martedì 25 luglio 2017

Rassegna stampa 25 Luglio 2017

Unione Sarda

VILLASIMIUS. Il carissimo dissalatore costruito e abbandonato
Costato due miliardi e mezzo, ha funzionato per due anni

VILLASIMIUS In Israele dissalare l'acqua era una necessità. Infatti nel Paese, uno dei più aridi del mondo, il 40 per cento dell'acqua da bere arriva dal mare. Così nella drammatica estate del '90, una delle tante con i bacini a secco, la Regione pensò di realizzare tre dissalatori a Carloforte, La Maddalena e Villasimius. Li costruirono a tempo di record, in quattro mesi, e spesero due miliardi e mezzo per ciascuno. Sembrava la svolta, la soluzione, come in Israele.

COSTI SALATI Invece quello di Carloforte non venne mai usato. E quelli della Maddalena e Villasimius ebbero vita breve: due anni. Prima si accorsero che per farli funzionare servivano grandi gruppi elettrogeni che comportavano un costo energetico enorme; poi si resero conto che le norme ambientali non consentivano di riversare in mare il sale scartato durante il processo di lavorazione; infine scoprirono che il costo dei filtri, da sostituire frequentemente al modico prezzo di 200 milioni a pezzo, non era sostenibile. Insomma, con quella tecnologia costosa e obsoleta produrre l'acqua costava cinque volte di più che ottenerla da altre fonti. E l'acqua non era nemmeno sufficiente per soddisfare il fabbisogno di un paese che già allora passava dagli abituali 3700 residenti ai 30 mila estivi. Così, visto che nel frattempo a Villasimius era arrivata la condotta che portava l'acqua dall'invaso di Simbirizzi, quel progetto venne abbandonato.

ABBANDONATO Oggi a ricordarne la presenza c'è un cartello arrugginito nella strada per Campulongu. All'interno dello spazio recintato, tra erbacce e tubature abbandonate, si scorgono due edifici: quello che contiene i gruppi elettrogeni e l'altro che ospita l'impianto di dissalazione. «Fu uno dei tanti interventi emergenziali ai quali sono sempre stato contrario», racconta Tore Sanna, storico sindaco di Villasimius. «Non ci diedero scelta nonostante in Consiglio comunale fossero emerse altre soluzioni, peraltro più economiche». I fondi erano quelli stanziati con la legge 33 del '90: 150 miliardi di lire (con un mutuo al tasso del 13 per cento da restituire in 15 anni) per «ulteriori interventi immediati per superare l'emergenza idrica».

BISOGNO IMPROVVISO Luciano Garau, ingegnere, attuale consigliere comunale di opposizione, non era ancora in politica ma seguì la vicenda e ricorda quale fu la genesi. «La rete del paese era alimentata da vari pozzi trivellati», racconta. «Nella primavera del '90 si accorsero che quelli che si trovavano alla foce del Rio Foxi erano contaminati dagli scarichi dell'impianto di depurazione e l'acqua da un giorno all'altro non fu più utilizzabile», racconta. «Fu emergenza vera e venne risolta rapidamente dalla Giunta guidata da Mario Floris e dall'assessore ai Lavori pubblici Domenico Pili con la costruzione del dissalatore. Ma i costi energetici erano troppo elevati e i filtri costavano un patrimonio. Inoltre ci davano solo circa dieci litri al secondo, pochi per soddisfare le esigenze di tutti, insediamenti turistici compresi». Negli anni successivi, molti provarono a riproporne l'uso per scopi sempre diversi. Non se ne fece nulla. Soldi pubblici sprecati, un'idea potenzialmente vincente che non ha funzionato.

ACQUA DEPURATA Invece ha funzionato, e bene, il depuratore che sorge accanto al fu dissalatore: un gioiello, uno dei migliori impianti
dell'Isola grazie al quale il Comune di Villasimius ha fatto un'operazione intelligente: grazie a un ulteriore trattamento, l'acqua depurata viene venduta ai privati. L'irrigazione del campo da golf, ad esempio, arriva da lì così come quella di alcuni resort della zona e di molte ville. Grazie alla rete di Abbanoa e all'acqua del depuratore, Villasimius è completamente autosufficiente e da 15 anni non ha restrizioni idriche. Mai nessun problema, nonostante il fabbisogno idrico sestuplichi d'estate passando dai 14 litri al secondo ai 92 di agosto. «Il problema è che la rete di distribuzione, parallela a quella di Abbanoa, non è sufficientemente diffusa e, per esempio, nel centro del paese non c'è», spiega Garau.

ESEMPIO VIRTUOSO Tore Sanna evidenzia un altro aspetto. «Quello di Villasimius è un esempio virtuoso. Non capisco perché altri comuni non trattino e rivendano l'acqua depurata: ne avrebbero benefici economici e sarebbero più autosufficienti». Del resto usare l'acqua di Abbanoa per innaffiare è uno spreco. E gli sprechi non ce li possiamo
permettere.

