venerdì 3 novembre 2017

Libe.r.u. apprende con enorme sconcerto e indignazione la notizia del mandato d’arresto per sette ministri catalani ordinato dall’Audiencia Nacional di Madrid.


Oriol Junqueras e i ministri Jordi Turull (Presidenza), Josep Rull (Territorio), Meritxell Borras (Governo), Raul Romeva (Esteri), Carles Mundò (Giustizia), Dolors Bassa (Lavoro) e Joaquim Forn (Interno), i quali stamattina sono comparsi davanti all’Audiencia avvalendosi del silenzio. Le accuse nei loro confronti sono di ribellione, sedizione e malversazione, per aver organizzato e sostenuto il referendum del 1° ottobre scorso e per aver preso parte alla dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna lo scorso 27 ottobre.

Per il Presidente Carles Puigdemont e per altri quattro consiglieri e ministri, tutti attualmente in Belgio, la Procura ha richiesto il mandato d’arresto europeo a cui ha aggiunto una multa da sei milioni e duecentomila euro. A questi arresti, e a quelli probabilmente imminenti, si devono aggiungere anche quelli del 17 ottobre ai danni di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, rappresentanti della ANC e di Omnium, associazioni culturali indipendentiste che contano centinaia di migliaia di iscritti in tutta la Catalogna.

L’ondata repressiva di cui si sta macchiando la Spagna per soffocare la nascente Repubblica di Catalogna è costantemente supportata dalle massime istituzioni UE e dalla quasi totalità degli esponenti politici degli Stati membri. Appare incredibile la contraddittorietà tra quelli che sono i principi costantemente enunciati da questi governanti e la pratica concreta. 

In questo momento la loro condotta mette a nudo tutta la loro incoerenza in tema di diritti democratici e libertà dei popoli. E’ evidente che tali principi, che in più occasioni sono stati la giustificazione per operazioni militari in Africa e Medio Oriente, oggi vengono a cadere nei confronti della Catalogna, il cui diritto all’indipendenza sancito in maniera democratica e non violenta deve scontrarsi con una crudele e violenta repressione.

Il comportamento della Spagna, non nuova peraltro a feroci misure repressive verso le nazionalità in lotta per l’indipendenza, diventa oggi emblema del palese fallimento di tutta quella retorica che per anni ha raccontato di una fantomatica “Europa dei popoli”, baluardo di libertà e democrazia, di contro a quella reale fatta di criminalizzazione delle lotte sociali, repressione delle istanze democratiche, incarceramento degli oppositori politici.

Tutti i popoli in lotta per la libertà, tutti i cittadini e le cittadine che credono davvero alla democrazia, alla giustizia sociale e al diritto di autodeterminazione oggi sanno che bisognerà iniziare una grande mobilitazione. Un lungo cammino che, partendo dalla solidarietà internazionalista nei confronti degli arrestati, si prefissi una nuova concezione d’Europa, non più covo di finanzieri e imperialisti senza scrupoli ma terra di nazioni e di persone libere, rispettate, uguali.

Libe.r.u. – Lìberos Rispetados Uguales


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