mercoledì 6 settembre 2017

Rassegna stampa 06 settembre 2017

Unione Sarda

VIA ROMA. I commercianti bocciano la piazza sul mare
La pedonalizzazione? Disagi e affari in calo

A quasi un mese dallo stop alle auto in via Roma lato portici - datato 11 agosto - il giudizio dei commercianti è quasi unanime: esperimento bocciato. Con qualche distinguo, certo. Ma la pedonalizzazione integrale, che terminerà il 17 settembre, così com'è non piace proprio.

Intanto perché, su questo sono più o meno tutti concordi, non ha portato a un incremento degli affari. Per bar, negozi e ristoranti non è cambiato praticamente nulla rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il numero di clienti è rimasto costante, così come la media degli incassi. E se qualcuno ha registrato una lieve crescita il merito - a detta degli stessi esercenti - è dovuto più al numero di navi da crociera arrivate in porto questa estate, il doppio rispetto al 2016, che alla nuova veste di via Roma liberata dal traffico.

Ma c'è anche chi dalla sperimentazione fortemente voluta dal sindaco Massimo Zedda sostiene di aver subito perdite sanguinose: è il caso dei titolari delle tre edicole che si trovano lungo i 200 metri di strada interdetta alle auto, i cui incassi sono più che dimezzati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tra i disagi lamentati, spicca il problema rappresentato dal carico e scarico della merce. Con la pedonalizzazione integrale i camion non possono infatti più arrivare sino agli ingressi degli esercizi e i commercianti devono dunque provvedere personalmente al trasporto dei colli per parecchie decine di metri o pagare qualcuno per farlo al posto loro. Problema simile per il conferimento dei rifiuti.

Ma la domanda che tutti si fanno è principalmente una: a cosa è servito questo esperimento? In questi 26 giorni via Roma è rimasta quasi deserta durante il giorno mentre la notte pare siano aumentati atti vandalici, schiamazzi e risse. Quella dei commercianti non è però una bocciatura tout court : la maggioranza non è contraria al blocco estivo alle auto, a patto però che scatti soltanto la sera e preferibilmente nel fine settimana. Sindaco e giunta ne terranno conto?

Massimo Ledda


Mattarella a Cagliari in ottobre inaugura l'anno accademico
Sopralluogo del Cerimoniale del Quirinale alla Cittadella dei musei

Il presidente della Repubblica ha accolto l'invito della rettrice
dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo, e del sindaco del
capoluogo sardo, Massimo Zedda: Sergio Mattarella sarà nell'Isola il 2
ottobre. Una giornata - un lunedì - con due tappe: prima a Cagliari,
per l'inaugurazione dell'anno accademico in rettorato e subito dopo
alla Cittadella dei Musei per ammirare i Giganti di Mont'e Prama, poi
a Ghilarza, nella casa di Antonio Gramsci. L'ultimo Capo dello Stato
in visita a Cagliari è stato Giorgio Napolitano, nel febbraio 2012.

I SOPRALLUOGHI La notizia dell'arrivo di Mattarella è diventata
ufficiale ieri mattina dopo lo sbarco a Cagliari dello staff del
Cerimoniale di Stato e della scorta presidenziale. Prima si è svolta
la riunione in Prefettura, convocata dalla prefetta Tiziana Giovanna
Costantino, alla presenza del questore, dei comandanti provinciali di
Carabinieri, della Finanza e della Capitaneria, dei sindaci di
Cagliari e Ghilarza e della rettrice. Poi ci sono stati i sopralluoghi
nei luoghi che verranno visitati dal presidente della Repubblica. La
delegazione - accompagnata dalle pattuglie dei Carabinieri e della
Polizia - ha verificato l'idoneità dei locali del rettorato di via
Università e del museo archeologico anche, e soprattutto, dal punto di
vista della sicurezza. Sarebbe così arrivato il via libera.

LE TAPPE L'arrivo di Mattarella a Cagliari sarebbe previsto la mattina
del 2 ottobre, verso le 10. Dall'aeroporto il trasferimento in
rettorato per l'inaugurazione (alle 11) dell'anno accademico
2017-2018. Dopo, breve tappa in Prefettura, a piazza Palazzo, per i
saluti istituzionali e visita al Museo archeologico e passaggio
davanti ai Giganti di Mont'e Prama. I trasferimenti dovrebbero
avvenire tutti in auto, con la scorta. Quasi certamente il quartiere
di Castello sarà blindato durante tutta la mattina. È probabile che
Mattarella possa essere accompagnato anche nella terrazza di
Buoncammino e - tempo e misure di sicurezza permettendo - nella
spiaggia del Poetto.

