martedì 7 novembre 2017

Rassegna stampa 07 Novembre 2017


Unione Sarda

In Sardegna i due poli studiano le contromisure E il M5S scommette: «Saremo noi la prima regione a Cinque stelle» La lezione siciliana: «Allearsi per vincere»

Il centrodestra unito vince, il Movimento 5 stelle è il partito che ottiene più voti e il centrosinistra deve fare mea culpa e aprire il cantiere per ricostruire la coalizione. La politica sarda interpreta all'unisono la sentenza delle urne siciliane.

IL MESSAGGIO Forza Italia ottiene la conferma che la coalizione ritrovata può battere tutti. Così come, suo malgrado, lo capisce il centrosinistra, che dovrà lavorare per cucire un'alleanza tra Pd e le altre forze. Il risultato ottenuto in Sicilia induce il M5S a guardare con fiducia al futuro e a lanciare la campagna per la conquista della Regione. Certo, sono contesti per certi aspetti molto differenti, ma sufficienti per una riflessione sullo stato di salute dei partiti.

L'ESEMPIO Il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, ribadisce il concetto: «Il centrodestra unito vince sempre. È un dato che si ripete negli anni e spesso siamo stati stolti a dividerci». Ma i risultati di ieri «sanciscono il crollo del Pd e la sconfitta del Movimento 5 Stelle nella loro roccaforte», dice Cappellacci che si prepara alla campagna elettorale sarda: «Spero che già alle Politiche si ricostruisca la coalizione del 2014 e che possa poi vincere anche le elezioni regionali».

TUTTI INSIEME Serve una coalizione ampia «che apra alle forze autonomiste e alla società civile» anche per la consigliera regionale forzista Alessandra Zedda , che del dato siciliano coglie «la forza del candidato, in grado di catalizzare i voti». Fa parte del centrodestra vittorioso in Sicilia anche Fratelli d'Italia che plaude alla vittoria di «un candidato della destra», sottolinea il coordinatore regionale Salvatore Deidda , convinto che «il centrosinistra sia finito anche in Sardegna». Nessun timore sul bottino ottenuto dal Movimento 5 Stelle: «Vive di luce riflessa dei leader nazionali, ma sui temi concreti non sono mai pervenuti».

LA RIFLESSIONE In casa Pd è netta la sensazione che la corsa solitaria sia una strategia sbagliata. Ne è convinto il segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca , impegnato a «intensificare il dialogo con i partiti della sinistra e rafforzare la coalizione che già esiste alla Regione, così come sta facendo il segretario nazionale». Cucca prova a interpretare il risultato deludente, «peraltro scontato», del Pd, sempre più in difficoltà: «Siamo la forza di governo, il partito di riferimento. È normale che funga da parafulmine rispetto al malessere degli elettori».

«NO AI VETI» Per rinsaldare le alleanze nella coalizione di centrosinistra servono regole d'ingaggio chiare. Perché se è vero che «da soli non andiamo da nessuna parte», come ammette la deputata dem Romina Mura , «per ricostruire il fronte progressista, insieme ai partiti sovranisti, serve l'impegno di tutte le forze della sinistra».

Nessuno dunque pensi di imporre veti, soprattutto sulle persone, perché «Renzi è il nostro segretario e non deve essere messo in dubbio». Il risultato della sinistra è un campanello d'allarme per il deputato di Art.1-Mdp, Michele Piras , preoccupato della «sconfitta complessiva». Non c'è stato il travaso di voti e «non possiamo gioire del risultato del Pd, visto che la sinistra non ha catalizzato voti», dice Piras. Va bene ricostruire il centrosinistra, con «umiltà e consapevoli degli errori», aggiunge, ribadendo la necessità di «discontinuità sia di politiche che di persone per frenare l'avanzata delle destre».

