un reparto di chirurgia più strutturato.

C'è infine l'ospedale di Lanusei: qui la soluzione prospetta dovrebbe essere un collegamento ancora più diretto e continuo con il distretto regionale di Cagliari, tanto da garantire sempre «un'offerta sanitaria molto ampia in quasi tutti i giorni della settimana». Fra oggi e domani il centrosinistra spera di risolvere anche questi quattro casi difficili.Il resto della platea. Per adesso l'opposizione è rimasta ancora sulle sue. Sui primi emendamenti presentati dalla maggioranza non ha dato battaglia, ma qualcosa l'ha chiesto. Questo: «Che, nel frattempo, i manager delle Aziende sanitarie blocchino le riorganizzazioni in corso e aspettino di conoscere la nuova Rete approvata dal Consiglio». È una condizione prioritaria, ha detto Giorgio Oppi dell'Udc e lo stop alle fughe in avanti è stato accettato.

C'è dell'altro: il consigliere regionale di Mpd Daniele Cocco ha presentato un'interrogazione urgente per denunciare lo spreco nell'acquisto dei reagenti negli ospedali. «Al Brotzu li pagano 7 euro, altrove 17: perché?». L'assessorato alla Sanità ha assicurato che interverrà, ma la replica di Cocco è stata: «Lo deve fare subito, altrimenti la spesa continuerà a crescere e sarà difficile fermarla». Anche i sindacati, dopo lo sciopero d'inizio luglio, hanno sollecitato un nuovo incontro con la Regione: «Pare che finalmente sia cominciata la stagione del dialogo, ora vogliamo essere coinvolti», hanno scritto in un comunicato e aspettano di essere convocati in tempi brevi. Infine, i 5 Stelle hanno sollevato alla Camera il caso delle assunzioni interinali.. «In Sardegna è il caos», hanno scritto in un'interrogazione urgente indirizzata al ministro della salute. (ua)


La Nuova Sardegna

All'esame dell'Ufficio di presidenza il caso dell'ex consigliere
regionale condannato dalla Cassazione
L'ex Idv Salis rischia di perdere il vitalizio

CAGLIARILa sentenza definitiva per peculato presto potrebbe far
decadere anche dal vitalizio mensile l'ex consigliere regionale
Adriano Salis dell'Idv. Una ventina di giorni fa la Cassazione ha
confermato la condanna a un anno e mezzo di reclusione, emessa dalla
Corte d'appello, per l'uso illegittimo di 65mila euro destinati al
gruppo misto nella tredicesima legislatura. Oltre a essere il primo
imputato condannato in via definitiva, a questo punto Salis potrebbe
essere anche il primo a vedersi sospeso l'assegno mensile che per lui
è di 3.520 lordi e 2.255 netti. Il caso è stato preso in carico pochi
giorni fa dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, composto
dal presidente dell'aula Gianfranco Ganau, dai due vicepresidenti e
dai questori. Ed è entrato far parte dell'ordine del giorno dopo che
il segretario generale ha sollevato un «evidente contrasto» - testuale
- tra il regolamento interno e quanto previsto dal codice penale sulle
cosiddette pene accessorie. Nel caso specifico, l'interdizione dai
pubblici uffici. Contrasto da sanare proprio perché dopo la condanna
definitiva per Salis dovrebbe scattare anche la sospensione dal
beneficio del vitalizio.

C'è ancora un po' di tempo per decidere visto
che all'Ufficio di presidenza ancora non è stato notificato il
dispositivo della recente sentenza della Cassazione, ma è chiaro che
ormai è solo questione di giorni. Quindi, in estrema sintesi, quando
ci sarà la notifica del dispositivo il Consiglio dovrà essere pronto a
tagliare immediatamente l'assegno mensile a Salis e poi eventualmente
agli altri ex consiglieri che potrebbero vedersi confermata anche loro
in Cassazione la condanna per i fondi ai gruppi.Vicepresidente in
bilico. È Ignazio Locci di Forza Italia, che a fine giugno è stato
eletto sindaco di Sant'Antioco. Lo Statuto speciale impone
l'incompatibilità fra i sindaci dei Comuni con oltre 10mila abitanti,
è il caso di Sant'Antioco, e il seggio di consigliere regionale.
Martedì la giunta delle elezioni chiederà a Locci di scegliere fra i
due incarichi politici.