GLI INVITI Il Capo dello Stato, alcuni mesi fa ha ricevuto un invito
proprio dall'Ateneo cagliaritano con la speranza che potesse essere
presente per l'inaugurazione dell'anno accademico universitario. Un
altro invito è arrivato dal sindaco Massimo Zedda per le celebrazioni
per l'anno Gramsciano. Le due strade si sono incrociate e il 2 ottobre
il presidente della Repubblica sarà a Cagliari e poi a Ghilarza. Ci
sono ancora alcune settimane per l'organizzazione della visita e per
definire tutti i servizi di sicurezza previsti per i viaggi del Capo
di Stato e per i suoi spostamenti. Per il capoluogo sardo un altro
test importante dopo quello dello scorso giugno in occasione del G7
dei Trasporti.

Matteo Vercelli

GHILARZA. Prefettura e Comune mobilitati
Il Capo dello Stato sulle orme di Napolitano: andrà a Casa Gramsci

A distanza di dieci anni la cittadina del Guilcier, il centro dove
Antonio Gramsci ha trascorso l'infanzia, si appresta ad accogliere
nuovamente il presidente della Repubblica. Il 30 aprile del 2007 era
stato Giorgio Napolitano a raggiungere Ghilarza. Ora, il prossimo 2
ottobre, la comunità di Ghilarza e l'intero territorio accoglieranno
il presidente Sergio Mattarella . Pochissimi i dettagli sulla visita,
ma il paese del Guilcier si sta già muovendo per prepararsi ad
accoglierlo.

Dopo un primo incontro in Prefettura a Oristano, nel primissimo
pomeriggio c'è stato un sopralluogo a Ghilarza. Una quindicina di auto
hanno portato nel Guilcier autorità istituzionali e forze dell'ordine
al seguito dello staff del Cerimoniale di Stato.

Prima tappa a Casa Gramsci. Corso bloccato così come gli accessi
laterali. Quindi spostamento in Municipio e in ultimo al campo
sportivo per valutare (ma l'ipotesi sembra poco probabile) l'arrivo
del presidente della Repubblica in elicottero, dopo la visita a
Cagliari.
Presente anche il prefetto di Oristano Giuseppe Guetta . «È ancora
tutto in embrione - ha spiegato - è stato un incontro informale,
propedeutico». Chi proprio non vuole parlare, attenendosi al rigido
protocollo di un'ufficialità ancora non arrivata è il presidente della
Fondazione Casa Gramsci Giorgio Macciotta . Da parte sua nessun
commento.

Eppure si sa per certo che il Capo dello Stato arriverà a Ghilarza
proprio per visitare Casa Gramsci. Si parla anche di un possibile
intervento all'auditorium, ma al riguardo poco trapela.
Il primo cittadino Alessandro Defrassu , anche lui presente ieri al
vertice in Prefettura e al sopralluogo, afferma: «È un'occasione molto
importante per Ghilarza. Un onore che la massima carica istituzionale
dello Stato venga a trovarci». Quindi il sindaco prosegue: «È il modo
migliore per concludere le iniziative dell'Anno gramsciano istituito
in occasione dell'ottantesimo anniversario della morte di Gramsci.

Naturalmente l'amministrazione comunale è impegnata ad accogliere il
presidente nel miglior modo possibile. Saranno invitati ad accoglierlo
tutti i sindaci del Guilcier e del Barigadu. È intenzione del Comune
di Ghilarza far partecipare tutto il territorio a questo evento».
Ulteriori informazioni? «I dettagli non sono ancora definiti - si
limita a dire il sindaco - per ora è solo confermata la presenza per
il 2 di ottobre, il Cerimoniale in questo mese, insieme
all'amministrazione comunale e alla Fondazione Casa Gramsci, dovrà
mettere a punto i dettagli della visita che, per questioni di
sicurezza, saranno resi noti solo qualche giorno prima».

Il presidente Giorgio Napolitano era arrivato a Ghilarza in occasione
dei 70 anni della morte del fondatore del Pci. In quell'occasione il
presidente della Repubblica aveva scoperto una lapide dedicata a
Gramsci nella piazzetta quasi di fronte alla Casa museo, per poi
ricordarne la straordinaria figura.