PRIMO PARTITO Il Movimento 5 Stelle chiude le elezioni siciliane con la palma del più votato. «Un risultato incoraggiante anche in chiave Sardegna, dove abbiamo sempre ottenuto ottime percentuali», dice la deputata Emanuela Corda . E proprio ai prossimi appuntamenti sardi, soprattutto le elezioni regionali, va il pensiero della parlamentare, che rilancia: «Potrebbe essere proprio la Sardegna la prima regione a cinque stelle». Il risultato è un buon segnale ma «la mia speranza era ottenere la vittoria», si rammarica però uno dei leader del Movimento, il sindaco di Assemini Mario Puddu . «È vero, siamo il primo partito ma alla fine non governiamo. I ragazzi siciliani non potevano fare di più, vista anche l'astensione». Il futuro del M5S in Sardegna è «cercare di governare una Regione in cui sia centrodestra che centrosinistra hanno fallito».

Matteo Sau

E giovedì Pigliaru vola da Gentiloni
Accantonamenti e altre vertenze al centro dell'incontro

L'incontro tra Pigliaru e il premier Paolo Gentiloni in agenda
dopodomani a Palazzo Chigi, sulle vertenze governo-Regione, è una
tappa importante per il futuro della Sardegna. Perciò la missione
romana del governatore sarà preceduta da un incontro della
maggioranza, convocato dallo stesso Pigliaru per domani pomeriggio
alle 15. Si discuterà della Finanziaria 2018 e degli accantonamenti:
quest'ultimo, infatti, sarà uno dei temi chiave di cui si tratterà con
il governo, nel tentativo di ridurre la quota di 684 milioni che la
Regione deve garantire per il risanamento della finanza pubblica.

Al vertice dovrebbero prendere parte anche il presidente del Consiglio
regionale, Gianfranco Ganau, e i presidenti delle commissioni. Questo
pomeriggio alle 14 si riunirà, invece, il Partito democratico. Sulla
missione romana interviene il presidente del Partito dei sardi, Paolo
Maninchedda, che chiede al presidente di «ottenere atti possibili e
lasciar perdere le piattaforme programmatiche complesse». Le partite
chiave riguardano il ricorso sull'Agenzia sarda delle entrate, il
dossier insularità presentato da Pigliaru a Renzi nel 2015, i poteri
straordinari per intervenire alla Maddalena e la bonifica dei
poligoni. (m. s.)

Autunno choc, dall'afa alla neve
La svolta della stagione nel giro di poche ore, nel pomeriggio
imbiancata anche Fonni Gelo e primi fiocchi a Desulo, sul Bruncu Spina e sul Limbara

Sembra quasi impossibile ma, dopo mesi di afa e caldo insolito, è
arrivato il freddo, tanto repentinamente da cogliere impreparati anche
gli abitanti della montagna. Ieri mattina i centri di Desulo e Fonni
si sono svegliati con temperature bassissime e folate di vento gelido.
Anche se le previsioni meteo avevano annunciato la neve, nessuno ci
aveva creduto. Invece eccola lì: appare nel primo pomeriggio anche nei
due centri abitati, sotto forma di “ abba niada ”, come si chiama a
Desulo la pioggia mista a neve. Sulla strada Nuoro-Lanusei, nel primo
pomeriggio si è abbattuta una violenta grandinata, che ha imbiancato
il passo di Correboi .

A 1400 metri d'altezza, invece, in località S'Arena a Desulo , una
nevicata di oltre quindici minuti ha imbiancato il terreno. Accenni di
bianco anche a Bruncu Spina, dove si spera di vedere presto terminati
i lavori per l'impianto sciistico. La prima neve a novembre può essere
solo segno di una buona stagione invernale.

LO STUPORE I primi fiocchi sono caduti copiosi, nella tarda mattinata
di ieri. Quaranta minuti che hanno generato stupore, aFonni e
dintorni. «Due giorni fa c'erano venti gradi, anche a Bruncu Spina»,
afferma Claudio Secchi, mentre percorre con la sua jeep la strada
panoramica che conduce alla vetta. «Adesso siamo a zero gradi, con la
neve», rincara Antonello Cugusi, allevatore. «Ci voleva, dopo mesi di
siccità. Le campagne sono in ginocchio». D'altronde, se fino a poche
ore prima gli scenari erano pressoché primaverili, adesso sui monti
del Gennargentu gli scorci sono da pieno inverno, con temperature in
picchiata. Tuttavia, in montagna il coro è unanime: «Finalmente è
arrivata», sentenzia Paolo Mazzone, armato di cuffia e macchina
fotografica. «La neve serviva, eccome!», esclama Antonello Cugusi.
«Speriamo arrivi anche la pioggia, per un mese».