Il caso sarà portato anche all'attenzione del
Consiglio, sempre martedì, e a quel punto Locci avrà dieci giorni per
decidere se rimanere in Consiglio o trasferirsi in Comune. Però,
secondo alcune indiscrezioni, il vicepresidente sarebbe intenzionato a
opporsi all'imposizione della giunta per le elezioni.Ricorso
inaspettato. Emanuele Cera di Forza Italia aveva annunciato che non
avrebbe ricorso al giudice ordinario per la sua mancata nomina a
consigliere regionale al posto di Oscar Cherchi, sospeso dopo la
condanna in primo grado per i fondi ai gruppi. Invece il ricorso l'ha
presentato ed è contro il Consiglio, che gli ha preferito Domenico
Gallus, secondo dei non eletti nel collegio di Oristano, per una
questione d'incompatibilità. Ieri la giunta delle elezioni ha deciso
di costituirsi in giudizio.

Comune, Nanni Campus lancia la sfida
Oggi la presentazione di Sassari libera, prima lista di un ampio
progetto civico che sosterrà la candidatura dell'ex sindaco

di Giovanni Bua
SASSARIPer ora è solo il "primo sponsor", ma il complicato puzzle a
cui da mesi in molti stanno lavorando senza sosta, e nel quale pian
piano tutte le tessere stanno andando a posto, ha una figura chiara
impressa sopra: quella dell'ex sindaco Nanni Campus.Lui sarà il
protagonista del tentativo di replicare il colpaccio del 2000, quando
un centrodestra rampante affondò il coltello in una sinistra, in
particolare i Ds, che viveva una delle sue più devastanti spaccature
della sua storia cittadina, con Anna Sanna sindaco uscente che lasciò
il partito e mise in campo una civica che strappò il 16 per cento dei
voti al primo turno, "spariti" nel ballottaggio tra il chirurgo
plastico e lo sfidante ufficiale della sinistra Leonardo Marras. Uno
scenario in cui non è difficile cogliere molte analogie con il
presente (e il possibile futuro).

E dentro cui l'ex An ha deciso di
giocare nuovamente un ruolo da protagonista. A supportarlo una
articolata rete di liste civiche, dalla quale staranno fuori tutti i
partiti nazionali, il cui coordinamento è affidato all'avvocato
penalista Luigi Satta, che domani calerà le prime carte e si
"accantiererà" in città lavorando a un programma condiviso e
attendendo gli eventi.L'occasione, nella quale è attesa la presenza di
Campus, sarà la presentazione, domani alle 17 in sala Angioy, della
prima delle civiche con l'aiuto delle quali l'ex sindaco vuole dare
l'assalto al palazzo: "Sassari Libera", che tra i coordinatori vede
nomi noti come quello della dirigente sanitaria del carcere di Bancali
Paola Zolo, dell'ax assessore all'urbanistica della giunta di Anna
Sanna Vanni Lubino, dei vulcanici e poliedrici Lorenzo Scano e Luciano
Sanna, entrambi reduci da un'esperienza grillina conclusa in maniera
burrascosa, del pedagogista Mirko Miscali. Primi indizi di quella che
sarà la composita cifra dell'armata Campus, che pur rinunciando il
blocco al centrodestra che lo portò a Palazzo 17 anni fa, con cui l'ex
senatore ha rotto da anni, avrà dalla sua i Riformatori di Michele
Solinas, la rodata ossatura fornita dalla "Sassari è" di Nicola Lucchi
(uno dei kingmaker di tutto il progetto) e dall'associazione dei
residenti ed esercenti del centro città "Noi per Sassari".

E lavora
per convincere a salire a bordo anche il PdS di Ottavio Sanna e Paolo
Maninchedda. Molti poi i contatti con gli scontenti del
centrosinistra, con singoli iscritti e consiglieri e qualche intera
corrente, da tempo messa ai margini, che studia di trasferirsi armi e
bagagli.Oggi i dettagli programmatici, con parole d'ordine che vanno
dal modello di sviluppo identitario al «progetto civico per una città
finalmente libera». Abbastanza per far tremare i polsi a un
centrosinistra, che in attesa di trovar pace al suo interno, ha un
nuovo agguerrito nemico pronto a dargli battaglia.