Alessia Orbana


La Nuova

Mattarella in Sardegna:
tappe a Cagliari e Ghilarza

in VISITA il 2 ottobre
di Antonello PalmaswCAGLIARILa prima visita ufficiale in Sardegna da
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la compirà il 2 ottobre,
quando parteciperà alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno
accademico 2017/18 dell'Università degli Studi di Cagliari, il cui
ufficio stampa ha divulgato con un breve comunicato la notizia:
l'appuntamento è fissato per le ore 11 nell'Aula magna del Rettorato.
Il Capo dello Stato ha quindi accettato l'invito fattogli qualche mese
fa dal rettore Maria Del Zompo, che per ora non commenta - c'è da
attendere probabilmente l'ufficialità da parte del Quirinale - ma che
ha manifestato, com'è comprensibile, una enorme soddisfazione per una
presenza che nobiliterà come mai prima l'annuale appuntamento
accademico.E Cagliari già si prepara all'arrivo del presidente della
Repubblica Sergio Mattarella.

Una prima riunione si è svolta ieri in
Prefettura con i primi sopralluoghi nelle sedi che ospiteranno
Mattarella. All'incontro, convocato dalla prefetta Tiziana Giovanna
Costantino, hanno partecipato il questore, i comandanti di
carabinieri, guardia di finanza e capitaneria di porto, i
rappresentati delle istituzioni cittadine e dell'università, gli
uomini del cerimoniale e della scorta presidenziale. Primo sopralluogo
in rettorato, dove alle 11 ci sarà l'inaugurazione dell'anno
accademico. Da qui il Presidente dovrebbe spostarsi in prefettura, in
piazza Palazzo, quindi ai Musei civici per una visita, in particolare,
ai giganti di Monte Prama.

Per ora non si conoscono altri dettagli
sugli spostamenti di Mattarella, sull'orario di arrivo e sulla
ripartenza, se non che nel pomeriggio dovrebbe trasferirsi a Ghilarza
per le celebrazioni dell'Anno Gramsciano. Considerato il momento
delicato sotto il profilo della lotta al terrorismo, una visita come
questa implica uno sforzo notevole sotto il profilo organizzativo e
della sicurezza.Sergio Mattarella è stato più di una volta in Sardegna
quando non era stato ancora eletto alla massima carica della
Repubblica. Si ricorda una sua visita nel 1997 quando si recò a Olbia
per sostenere il candidato a sindaco del Ppi,

Gian Piero Scanu, in
occasione della campagna elettorale. Nel 1999 tornò da vicepresidente
del Consiglio nel governo D'Alema: due giornate, nelle quali si recò a
Cagliari per sostenere il candidato del centrosinistra alla presidenza
della regione, Gian Mario Selis, ma anche a Nuoro per appoggiare il
Ppi nella campagna per le regionali. Nel 2000 Mattarella andò a
Macomer con la carica di ministro della Difesa del governo Amato nel
quale mandò un messaggio di rassicurazione all'isola sulla presenza
dello Stato, anche tramite le caserme.

Nel 2001 era di nuovo
nell'isola: a Nuoro parlò della riforma appena portata a termine che
eliminava il servizio di leva obbligatorio. L'ultima visita ufficiale
di un Presidente della Repubblica nell'isola risale al 2012, il 3
luglio, quando Giorgio Napolitano inaugurò il Memoriale di Garibaldi a
Caprera. Precedentemente era stato a Ghilarza il 30 aprile 2007 per
ricordare Gramsci, alla Maddalena nell'agosto 2008 in vacanza, a
Cagliari e a Sassari il 20 e 21 febbraio 2012 in visita istituzionale

La Commissione: impossibile accogliere tutte le richieste del Cal. Fi
attacca: prevale il clientelismo Sulla riforma degli ospedali ancora guerra

CAGLIARI
La Riforma della rete ospedaliera riatterra in commissione Sanità in
consiglio regionale. Accompagnata dal parere negativo del Cal e dalle
richieste in 18 punti che arrivano dal Consiglio per le autonomie. Una
seduta in cui è stata presa visione delle richieste arrivate dal Cal.
Molte delle quali, ha già sottolineato il presidente della commissione
Raimondo Perra, «sono contemplate nel ddl, altre invece non rispondono
ai requisiti strutturali, e tanto meno al decreto ministeriale 70
sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi
relativi all'assistenza ospedaliera, al quale già col testo di
riordino stiamo derogando».

Le parole di Perra fanno capire che sarà
impossibile accogliere una parte delle richieste, le maggiori
difficoltà sembrano esserci sulla Maddalena, sul riconoscimento del
Dea di secondo livello per l'ospedale di Nuoro e del Dea di primo
livello per quello di Lanusei. Il percorso della riforma va avanti,
almeno in commissione. Ma presto arriverà anche in aula. Prima c'è da
superare anche la manifestazione davanti al palazzo della Regione
prevista per domani. Forza Italia. Ma non ci sono solo i sindaci del
Cal a criticare la riforma. Critiche arrivano anche da Forza Italia.
Pietro Pittalis e Alessandra Zedda, capogruppo e vice di Forza Italia
in Consiglio regionale, incalzano «sulle carenze e la mancata
trasparenza della riforma della rete ospedaliera. Avevamo già
accennato a luglio l'insoddisfazione per quanto accade, frutto di una
Riforma sanitaria disattenta al fabbisogno della salute dei cittadini.
Questa politica di clientelismo deve finire, pena il declassamento
delle Aziende ospedaliere».