GALLURA Prima spruzzata di neve della stagione, ieri mattina, anche
sul Limbara. I fiocchi bianchi hanno fatto la loro comparsa intorno
alle 10.30 a Vallicciola e a Punta Balistreri, a circa 1400 metri.
Erano anni che non si vedeva la neve in autunno. Nella parte più alta
della montagna, anche le strade sono state ricoperte dalla coltre
bianca. La temperatura è scesa a quattro gradi centigradi. A quote più
basse, invece, è piovuto intensamente.
Daniela Melis
Gianfranco Locci

LANUSEI. L'assemblea Dem
La segreteria Pd, ecco la squadra di Carlo Balloi

L'organizzazione e il rilancio del partito sono stati i temi
all'ordine del giorno dell'assemblea provinciale Pd, che si è tenuta
sabato in aula consiliare a Lanusei. Il plenum ha formalizzato
l'elezione di Carlo Balloi a segretario provinciale, eletto la
direzione territoriale, composta da 40 persone in rappresentanza dei
circoli e la commissione di garanzia, un organismo di autotutela.
Carlo Balloi ha presentato la sua segreteria.
Ne fanno parte Fabrizio Usai di Arzana, Simona Serrau di Tortolì,
Tonino Mereu di Villagrande, Patrizia Ferreli di Lanusei e Carlo Lai
di Jerzu. Fiorenza Pusole di Baunei è stata eletta alla presidenza
dell'assemblea provinciale.

«L'unico problema che avrò - spiega Carlo Balloi - è quello di gestire
l'entusiasmo di queste persone, che si aggiunge al mio».
Il Pd Ogliastra riparte dai Forum tematici, sono cinque: sanità, enti
locali, attività produttive, scuola, formazione e cultura, ambiente e
turismo. «Spazi di condivisione aperti a tutti, anche i non iscritti o
non simpatizzanti», precisa Balloi. Il segretario guarda avanti:
«Durante il giro dei circoli ho riscontrato alcune criticità. Una di
queste è stata la riforma della scuola. Sarò compito della segreteria
organizzare un incontro mettendo a confronto chi è favorevole e chi ne
contesta la funzione. Vorremo capire cosa c'è di sbagliato».
All'incontro hanno partecipato più di 100 persone. Ottimista il
sindaco di Lanusei Davide Burchi: «Un incontro positivo in una fase
complicata. Un'occasione di dialogo». ( si. l. )

ALGHERO. Due nuovi ingressi e un grande ritorno nell'Esecutivo ter
Mario Bruno ci riprova Il Pd: estranei alle nomine

La squadra di Mario Bruno non si cambia. Due nuovi ingressi e un
ritorno, quello di Gabriella Esposito, che si riprende le deleghe alla
Cultura, Pubblica Istruzione e Turismo dopo una pausa di alcuni mesi.
Il primo cittadino, incassato l'appoggio del Partito democratico che
gli consentirà di affrontare i restanti venti mesi di mandato, ha
presentato la nuova giunta.

NOVITÀ Dei sette nomi che compongono l'esecutivo, sono solo due le
novità. Si tratta di Angela Cavazzuti, già direttore amministrativo
nell'azienda sanitaria locale, titolare delle deleghe alle Politiche
Sociali e Alessandro Balzani, ingegnere, che terrà le redini
dell'Urbanistica e dell'Edilizia privata. «Sono molto emozionata per
questa nuova sfida - spiega l'assessore Cavazzuti - è il mio primo
incarico in politica e voglio impegnarmi per la città di Alghero».
Eppure non sono mancate le critiche, proprio per il fatto che il nuovo
titolare della delega non risiede in città. «Ma come si fa a nominare
un assessore sassarese ai Servizi sociali del Comune di Alghero? - si
domanda Maria Grazia Salaris del Nuovo Centro Destra - È il settore
più delicato, occorre conoscere bene il tessuto sociale della città».
Alessandro Balzani ha promesso, entro dicembre, di portare in aula il
Piano di valorizzazione della Bonifica, atto che le borgate attendono
da diverso tempo.