Unione Sarda

Rete ospedaliera, accordo in salita L'Anci: «Chi frena difende i privilegi»
Nuove grane per la riforma: il vertice di maggioranza si è arenato
sulla classificazione dei presìdi

La maggioranza procede a piccoli passi e si arena sulla
classificazione degli ospedali. I segnali positivi dell'accordo sulle
zone disagiate rimangono un caso isolato e nella seconda giornata di
setaccio sugli emendamenti spuntano le grane. Nell'incontro di ieri
pomeriggio sono state analizzate le richieste di modifica rispetto
alla riforma della Giunta, per innalzare il livello di alcuni ospedali
e ottenere maggiori competenze. Ma trovare la quadratura non è
semplice e la discussione viene rinviata in attesa di trovare
l'intesa.

LE SPINE Grane che rischiano di creare nuove crepe all'interno di un
percorso già molto accidentato. Il principio che tutti gli ospedali
non possono avere tutte le specialità crolla sotto gli emendamenti.
Per questo motivo vengono congelate le richieste di fare degli
ospedali di Alghero e Ozieri (assieme alle strutture di Ittiri e
Thiesi) dei Dea di primo livello, aumentando dunque i reparti e le
specialità. Nel cassetto finisce anche la questione legata al
passaggio dell'ospedale San Francesco di Nuoro da Dea di I livello
rinforzato a secondo livello. Qualche spiraglio si apre, invece, per
il Sulcis con gli ospedali di Carbonia e Iglesias che potrebbero avere
il Dea di primo livello. Per quanto riguarda l'ospedale di Lanusei
(presidio di zona disagiata) ci potrebbe essere l'accordo sul
mantenimento di alcune specialità aggiuntive, ma i dubbi sono sul
numero delle strutture complesse, ossia dei primariati. Infatti, la
riforma ne prevede cinque, mentre la richiesta è di arrivare a dodici
per garantire le specialità.

L'ACCUSA A tutto questo si aggiunge la pesante accusa da parte del
presidente dell'Anci, Emiliano Deiana, all'indomani della
manifestazione di Tempio: «In Sardegna - si potrebbero fare nomi e
cognomi - c'è gente che la riforma non la vuole. Ma non per difendere
i diritti dei tempiesi, degli aggesi o dei teresini, ma per difendere
posizioni di potere e privilegi». Deiana sottolinea che «la riforma
invece la vogliamo, ma partendo dalle garanzie per chi abita nelle
aree disagiate». Da qui l'appello alla Giunta e alla maggioranza che
devono «ascoltare le ragioni di quella piazza che vuole una riforma
vera, umana, civile che non tagli, ma migliori i servizi sanitari a
partire da quelli ospedalieri».

IL COMITATO Isili è uno degli ospedali che rientrano nella scelta di
garantire il pronto soccorso e la chirurgia. Eppure il Comitato
“Sanità - bene comune” del Sarcidano e Barbagia di Seulo la definisce
una «soluzione farsa», dice il portavoce, Luigi Pisci. Questo perché
«qualsiasi accorpamento con reparti di medicina rappresenterebbe un
pasticcio sanitario ed organizzativo». L'obiettivo del comitato è
ottenere un reparto di «chirurgia generale h24, con posti letto per
degenza e personale dedicato, l'unico capace di affrontare le
emergenze e salvare, all'occorrenza, vite umane».

L'AFFONDO Sulla rete ospedaliera arriva l'affondo da parte dei
consiglieri regionali dei Riformatori, Attilio Dedoni e Michele Cossa,
preoccupati per il «caos in cui sta precipitando la sanità sarda,
ormai totalmente allo sbando». Atto di accusa anche nei confronti
dell'assessore al Bilancio, Raffaele Paci, perché «non fornisce i
numeri reali della spesa sanitaria per il 2016», sottolineano Dedoni e
Cossa, «contribuendo in modo significativo ad aggravare un
intollerabile stato di incertezza».
Matteo Sau

Agus (Cp)
«Preferenza di genere, i partiti si decidano»

I partiti dicano cosa vogliono fare sulla doppia preferenza di genere.
È il senso della lettera che il presidente della commissione Autonomia
del Consiglio regionale, Francesco Agus (Cp) ha inviato ai capigruppo.
Il tema della doppia preferenza di genere è cruciale all'interno di
un'assemblea in cui siedono soltanto 4 donne su 60 consiglieri. I
diversi tentativi di porre rimedio a questa lacuna si sono fermati a
un bivio: inserire la doppia preferenza nell'attuale sistema
elettorale e successivamente analizzare un testo di legge più ampio
oppure cercare di dare vita a una nuova legge che insieme alla parità
di genere modifichi ulteriori criticità.