Ministro turista. L'attacco più duro arriva
dal coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci. «La
Lorenzin è venuta come ministro o come turista? Nella seconda ipotesi,
la prossima volta venga con mezzi propri. È sconcertante vedere una
rappresentante del Governo comportarsi come se fosse una semplice
visitatrice e che non abbia sentito il dovere di dare risposte alla
comunità. Ma l'aspetto vergognoso è vedere l'assessore alla sanità di
una giunta, che si ammanta di sovranismo, ridotto al ruolo di semplice
e accondiscendente accompagnatore: degno rappresentante di un
esecutivo di servili esecutori di ordini romani. Arru ancora una volta
fa finta di nulla, continuando a mascherare sotto confuse
argomentazioni tecniche una decisione politica, ovvero la chiusura del
punto nascita, di cui lui,  Pigliaru e il Governo sono pienamente
responsabili.

Ministro e assessore vagheggiano di elicotteri, di altre
amenità senza sapere che costerebbero più delle soluzioni richieste
dai maddalenini, ma nessuno dei due fa delle scelte nella direzione
richiesta con forza dalla comunità. Sono 37 i casi di deroghe per i
punti nascita e quasi tutti per terre insulari: La Maddalena e la
Sardegna non sono forse isole? Il passaggio in traghetto non ha
chiarito questo aspetto al ministro e all'assessore? Hanno bisogno di
una carta geografica? Siamo stanchi di queste missioni ministeriali,
sempre in periodo balneare, che hanno puntualmente la stessa
conclusione: tante parole, zero impegni e l'immancabile plauso della
giunta regionale». La rete sarda.

Critche anche da Claudia Zuncheddu,
portavoce della Rete sarda difesa sanità pubblica. «La ministra
Lorenzin ha ignorato la lettera che le avevamo inviato a giugno. Un
documento circostanziato sulle ragioni delle lotte in corso in tutta
la Sardegna. È un un atto grave la soppressione di servizi sanitari
indispensabili come il punto nascite dell'ospedale Merlo. La Sanità
sarda necessita di essere razionalizzata e potenziata e non tagliata.
Domani la Rete ha indetto una grande manifestazione contro il "piano
di riordino della rete ospedaliera sarda".

E Renzi rilancia sul Pd più «largo»

i dem
di Serenella MatterawROMAEsportare il «modello Sicilia» a livello
nazionale. Rispolverare lo schema, mai archiviato, di un listone
guidato dal Pd e «largo» da centro a sinistra, da Calenda a Pisapia.
Per puntare a superare il 40% alla Camera alle prossime elezioni. È
questo l'obiettivo che torna a farsi largo al Nazareno, dopo la
frattura della sinistra in Sicilia. E nel giorno in cui il Pd
siciliano ufficializza all'unanimità il sostegno alla candidatura di
Fabrizio Micari, il no di Giuliano Pisapia alla scelta di Mdp di
contrapporre a Micari il nome di Claudio Fava (accompagnato però da un
estremo appello dell'ex sindaco all'unità), alimenta negli uomini
vicini a Renzi la speranza che in vista delle politiche anche su scala
nazionale si arrivi alla rottura tra la sinistra di Pisapia, che tiene
aperto il dialogo con i Dem, e quella di Bersani e D'Alema, che «non
perde occasione» per contrapporsi.

Un Pd «largo», forza «tranquilla»
perno di uno schieramento in grado di battere i populisti, è il
progetto cui Renzi lavora da tempo e che proverà a rilanciare nella
lunga volata elettorale, che prenderà il via a fine settembre con la
festa nazionale dell'Unità e il tour in treno. Essere inclusivi, è la
linea. Tanto che al Pd frenano su quanto affermato da Matteo Orfini e
cioè che l'alleanza con Ap in Sicilia (ancora non formalizzata) non
sarebbe riproponibile in chiave nazionale. Al contrario, lo schema
resta quello di stare «più larghi possibile». E il programma della
festa dell'Unità sembra rispecchiare questa aspirazione: saranno
presenti Pisapia e Alfano, anche se non Bersani e Speranza (per Mdp ci
sarà Filippo Bubbico).