CONFERME Confermata la vecchia squadra. Raimondo Cacciotto, alle
Manutenzioni e ai Lavori Pubblici, farà le veci del sindaco. Gavino
Tanchis alle Finanze Demanio e Patrimonio, Ornella Piras allo Sviluppo
economico e Attività produttive e Raniero Selva all'Igiene urbana e
Politiche ambientali.

CRITICHE «La Giunta, presentata oggi, è figlia di questo scalcinato e
sgangherato percorso lontano anni luce dai problemi degli algheresi»,
commentano dai banchi di Forza Italia. «Non entriamo nel merito delle
nuove nomine che vedono, tra l'altro, un riconosciuto professionista
alla guida dell'Urbanistica che, però, ha già visto (come tecnico del
Partito Democratico), bocciati tutti gli emendamenti alla “variante
della bonifica”».

Il Pd, intanto, prende le distanze dalle nomine
nell'esecutivo tenendo a precisare che, in nessun modo, sono
riferibili al democratici. «È una scelta che rientra nelle prerogative
del sindaco», chiarisce il segretario cittadino Mario Salis, anche se
coinvolge iscritti al partito.
Caterina Fiori

La Nuova

L'eurodeputato Pd punta sull'autonomia: ma dobbiamo gestirla meglio e
stare in Europa a testa alta Soru: l'indipendentismo non è la soluzione

CAGLIARIL'indipendentismo non è la soluzione, parola dell'eurodeputato
del Pd Renato Soru. «Non dobbiamo mai più chiuderci in noi stessi e
neanche possiamo giocare ancora con scelte pericolose, o tanto meno
avvelenare i pozzi con illusioni azzardate. La soluzione è aprirsi
all'Europa e far sì che la Sardegna stia in Europa come una comunità
forte e responsabile». Lo ha detto al termine del dibattito «La
Questione sarda fra indipendenza, autonomia ed Europa dei popoli»,
organizzato dalla sua associazione «SardegnaEuropa». Soru ha parlato
anche della questione catalana: «Se è innegabile che Madrid abbia
sbagliato in modo clamoroso a usare le armi per fermare quella che era
una questione politica e non certo militare.

È anche vero che le forze
indipendentiste hanno portato la loro gente a farsi del male. E oggi
senza una vera mediazione potrebbe essere molto e sempre più difficile
trovare una via d'uscita condivisa». Ma è sulla Questione sarda che si
è incentrato l'intervento di Soru: «La nostra Autonomia dobbiamo
saperla gestirla meglio e finora non ci siamo riusciti. Soprattutto
nei rapporti con lo Stato ci sono stati troppi errori, anche se ora
l'obiettivo della Sardegna dev'essere quello di presentarsi e poi
stare in Europa a testa alta.

È questa la nuova identità in cui
dobbiamo credere senza ovviamente togliere nulla al nostro passato».
Le conclusioni di Soru sono arrivate dopo gli interventi di chi come
Guido Melis ha detto: «Attenzione, ogni volta che l'Autonomia perde
prestigio e credibilità, ritornano le spinte indipendentiste, mentre
sono in pochi a parlare di come potrebbe essere riscritto e reso più
moderno lo Statuto speciale». È lo stesso monito lanciato da Luciano
Marrocu: «Dobbiamo parlare di progetti politici, non infilarci in
visioni separatiste».