L'esponente di Campo
progressista sottolinea che «la commissione ha preso in carico solo
questa parte della modifica del sistema elettorale, rimandando a un
secondo momento gli ulteriori interventi sulla legge elettorale
ritenuti opportuni». Adesso la palla passa ai capigruppo, invitati ad
aprire un confronto interno ai partiti per poi arrivare a una sintesi
che permetta di capire quale sia «il metodo più opportuno da adottare
affinché la commissione possa procedere in maniera più veloce e più
chiara». (m. s.)

La Nuova Sardegna

Missili al torio e napalm Quirra, misteri svelati
La relazione della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito:
lanciati nei poligoni 5mila Milan, interrate bombe, soldati senza protezioni

SASSARI Per molti anni quello che accadeva all'interno dei poligoni
militari è rimasto coperto da una fitta coltre di silenzio. Come se in
quei microcosmi popolati da soldati e confinanti con paesi, città e
aree riservate all'allevamento di bestiame, non ci fossero regole. O
meglio, ci fossero norme totalmente differenti per quanto riguarda la
tutela della salute dell'uomo e dell'ambiente. Il quadro che emerge
dalla relazione della Commissione d'inchiesta uranio impoverito lascia
senza fiato. Nelle cento pagine illustrate ieri dal presidente, il
deputato gallurese Gian Piero Scanu, emerge la fotografia di un mondo
militare nel quale tutto o quasi era consentito da uno Stato assente o
che preferiva guardare dall'altra parte.

Un esempio: la distruzione di
materiale bellico a Quirra, in un poligono che per legge doveva essere
destinato all'addestramento, e che invece negli anni è diventato la
discarica di materiale bellico pericoloso e inquinante. Ancora: i
segreti sui lanci dei missili Milan, il cui numero a distanza di anni
si scopre essere impressionante - circa 5mila tra Quirra e Teulada - :
si tratta di missili con sistema di puntamento al torio, la stessa
sostanza radioattiva rinvenuta nelle salme di pastori deceduti per
linfomi e malattie oncologiche. Dalle ultime audizioni da parte della
Commissione, la scoperta che a Quirra sarebbero stati interrati anche
fusti di Napalm, il diserbante utilizzato nella guerra in Vietnam.La
discarica di Quirra.

La relazione della commissione riporta ampi
stralci dell'audizione del procuratore di Lanusei Biagio Mazzeo,
sentito il 7 giugno. Il magistrato ha parlato dell'interramento a
Quirra di enormi quantitativi di materiale bellico obsoleto. Il suo
racconto non collima con quello reso il 5 ottobre del 2016 dal
generale Giorgio Francesco Russo, comandante del Poligono. Il generale
disse che l'attività di brillamento si era conclusa alla fine degli
anni 80. Il procuratore Mazzeo descrive nei dettagli come avvenivano
brillamento e interramento: venivano scavate buche profonde "anche 20
metri usando mezzi meccanici, si collocava il materiale da eliminare,
si metteva una carica di tritolo - un metro cubo di 7-800 chili - e si
procedeva al brillamento". Sotto terra venivano sepolti e poi
distrutti "bombe d'aereo, munizioni di artiglieria antiaerea e
munizionamento leggero".

L'esplosione provocava "colonne di polvere
alte diverse decine di metri e poi si aveva per un periodo di tempo
abbastanza lungo una ricaduta di polveri e materiali nei territori
circostanti". Nonostante questo i militari che andavano a controllare
che non ci fossero ordigni rimasti inesplosi "intervenivano senza
protezione - o con le mascherine da infermiere o da imbianchino, sulle
mani guanti di pelle militari".I missili Milan. Contengono il torio,
lo stesso rinvenuto nelle ossa dei pastori morti a causa di linfomi e
nel bestiame che in quegli anni pascolava nei terreni gravati da
servitù militari. Il numero dei missili esplosi è rimasto misterioso
per molti anni. Solo il 7 giugno 2017 il generale Russo, in seguito ha
detto che "dal 1986 al 2000 nel poligono interforze del Salto di
Quirra sono stati lanciati 463 missili a testa attiva e 50 a testa
inerte". Il dato è stato confermato dal generale Roberto Nordio,
sottocapo di Stato maggiore della Difesa, che ha dato anche un altro
numero relativo al poligono di Capo Teulada: qui i missili Milan con
il puntamento al torio lanciati ed esplosi sono stati 4242, di cui 636
a testa inerte e 4069 a testa attiva".Teulada.