SASSARI. Fumata bianca in Comune Ecco la nuova Giunta
Fine della crisi fra new entry, conferme e grandi rifiuti

E venne il giorno della Giunta Sanna numero 2. Questa mattina alle 10
il sindaco incontrerà i componenti del nuovo esecutivo che sarà per
l'ottanta per cento uguale al precedente.
IL RITORNO La novità più significativa, per la forte personalità e
notevole esperienza politica, è rappresentata da Alba Canu, una vita
al servizio del Pd, che ha rappresentato in diversi esecutivi
dell'amministrazione provinciale. Avrà la delega alla Cultura. Ci sarà
poi la promozione di Alessandro Boiano da consigliere eletto nella
lista civica “Sassari bella dentro” ad assessore, e una terza new
entry non ancora ufficializzata.

CONFERME Sono stati confermati Amalia Cherchi, Ottavio Sanna, Simone
Campus, Antonio Piu, Fabio Pinna (segretario cittadino del Pd con
delega all'Ambiente), che si era dimesso insieme a Monica Spanedda
(Servizi sociali). Pinna e Spanedda sono gli ultimi due dei sei
assessori che, a partire da febbraio, avevano lasciato la Giunta
guidata da Nicola Sanna. Riprenderanno i loro posti nell'esecutivo.
IL GRAN RIFIUTO Tre gli assessori che hanno confermato la ferma
volontà di non proseguire l'esperienza amministrativa al fianco del
sindaco che pure avevano sostenuto nelle vittoriose elezioni del 2014.
Sono Gianni Carbini, vice sindaco e assessore all'Urbanistica,
Rossella Sau (Cultura e turismo) e Maria Vittoria Casu (Politiche
educative e giovanili) dimissionari da alcuni mesi.

PARTO TRAVAGLIATO La nuova Giunta Sanna è frutto di un parto
travagliato dopo tante divisioni, un netto calo di consenso del
sindaco fra i suoi collaboratori e in città, i malumori per la
mediocrità dei risultati ottenuti. Il Pd ha aspettato che Nicola Sanna
riuscisse a ricomporre la squadra di governo ma quando ha capito che
non ce l'avrebbe fatta è intervenuto per sostenerlo evitando di
buttare al vento il governo della città. Sono cominciati gli incontri
con i rappresentanti della maggioranza e con il sindaco, per trovare
un accordo di programma per la parte di legislatura che resta. Un
accordo condiviso, senza se e senza ma, nella consapevolezza che il Pd
rischiava di bruciare l'esperienza più importante in Sardegna dopo il
governo regionale.

Alla fine è prevalsa forse non la soluzione migliore ma quella più
logica. Ciascuno ha fatto uno sforzo per raggiungere l'obiettivo
finale. Anche Nicola Sanna, pur con qualche mugugno, ha dovuto fare
delle rinunce. Oggi il sindaco riceverà gli assessori in pectore poi
verrà convocato il Consiglio comunale per la presa d'atto della nomina
della nuova giunta. Non ci sarà molto da festeggiare ma almeno si
tornerà a lavorare.
Gibi Puggioni

La Nuova Sardegna

I capigruppo messi alle strette
Francesco Agus di Cp: troppi veti sulla doppia preferenza di genere

CAGLIARI
Se la doppia preferenza di genere continua a essere un fantasma nella
legge elettorale regionale è colpa di troppi veti incrociati. Ma «è
arrivato il momento in cui i partiti devono dire cosa vogliono fare»,
ha scritto il presidente dalla commissione riforme del Consiglio,
Francesco Agus di Campo progressista, in una lettera inviata ai
capigruppo. Nonostante la sottocommissione avesse deciso d'inserire
subito la correzione per permettere così, nel 2019, l'elezione di più
donne in Consiglio, ora sono soltanto quattro, la riforma si è
arenata.

Più che altro perché Pd e Forza Italia, i partiti guida di
maggioranza e opposizione, non hanno detto ancora se puntano invece a
rivoluzionare in tutto e per tutto una legge che dal 2014 in poi è
stata più volte smentita da diverse sentenze della magistratura
amministrativa. L'invito di Agus è molto chiaro: spetta a tutti i
capigruppo diventare «promotori, in tempi brevi, del metodo più
opportuno da adottare, per permettere alla commissione di riprendere
il percorso e procedere nella maniera più veloce e più chiara
possibile».

Senza questa decisione, è scritto fra le righe della
lettera, tutto rischia di rimanere bloccato e chissà per quanto tempo.
Da più di un anno l'introduzione della doppia preferenza di genere è
al centro del dibattito politico, sollecitato prima dal movimento
Meglio in due, poi dalla Rete Heminas e infine dal segretario del Pd
Giuseppe Luigi Cucca, ma finora nulla è cambiato. Ora la risposta dei
capigruppo alla lettera sarà decisiva per capire quali potranno essere
i tempi della riforma elettorale.