Con Lorenzo Dallai, ex presidente della
Provincia autonoma di Trento, che ha aggiunto: «A fare la differenza
sono i rapporti che hai con lo Stato. Più competenze gestisci, meglio
tratti». Però secondo Anthony Muroni dell'associazione Sardos: «Gran
parte della colpa dell'attuale disequilibrio è dei sardi. Finora o non
siamo riusciti a ottenere quanto ci sarebbe spettato e poi abbiamo
utilizzato male quanto c'è stato concesso». Anche per Anna Maria
Busia, Campo progressista, «in questi anni il peso dell'Autonomia sì
ristretto. Forse ci siamo intestarditi a trattare con Roma e invece
avremmo dovuto chiedere con più forza allo stesso governo di
sostenerci in questa rivendicazione: l'Europa deve riconoscere il
nostro innegabile stato d'insularità.

Oggi quel sostegno dobbiamo
pretenderlo». Pierpaolo Vargiu, deputato dei Riformatori, ha
rilanciato il referendum dell'insularità in Costituzione: «È una
grande occasione per stringere i sardi intorno a una battaglia
comune». Ma per il segretario del Psd'Az Christian Solinas: «A mancare
non è certo la consapevolezza degli svantaggi, ma una Sardegna capace
di muoversi assieme verso obiettivi condivisi». Fino ad Antonello
Licheri di Sinistra Italiana, che è stato perentorio nel dire:
«L'indipendenza? È una chimera». Con la pronta replica di Bustianu
Cumpostu di Sardigna Natzione: «No, l'autodeterminazione è un diritto
dei popoli».


Vertice Pigliaru-Gentiloni si riunisce il centrosinistra
Pigliaru convoca la maggioranza prima del faccia a faccia di giovedì
sulle entrate Cappellacci, Fi: sgarbo al Consiglio. Maninchedda, Pds: ultima occasione

CAGLIARIIl vertice a Palazzo Chigi fra Gentiloni e Pigliaru è
confermato. Giovedì, alle 16, ci sarà il faccia a faccia su
accantonamenti, vertenza insularità riconosciuta dall'Europa,
manutenzione del Patto per la Sardegna, Agenzia sarda delle entrate,
ex Arsenale La Maddalena e forse anche sulle servitù militari. È un
incontro decisivo, secondo alcuni, sarà solo interlocutorio, replicano
altri. Sta di fatto che questi giorni di vigilia sono abbastanza
agitati. Il centrosinistra ha convocato domani pomeriggio un vertice
di maggioranza, in Consiglio regionale, con Pigliaru che dovrebbe
presentare nel dettaglio il pacchetto della "Questione sarda" con cui
busserà alla porta della presidenza del Consiglio dei ministri.

Ma l'iniziativa della maggioranza è stata contestata dal centrodestra,
che ha denunciato lo sgarbo del governatore verso il Consiglio. Per
Attilio Dedoni, Riformatori, «nel confrontarsi solo con la
maggioranza, Pigliaru non fa che indebolire la sua già debole
posizione nel confronto con lo Stato. Questa degli accantonamenti,
così come altri capitoli della vertenza, doveva essere una battaglia
di tutti i sardi e invece pare volersela accaparrare solo una parte,
che tra l'altro vuole trattare e non pretendere, come dovrebbe, il
rispetto delle leggi».

Anche il coordinatore di Forza Italia, Ugo
Cappellacci, denuncia: «Il governatore aveva giurato che prima di
firmare nuovi accordi, avrebbe informato il Consiglio e invece non lo
fa fino a comunicare solo alla sua maggioranza di cosa parlerà a
Palazzo Chigi». Sul fronte della maggioranza a intervenire è invece
Paolo Maninchedda, presidente del Partito dei sardi. «Quella di
giovedì è una delle ultime occasioni - ha scritto sul suo blog - Il
governo italiano è in campagna elettorale. Sta per chiudere le partite
strategiche e poi chiuderà bottega.