È stata dichiarata
irrecuperabile perché negli anni è stata il deposito di bombe e
ordigni arrivando a ospitarne una quantità altissima. All'interno
dell'area del poligono militare di Capo Teulada, che occupa una
superficie di 7.200 ettari, c'è un'area nota come Penisola Interdetta
(a uomini e mezzi) nella quale non è mai stato attuato un intervento
di bonifica e recupero degli ordigni inesplosi. L'analisi condotta
sulle immagini satellitari ha evidenziato la presenza di rilevanti
alterazioni del terreno a forma di cratere di 19-20 metri di diametro.
Dal 2009 al 2013 nel Poligono sono stati utilizzati circa 24.000 colpi
tra artiglieria pesante, missili e razzi. Visto che negli ultimi 50
anni l'attività è stata costante, si calcola che sulla superficie si
potrebbero trovare residuati per un peso totale da 1750 e 2950
tonnellate. Una discarica di bombe a cielo aperto. (si.sa.)


La Nuova Sardegna

I senatori Pd vogliono che il governatore venga sentito in commissione Ambiente
Il segretario Cucca difende la norma: «Non si favorisce la cementificazione»
La polemica sulla legge arriva in Parlamento

di Luca RojchwCAGLIARIPiù carta che mattoni. Per ora la nuova legge
urbanistica varata dalla giunta ha creato più divisioni che consensi.
Fiumi di inchiostro su diatribe incrociate tra le varie anime del
partito. Il Pd rischia di scivolare sulla legge che detta le regole
sul cemento. In teoria lo scontro tra sostenitori del Ppr e della
nuova legge urbanistica non esiste. Ma ambientalisti e una parte del
Pd non nascondono i propri dubbi sul testo. Il corpo a corpo. Dubbi
diventati sempre più espliciti fino ad arrivare sui media nazionali.
Un articolo sull'Espresso in cui si critica la nuova legge urbanistica
ha spinto il segretario regionale del Pd Giuseppe Cucca a intervenire.

La giunta viene accusata di avere un cuore di cemento. Cucca cerca di
mettere ordine. Sostiene il testo varato dalla giunta Pigliaru con una
lettera aperta e tira anche una stoccata al padre del Ppr Renato Soru.
«Le argomentazioni espresse da Renato Soru e dagli altri interlocutori
sono scorrette e pretestuose, e ottengono il solo scopo di generare
confusione e alimentare polemiche infondate ed estremamente dannose
per l'immagine del Pd e del governo regionale... Non si vuole favorire
alcuna cementificazione, né la speculazione edilizia. Il Pd su questi
temi continua a essere vigile. Dovranno essere introdotte misure di
garanzia mirate a scongiurare ogni uso distorto degli strumenti. Per
questo sarà opportuno aprire un confronto all'interno del Pd senza
cadere nella tentazione di far emergere posizioni personalistiche
senza entrare nel merito delle questioni».

La lettera di Cucca non
piace a una parte della segreteria, vicina a Soru. In serata Giuseppe
Frau, Barbara Cadoni e Antonio Piu replicano. «Abbiamo appreso con
stupore dalla stampa della lettera inviata dal Segretario. Ci spiace
che questo avvenga senza che ci sia stata una comunicazione in
segreteria, e una discussione negli altri organi del partito.
Colpiscono le dure ingiuste parole che il segretario ha usato nei
confronti del presidente Soru, giunte proprio nei giorni in cui,
seppur partendo da posizioni differenti, è ripartito un dialogo
costruttivo sul tema della legge urbanistica. Riteniamo che la
gestione unitaria del partito necessiti di reale condivisione, cosa
sempre dichiarata dal segretario Cucca ma non praticata in questa
prima occasione». Lo scontro sottotraccia, negato a lungo da tutti, è
tra i sostenitori del Ppr e quelli della nuova normativa. In
particolare su cosa si può fare nella fascia dei 300 metri dal mare.