La convinzione dei Dem è che unico obiettivo
degli «ex» di Mdp sia fiaccare il Pd: lo hanno dimostrato smarcandosi
in Sicilia dalla candidatura, proposta da Leoluca Orlando, di Micari
(al cui fianco sarà Renzi venerdì a Catania). Perciò Lorenzo Guerini,
da Palermo, dichiara di «apprezzare» la chiusura di Pisapia «a ipotesi
minoritarie» come quella di Fava. E fa un salto logico, in chiave
nazionale: «Il centrosinistra senza il Pd più che una utopia è una
sciocchezza, la sinistra identitaria non ha nessuna possibilità di
essere competitiva e vincere». Per ora Pisapia dichiara di voler
proseguire con Mdp il percorso costituente di un nuovo partito alla
sinistra del Pd. Ma lo strappo siciliano è un precedente cui i
renziani guardano con attenzione. Nella speranza che il lavoro dei
«pontieri» renziani, da Delrio a Martina, ma anche il dialogo che
Andrea Orlando ha tessuto negli ultimi mesi con l'ex sindaco di
Milano, possano portare a formare un unico «listone» al voto di
primavera. Uno schema, questo, 'disegnato sul Consultellum, la legge
elettorale ad ora in vigore.

Perché se è vero che oggi ripartirà il
dibattito alla Camera sulla riforma del sistema di voto, lo stallo non
sembra per ora sbloccarsi.di Giovanni InnamoratiwROMADopo lo strappo
di Mdp lunedì in Sicilia, con l' appoggio al candidato di Si Claudio
Fava, è Giuliano Pisapia a prendere le distanze dall'operazione dei
democratici progressisti anche se non rinuncia a compiere un estremo
tentativo per tener vivo il progetto di Campo progressista, quello di
un contenitore a sinistra del Pd ma in dialogo con il partito di
Renzi: l'ex sindaco di Milano ha infatti prima lanciato un appello a
Fava e al candidato sostenuto dal Pd, Fabrizio Micari, a «costruire
una piattaforma comune» e poi ha incontrato Roberto Speranza, con il
quale ha deciso di mantenere aperto il dialogo.

Pisapia ha riunito a
Roma i dirigenti di Campo Progressista per una valutazione delle mosse
di Mdp: «In Sicilia ha fatto delle scelte che non condividiamo». Alla
riunione c'è chi ha chiesto una rottura con Mdp, con un appoggio
immediato a Micari («Mdp sembra avere come unico mandato quello di far
perdere il Pd» ha detto Mario Catania), mentre altri hanno spinto
perché Pisapia si faccia promotore di una mediazione avanzata. Ne è
nato un appello molto articolato: a Micari e Fava a dialogare per
«aprire fin da subito un dialogo per costruire una piattaforma
programmatica unitaria»; ai partiti a non proiettare in Sicilia lo
schema nazionale. In particolare al Pd si chiede di rompere «alleanze
ambigue e innaturali rispetto al mondo progressista», cioè quella con
Ap di Angelino Alfano, e a Mdp di rinunciare «all'ennesima
riproposizione di uno schema di testimonianza, seppur nobile, già
fallito in passato».

Un appello velleitario per quello che riguarda
l'alleanza del Pd con Ap: se saltasse le ripercussioni sul governo
sarebbero immediate, a partire dalla legge di Bilancio; mentre Mdp già
teorizza con Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco un periodo
all'opposizione. Nel pomeriggio Pisapia ha incontrato Roberto
Speranza, il quale ha ribadito che la presenza di Ap nella coalizione
che sostiene Micari è dirimente per Mdp, e ha ricordato al suo
interlocutore che fu lui per primo ad escludere una alleanza con Ap.
Alla fine una nota congiunta ha ammesso che sulla Sicilia esistono
«valutazioni diverse», ma che queste «non incidono sulla prosecuzione
del percorso unitario nazionale per la costruzione di un nuovo
centrosinistra in discontinuità con le attuali politiche del Pd».

Parole che per Mdp implicano la rottura con il partito di Renzi, e per
Pisapia una ridefinizione del profilo del centrosinistra e delle sue
politiche, ma con il Pd. Comunque «l'impegno comune» prosegue, con un
incontro tra i dirigenti di Mdp e Campo progressista la prossima
settimana. Certo è, dice alla fine Bersani rivolgendosi all'amico
Giuliano che «o ci sarà discontinuità da Alfano o avremo un problema».
A fotografare il tira e molla la partecipazione di Pisapia alla festa
dell'Unità il 20 con il vicesegretario Dem Martina, mentre D'Almea
domenica dialogherà a Barletta con Fratoianni di Si.

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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