Fare accordi con questo governo è
velleitario. Bisogna ottenere atti possibili e lasciar perdere le
piattaforme complesse». Che cosa ottenere? Secondo Maninchedda: il
ritiro del ricorso presentato sull'Agenzia sarda delle entrate,
l'apertura della procedura di riconoscimento delle condizioni di
svantaggio da parte dell'Europa, i poteri straordinari per mettere a
posto La Maddalena e infine la bonifica dei poligoni. Altro, secondo
Maninchedda, sarà «impossibile ottenere in questa legislatura
nazionale ormai agli sgoccioli»

P3, scatta per Cappellacci la prescrizione del reatoeolico e affari
di Mauro Lissia
CAGLIARI

L'ex presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci uscirà indenne
dal processo alla cosiddetta loggia P3 in corso a Roma, imputati fra
gli altri l'affarista Flavio Carboni, il parlamentare Denis Verdini e
altri sei sardi coinvolti nel presunto tentativo di governare gli
appalti per il disinquinamento del Sulcis e i parchi eolici in tutta
l'isola. Superata a fatica la fase del dibattimento durata oltre
quattro anni e concluse l'11 novembre 2016 le requisitorie dei
pubblici ministeri Rodolfo Sabelli e Mario Palazzi, il prossimo 15
novembre il processo andrà avanti con gli interventi della difesa.

Ma nel frattempo per il leader sardo di Forza Italia, che è accusato di
concorso in abuso d'ufficio aggravato, è scattata la prescizione del
reato. I fatti al centro della contestazione risalgono infatti al 6
agosto del 2009 e una volta svanita in istruttoria l'imputazione di
corruzione la posizione di Cappellacci si è notevolmente alleggerita.
Il resto l'hanno fatto le estenuanti lungaggini del dibattimento,
partito a rilento e proseguito fra mille intoppi.

L'ex governatore,
assistito da Guido Manca Bitti, si è difeso con puntiglio davanti al
tribunale presieduto da Maria Rosaria Brunetti ma non è riuscito a
evitare la richiesta di condanna a un anno di reclusione da parte dei
pm. Se la caverà comunque perchè il reato risulta ormai estinto, manca
solo che il tribunale formalizzi la prescrizione al momento della
decisione. La carriera politica di Cappellacci è peraltro in bilico a
causa della condanna a due anni e mezzo incassata il 28 settembre 2016
per la bancarotta della Sept Italia: se la sentenza venisse confermata
in appello, per lui scatterebbe la sospensione dalla carica di
consigliere regionale.

In Sardegna la P3 puntava su due obiettivi:
norme più leggere per realizzare parchi eolici ad alto valore aggiunto
e un direttore dell'Arpas, l'agenzia regionale per l'ambiente, che
garantisse una corsia preferenziale ai progetti dell'organizzazione
segreta. In un caso e nell'altro serviva un grimaldello politico per
scardinare le porte della Regione: per l'accusa era Ugo Cappellacci,
uomo di Berlusconi, obbligato dall'appartenenza e dalla riconoscenza
elettorale a cedere alle pressioni di pezzi da novanta come Denis
Verdini, Marcello Dell'Utri e Flavio Carboni.

È lui, per l'accusa, ad
aver «contribuito a sviare la gara pubblica per quella poltrona».
Quale che sia l'orientamento del tribunale, il reato attribuito a
Cappellacci - che non faceva parte della P3 - risulta prescritto,
mentre restano in piedi le accuse di associazione a delinquere e di
violazione della legge Anselmi per Carboni, per il quale i due
magistrati hanno sollecitato nove anni e mezzo di carcere e di
partecipazione all'associazione per altri cinque degli otto sardi
coinvolti nel processo: la Procura ha chiesto un anno per Ignazio
Farris, che Cappellacci nominò al vertice dell'Arpas su diktat della
P3, due anni per Pinello Cossu, presidente del consorzio Tea, tre anni
per la compagna di Carboni, Antonella Pau, un anno per Maria Laura
Scanu Concas, diecimila euro di multa per il direttore di Unicredit
Iglesias Stefano Porcu. Nel complesso le richieste di condanna sono
state 18 e il solo imputato considerato non colpevole dai due pm è il
dirigente dell'area ambiente al comune di Porto Torres Marcello Garau.