«Nulla in più di quanto non fosse già consentito dal Ppr» secondo
l'assessore Cristiano Erriu. «Mega aumenti volumetrici di ecomostri
che si affacciano sul mare» secondo critici, interni al partito, e
ambientalisti. La polemica al senato. La polemica arriva fino a
Palazzo Madama. I senatori del Pd hanno chiesto che Pigliaru sia
sentito in Commissione ambiente sulla legge. La proposta è partita dal
Pd Massimo Caleo. «Secondo alcune fonti, la nuova legge urbanistica
rischierebbe di alterare i delicati ecosistemi e le coste della
Sardegna. Ho chiesto l'audizione anche a nome dei senatori sardi
Cucca, Lai e Angioni». Anche il senatore Luciano Uras, Cp, è critico
con il Pd e con Pigliaru. «Il tema della tutela del territorio della
Sardegna non può ridursi a una polemica tra le componenti del Pd.
Pigliaru ha su questo terreno una colpa grave: non ha saputo aprire un
confronto politico ampio». Critiche anche dai Cinque stelle. «La
Regione a guida Pd è pronta a devastare le coste e l'ambiente - dice
la senatrice Manuela Serra - mettendo mano alla legge su edilizia e
urbanistica».

l'intervista

Erriu: la contrapposizione non c'è Ppr e nuova norma si completano

SASSARI

Assessore Cristiano Erriu quali sono le differenze tra il Ppr e la
legge urbanistica?»Il Ppr e la legge di governo del territorio sono
complementari. La legge non entra nel merito di quanto è già normato
dal Ppr. La stessa possibilità di verifica e adeguamento - in
copianificazione con il ministero - che si rendesse necessaria, non è
una norma introdotta ex novo, ma una norma del Codice Urbani che
istituisce i Piani paesaggistici, richiamata dalla legge».È vero che
la nuova legge consentirebbe aumenti di volumetria che
moltiplicherebbero i metri cubi di ecomostri con vista sul mare e di
appartamenti ancora da costruire?«La nuova Legge non fa altro che
riprendere la possibilità di incrementi volumetrici entro il limite
massimo del 25% per le strutture ricettive già previsti dalla legge
regionale 45/89 e dal Ppr (articoli 20 e 90), e già concessi con
discrezionalità politico-amministrativa in molte occasioni, anche
durante la legislatura guidata da Renato Soru.

Ora la discrezionalità
scompare. Al contrario è richiesto il requisito della dimostrazione
della loro necessità ai fini della destagionalizzazione, in questo
caso anche con la possibilità di destinarli all'adeguamento delle
camere. L'obiettivo è massimizzare il ritorno occupazionale ed
economico. Gli incrementi non si possono cumulare con quelli che
eventualmente fossero già stati ottenuti con il Piano casa. È poi allo
studio l'introduzione di un tetto massimo della cubatura per evitare
che la percentuale di incremento, se applicata a grandi strutture,
possa snaturare la ratio della norma. Non è possibile usufruire degli
incrementi per le seconde case né, tanto meno, introdurre nuove
strutture nella fascia dei 300 metri. Se per ecomostri si intendono
strutture non legittimamente realizzate, queste non possono usufruire
degli incrementi ma devono essere sottoposte ai provvedimenti
sanzionatori o di demolizione».

Perché il Ppr deve essere aggiornato
con una nuova legge?«Il Ppr non deve essere aggiornato con una nuova
legge. Nel caso di un approfondimento di dettaglio o la verifica di
situazioni mutate, o se, nel caso di valutazione di interventi di
sistema, si rendesse necessaria un'integrazione o un adeguamento del
Ppr, si fa riferimento a quanto previsto dalla normativa vigente con
il coinvolgimento del ministero. Nulla di più e nulla di meno».Soru
dice che il Pd non è diviso in due, che non c'è un Pd anticemento
guidato da lui e un Pd a favore dei metri cubi sostenuto dalla sua
legge, eppure intorno si è scatenata una battaglia che ruota attorno a
questa dicotomia. Perché?«In effetti non si comprende perché questa
battaglia sia stata scatenata e a quale fine, considerato il fatto che
sui due punti più controversi - incrementi delle strutture ricettive
nei 300 metri dalla battigia e programmi ecosostenibili - i due testi
siano praticamente coincidenti, per cui è difficile immaginare un Soru
paladino dell'intangibilità integrale - cosa da lui giustamente negata
- e io fautore dell'edificazione incontrollata - facilmente smentibile
a una semplice lettura dei due testi, che di fatto smentiscono
l'esistenza di una dicotomia su questi punti».Cosa pensa della
proposta di legge elaborata da alcuni consiglieri del Pd? Le piace? In
cosa differisce da quella della giunta?«Come già chiarito, i due testi
coincidono sui temi maggiormente discussi.