Iniziata la raccolta di firme per la consultazione popolare a ottobre
I Riformatori: l'insularità decisiva

CAGLIARIUna settimana fa l'annuncio dell'avvio della raccolta delle
firme, poi il rilancio. Ì Riformatori hanno chiesto al governatore
Pigliaru di guidare la battaglia per promuovere un referendum
destinato a inserire l'insularità nella Costituzione. «Il presidente
ha l'occasione di mettersi alla testa di questa sfida - ha spiegato
Pietrino Fois, coordinatore regionale del partito - se non vorrà farlo
andremo avanti anche senza di lui, perché tutti lo sanno che per la
Sardegna è questa la madre di tutte le battaglie». L'idea del
referendum regionale nasce sulla falsa riga di quelli in autunno del
Veneto e della Lombardia.

Il 22 ottobre le due regioni del Nord
chiederanno maggiore autonomia dallo Stato. «In pratica - ha
sottolineato il deputato Pier Paolo Vargiu - a veneti e lombardi sarà
chiesto se sono d'accordo che maggior parte delle tasse che versano
resti nei loro territori. È chiaro: sarà un plebiscito a favore del
sì, ma per la Sardegna, che per un buon quarto campa grazie alla
solidarietà delle regioni più ricche, le conseguenze sarebbero
devastanti». Da qui l'idea di una consultazione, lo stesso giorno
anche in Sardegna. «Grazie a quei due referendum e al nostro abbiamo
l'occasione di portare i problemi dell'isola all'attenzione
dell'opinione pubblica nazionale», ha ribadito il capogruppo Attilio
Dedoni. Il riconoscimento dell'insularità - ha concluso il consigliere
regionale Michele Cossa - risolverebbe gran parte dei problemi della
Sardegna anche nei rapporti finanziari con lo Stato, ed ecco perché
Pigliaru non può tirarsi indietro».

Stamattina saranno ufficializzati i nuovi assessori
Manca una casella: il sindaco terrà la delega alla Cultura
Giunta completa: Boiano e Alba Canu le due new entry

di Luigi SorigawSASSARIIl rebus, a dirla tutta, non è ancora del tutto
risolto, ma almeno per giovedì le sedie della giunta non dovrebbero
restare un'altra volta vuote. Questa mattina il sindaco dovrebbe
chiudere ufficialmente la pratica del nuovo esecutivo e per la
prossima seduta del consiglio comunale accanto a lui siederanno 8
assessori. Ne mancherà uno, ovvero quello alla Cultura, dal momento
che Raffaella Sau ha deciso che non farà un passo indietro e la
corrente di Silvio Lai non ha indicato un successore donna.

Quindi problemi con le pari opportunità e le quote rosa. Nicola Sanna, che
non poteva ancora attendere le diatribe all'interno del partito, per
ora ha deciso di assumere lui da delega alla Cultura, (e anche quella
alla Programmazione) in attesa di successivi sviluppi.Invece
raccoglierà il testimone dell'ex assessore all'Urbanistica Gianni
Carbini l'attuale consigliere Alessandro Boiano, sempre dell'area
Gavino Manca e Bruno Dettori.

Il nome era pronto da diversi giorni, ma
è stato tirato fuori dal cilindro solo a giochi ormai fatti.L'incarico
all'Urbanistica è confermato mentre il ruolo di vicesindaco dovrebbe
andare a Fabio Pinna, che rientra anche come assessore all'Ambiente.
Altra novità sarà l'ingresso di Alba Canu, ex consigliere provinciale
dell'area Spissu. Prenderà il posto dell'ex assessora allo Sport Maria
Vittoria Casu della lista civica Città Futura, che ha preferito un
appoggio esterno all'amministrazione Sanna, tirandosi fuori dalle
dinamiche di governo.

Città Futura in verità avrebbe gradito un ruolo
super partes, cioè la presidenza del Consiglio, ma è tutt'altro che
scontato che il Pd gli conceda la poltrona di Esmeralda Ughi.Per
quanto riguarda tutte le altre caselle di giunta, i nomi e le deleghe
dovrebbero essere confermate, comprese quelle di Antonio Piu
(Mobilità) e di Simone Campus (Bilancio) che sembravano le più
ballerine. La prima perché il tema delle ciclabili e del centro
intermodale avevano rappresentato un punto di grande contestazione
nell'iter amministrativo, e il cambio di passo nell'esecutivo pareva
scontato. La nomina di Simone Campus da parte del sindaco invece aveva
rappresentato un momento di rottura negli equilibri di partito. Infine
rientrano Monica Spanedda ai Servizi Sociali, Amalia Cherchi agli
Affari Generali e Ottavio Sanna ai Lavori Pubblici.

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Federico Marini
skype: federico1970ca

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