Richieste di pena anche per Denis Verdini (4 anni) e per l'ex primo
presidente della Cassazione Vincenzo Carbone (5 anni per corruzione).
A Roma - hanno detto i pubblici ministeri - fino al 2010 «ha operato
un'associazione segreta che puntava a condizionare il funzionamento
degli organi costituzionali dello Stato, degli enti amministrativi e
locali».

Il Consiglio di Stato decide sul ricorso presentato da Marco Balata e
sull'elezione di Mario Altana
I giudici hanno stabilito 30 giorni di tempo per verificare le schede
della sezione elettorale 28 Seggio conteso, si riapre il caso:
la prefettura ora riconterà i voti

OLBIAVoti da ricontare, scrutinio da rifare. Con un'ordinanza del
Consiglio di Stato si riapre in modo clamoroso la partita delle
elezioni comunali 2016 a Olbia, almeno per quanto riguarda
l'assegnazione del seggio conteso in consiglio comunale tra Marco
Balata (attuale assessore al Turismo, recentemente iscritto a Forza
Italia) e il consigliere di Forza Olbia, Mario Altana. Dopo che il Tar
aveva respinto il ricorso presentato da Balata e Luca Olivieri
(entrambi, al momento della competizione elettorale, in corsa con la
lista civica L'altra Olbia) per la riattribuzione del seggio assegnato
ad Altana, in secondo grado il Consiglio di Stato ha deciso di
procedere alla verifica del conteggio dei voti.

In particolare, il
Consiglio di Stato ha affidato, in via istruttoria, alla prefettura di
Sassari l'incarico di acquisire le tabelle di scrutinio della sezione
elettorale numero 28 relative ai voti di lista nonché il verbale della
stessa sezione. Sempre la prefettura dovrà verificare il numero di
voti di lista annotati nella tabella di scrutinio a favore delle liste
Progetto Olbia con Vanni Sanna, Forza Olbia e L'altra Olbia, nonché la
corrispondenza delle cifre a quanto indicato nel verbale della sezione
28. La prefettura dovrà stilare una relazione sulla verifica
effettuata, corredata della documentazione esaminata. Tutto questo nel
termine di 30 giorni. L'udienza di merito, invece, si terrà il 12
aprile 2018. E lì è attesa la sentenza che deciderà a chi va assegnato
il seggio conteso. Altana o Olvieri, visto che Balata è assessore e il
seggio andrebbe al compagno di lista e secondo tra i più votati.Nel
dettaglio, tutta la vicenda del seggio conteso punta al riconoscimento
di due schede che sarebbero state sottratte ingiustamente alla lista.
Insomma, una storia di conteggi e riconteggi, verbali e schede scrutinate.

Forse poco appassionante, ma decisiva per l'assegnazione
di un seggio conteso, anche un anno e mezzo dopo (anzi due, visto che
la sentenza non arriverà prima della prossima primavera).L'ordinanza
del Consiglio di Stato naturalmente ha rinforzato le ragioni sostenute
dalla lista L'altra Olbia, da Marco Balata (che però nel frattempo ha
trasferito armi e bagagli in Forza Italia) e soprattutto da Luca
Olivieri, che qualche chance di diventare consigliere comunale ora ce
l'ha davvero. È il risultato di una battaglia legale che Marco Balata
davanti al Consiglio di Stato ha scelto di affidare a un avvocato di
grande fama, Leonardo Salvemini, docente universitario già assessore
regionale in Lombardia e oggi anche presidente del consorzio di Porto
Rotondo. Dati alla mano, l'avvocato Salvemini ha cambiato l'inerzia di
una causa che al Tar per Balata e Olivieri aveva preso la direzione di
un binario morto.(m.b.)©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sindaco ha varato la nuova giunta con il ritorno di Gabriella
Esposito e l'ingresso di Angela Cavazzuti e Alessandro Balzani
Bruno riparte senza l'appoggio del Pd

di Gian Mario SiaswALGHEROEra uno scherzo. La storia della pace
ritrovata nel Pd, dell'avvio di una nuova stagione del centrosinistra,
del rilancio dell'attività amministrativa, del programma da rintuzzare
tutti insieme e del governo duraturo della città era solo una
favoletta. In via Mazzini volano gli stracci. Il sindaco Mario Bruno
torna in sella, presenta la squadra e detta le priorità, ma alle sue
spalle si scorgono le macerie di un progetto franato subito. Il modo
in cui Bruno si riprende la maggioranza in consiglio comunale è uno
sfregio per la nomenclatura democratica di Alghero e non solo.
Un'opera d'arte, nel suo genere. Sabato pomeriggio Mario Bruno ha
abbandonato la conferenza stampa del Pd.