La proposta dei consiglieri
Pd, alla ricerca di un comprensibile desiderio di semplificazione,
punta a eliminare molti punti importanti relativi ai meccanismi per la
riduzione del consumo di suolo che sono assegnati a norme di rango
inferiore come le direttive di giunta. Personalmente ritengo che
questi aspetti meritino invece un rango normativo di legge poiché, se
non esplicitati, lasciano adito a interpretazioni e a incertezza da
parte di cittadini e funzionari».Ma il nodo tra Ppr e nuova legge è
sui 300 metri? Cosa si potrà fare con la nuova legge che era vietato
dal Ppr?«Nulla di nuovo, se non il superamento del vuoto normativo tra
il tempo scaduto delle procedure d'intesa e l'adeguamento dei Puc al
Ppr, adeguamento i cui tempi previsti dal Ppr si sono rivelati
ottimistici, e non per cattiva volontà delle amministrazioni locali.
In pratica si consente di poter fare quello che era già consentito
attraverso le procedure di intesa previste dal Ppr e l'adeguamento dei
Puc al Ppr».Qual è la filosofia della nuova legge urbanistica?«Attuare
quanto previsto dall'articolo 133 del Codice Urbani, coniugando la
tutela ambientale e paesaggistica con lo sviluppo socio-economico,
consentendo al Ppr di uscire dalla fase transitoria ed entrare in
quella, prevista dai suoi principi generali della rispettosa
valorizzazione del paesaggio.

Allo stesso tempo, introdurre meccanismi
per la riduzione del nuovo consumo di suolo, in ambito urbano e
agricolo. Ricondurre a un'unica fase temporale l'approvazione dei Puc,
con grande risparmio di tempo e con chiarezza e certezza per imprese e
cittadin»i.Qualche giorno fa lei e Soru avete parlato a lungo della
nuova legge in un incontro ad Arzachena, ci sono stati contrasti?«Dal
mio punto di vista c'è stato un confronto franco tra posizioni non
contrastanti, un dialogo aperto tra persone che hanno a cuore le sorti
della Sardegna e ritengono necessaria, in questa fase della vita
politico-amministrativa della Regione, una buona legge di governo del
territorio. E una buona legge, secondo me, va ricercata sul terreno di
una mediazione politica alta. In questo caso la mediazione non è il
dar qualcosa in cambio di qualcos'altro o sacrificare valori non
negoziabili. È la capacità di trovare il punto di composizione attorno
ad alcuni principi fondanti».

Nel 2016 sono stati cancellati 239
ettari di territorio vergine. Fino a oggi nell'isola sono stati
consumati 904 chilometri quadrati di aree vergini. La nuova legge come
prevede di fermare l'avanzata del cemento?«Questo è uno dei punti più
innovativi della proposta. Non esisteranno più aree indefinitamente
edificabili in misura astrattamente stabilita, sotto la pressione
delle aspettative della rendita fondiaria. Nuove ulteriori
trasformazioni di suolo, limitate a un minimo già stabilito e ad aree
di scarso valore agricolo, saranno condizionate alla esecuzione di
bandi che garantiscano il massimo vantaggio qualitativo da parte della
collettività e la verifica di una effettiva relazione tra le necessità
della domanda e l'impegno a realizzare dell'offerta. Tutti i suoli,
fino a loro eventuale e limitata trasformazione, saranno ritenuti
agricoli a tutti gli effetti. A questo si aggiunge il forte impulso
alle attività di riqualificazione urbana, e all'introduzione degli
strumenti della compensazione finalizzati alla riduzione del consumo
di suolo. (l.roj)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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