Gli hanno detto che era uno
spazio mediatico del partito per ribadire al massimo l'appoggio
programmatico, e solo a patto che certi temi fossero centrali e si
affrontassero in un certo modo. Bruno ha lasciato via Mazzini e dopo
due ore i consiglieri Alessandro Nasone, ex Upc, poi Gruppo misto di
minoranza e ora di nuovo in maggioranza, e Mimmo Pirisi, capogruppo
del Pd, hanno annunciato l'adesione alla maggioranza a conclusione di
un percorso che per loro, evidentemente, è più avanzato di quanto non
pensi il Pd. Consumato lo strappo, domenica sera Mimmo Pirisi ha
partecipato in aeroporto a un summit segreto - si fa per dire, passare
inosservati nel deserto è impossibile - col sindaco, gli assessori in
pectore e gli "ideologi" della sua area. È lì che è nata la nuova
giunta Bruno e la frattura tra Bruno e Pd si è fatta voragine:
all'Urbanistica, settore su cui intere giunte comunali di Alghero sono
cadute negli ultimi lustri - da quando si è iniziato a parlare di Puc,
in pratica - spunta Alessandro Balzani.

Ingegnere, uomo di borgata
come Pirisi, come lui del Pd, assume in proprio, senza un'investitura
del partito, il compito di occuparsi delle partite più delicate, dal
Piano urbanistico a Maria Pia, su cui incombe lo spettro di
speculazioni edilizie che tengono in ostaggio la politica algherese da
decenni. «Sono iniziative e incarichi assunti in proprio», precisa
Mario Salis, segretario cittadino del Pd. «Senza una maggioranza
stabile e coesa non avrei ritirato le dimissioni, siamo più forti di
prima, possiamo chiudere bene il mandato e costruire per dopo una
proposta concreta e autorevole», dice Mario Bruno dopo essere
"entrato" in casa Pd, aver creato una spaccatura insanabile ed essersi
reso autosufficiente rispetto alla parte di partito che non lo
appoggerà mai.

Tributati gli onori a Pirisi - protagonista del mese,
comunque si valuti la cosa - Bruno presenta la squadra. Confermato
Raimondo Cacciotto, il più votato di Per Alghero: riprende Opere
pubbliche, Verde urbano e la carica di vicesindaco ceduta un anno e
mezzo fa ad Antonello Usai. Restano anche Raniero Selva, assessore
dell'Ambiente, espressione dei Democratici per Alghero, Gavino
Tanchis, Finanze e Bilancio, leader cittadino del Pds, e Ornella
Piras, Attività produttive, della Sinistra civica. Torna Gabriella
Esposito, dimessa lo scorso marzo, ufficialmente per ragioni
personali. Allora si disse che non condivise alcune scelte del sindaco
Mario Bruno sul programma e le spese per il Giro d'Italia direttamente
dal budget del suo settore.

Emersero anche incompatibilità con alcuni
amministratori di Fondazione Meta. Lei nega e si accomoda di nuovo
negli uffici di Cultura e Turismo. Completa la squadra Angela
Cavazzuti, sassarese, ex direttrice amministrativa dell'Asl di
Sassari, protagonista di un contenzioso giudiziario con l'allora
general manager Marcello Giannico. È il nuovo assessore dei Servizi
sociali. Il suo nome, assai gradito al sindaco e ai suoi ambienti, è
stato fatto da Alessandro Nasone. La aspetta una sfida impegnativa. Ma
vale per tutti, a iniziare dal Pd. Anzi, dai Pd algheresi.

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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