lunedì 31 dicembre 2018

05 Gennaio. Museo Civico “Giovanni Marongiu”, Cabras: visita guidata col direttore



 Organizzato da di Museo Civico 
Sabato 05 Gennaio 2019 dalle ore 16:00 alle ore 19:30
Museo Civico “Giovanni Marongiu”, Cabras
Visita guidata a cura del Direttore Prof.ssa Carla Del Vais.
Biglietto speciale ridotto (3,50 euro)
Numero chiuso, gradita prenotazione

Alcune informazioni sui “Giganti”

La necropoli di Mont’e Prama si trova alla base del colle omonimo, a una distanza di circa 2 Km dallo stagno di Cabras, lungo la strada che da San Salvatore conduce a Riola Sardo. 


La scoperta del sito avvenne casualmente nel marzo del 1974 ad opera di contadini che eseguivano lavori agricoli. Seguirono diversi interventi di scavo e di recupero, tra il 1975 e il 1979, condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano e dall’Università degli Studi di Cagliari. La prima campagna di scavo fu condotta nel 1975 (scavo A. Bedini) e consentì di individuare una decina di sepolture a cista litica quadrangolare e altre a pozzetto circolare, alcune delle quali associate a materiali ceramici nuragici.

Con il secondo intervento, condotto tra il 1977 e il 1979 (scavo C. Tronchetti), vennero individuate altre trenta tombe allineate su un unico filare da sud a nord, più altre tre poste ad est delle precedenti; immediatamente a ridosso delle tombe fu riconosciuto un tratto di strada cerimoniale con lo stesso orientamento.

Le sepolture, scavate nel terreno, sono del tipo a pozzetto subcilindrico, con un diametro da 60 a 70 cm e una profondità dai 70 agli 80; queste erano coperte da lastroni quadrangolari di arenaria gessosa di cm 100 x 100 x 14 di spessore. Gli individui sepolti, in posizione seduta o inginocchiata, appartengono ad entrambi i sessi e sono tutti in età adulta. Le tombe scavate con il secondo intervento erano del tutto prive di corredo, ad eccezione di una che ha restituito uno scaraboide egittizzante di incerta attribuzione.

Queste erano ricoperte da un accumulo di materiali scultorei in cui erano compresi 5178 frammenti di statue maschili e di altri elementi scultorei in calcare arenaceo. Tali materiali, recentemente restaurati nel Centro di Conservazione e Restauro di Li Punti (Sassari), sono pertinenti a statue maschili, modelli di nuraghe e betili.



Le 28 statue finora identificate, tutte frammentarie, rappresentano 16 pugilatori, 5 arcieri e 5 guerrieri. I pugilatori indossano un gonnellino e sono a torso nudo; proteggono la testa con uno scudo tenuto dalla mano sinistra posta alla sommità del capo, mentre la mano destra, protetta da un guanto, regge l’altro lato dello scudo.
 Gli arcieri, che indossano una corta tunica e una protezione sul petto, hanno un elmo a due corna sulla testa da cui spuntano lunghe trecce; il braccio sinistro, protetto da una guaina e da un guanto, tiene un arco. Il braccio destro ha avambraccio e mano protesi in avanti. Le gambe sono protette da schinieri.

La presenza di frammenti non riconducibili alle iconografie descritte ha suggerito la possibilità che vi siano altre figure di guerriero tra cui quella connotata dalla presenza dello scudo. Quasi certamente il modello di riferimento furono i bronzetti figurati, dei quali le statue in pietra riprendono abbastanza fedelmente i personaggi e gli stilemi.
Fra i 16 modelli di nuraghe individuati, 3 esemplari sono riferibili a monumenti complessi quadrilobati, 5 a polilobati, mentre 8 rappresentano torri singole. 

I betili, scolpiti nell’arenaria, sono del tipo cosiddetto “Oragiana”, cioè di forma troncoconica con incavi quadrangolari poco sotto il colmo. Allo stato attuale degli studi sulla civiltà nuragica, si ritiene che la necropoli di Mont’e Prama possa aver costituito lo spazio funerario riservato ad un gruppo familiare dominante nella società nuragica della Prima età del Ferro.

Le informazioni sopra riportate sono del sito internet del Museo di Cabras http://www.museocabras.it

02 Gennaio. Corso di Narrativa Horror



Mercoledì dalle ore 19:30 alle 21:00
Accademia d’arte di Cagliari,
Lazzaretto di Cagliari, via dei Navigatori snc, Cagliari

Corso di Narrativa Horror.
Lazzaretto di Cagliari - il mercoledì, dal 2 gennaio, h. 19.30/21.00
8 lezioni.
- Aperte le iscrizioni -
Posti limitati (massimo 8 partecipanti),
Per costi, info e prenotazioni:
info@accademiadartedicagliari.com

Non occorre alcun requisito particolare per prendere parte al corso.
Programma e obiettivi:

Conoscere le caratteristiche peculiari dei generi narrativi ti consentirà di scrivere storie, o inserire scene che abbiano le caratteristiche specifiche, utilizzando il giusto ritmo, il registro più idoneo, i termini più evocativi.

Alla teoria si affianca una progettazione individuale di testi, revisionati in aula, per affinare un giudizio obiettivo atto a stimolare la collaborazione e la condivisione delle idee.



La corruzione non ci ruba solo denaro, ci ruba la vita! Di Lucia Chessa

Lo sapete cos'è la corruzione? Ne danno una definizione semplice e inconsueta due grandi: un magistrato e un costituzionalista. Dicono che “è ingordigia di fama, di potere e di ricchezza”. Hanno ragione. Non è solo un fenomeno italiano, pare che l’Europa bruci in corruzione circa 900 miliardi all’anno, ma noi, che non possiamo farci mancare niente, abbiamo un primato: siamo al secondo posto dopo la Romania.

Naturalmente corruzione non è solo maxi-tangenti, grandi appalti truccati, accesso scorretto a grandi quantità di denaro pubblico. Non è così. Corruzione è quell’arietta inquinata che siamo costretti a respirare ogni giorno, quel mare nel quale siamo costretti a nuotare, quella nebbiolina avvolgente e sporca che impatta a tutto campo nella nostra vita individuale e collettiva producendo danni enormi.

Corruzione è il lavoro in cambio di voti anzi, spesso è solo la promessa di lavoro in cambio di voti. È quella pratica diffusa che impatta a tutto campo nella nostra vita individuale e collettiva, a causa della quale molti giovani lasciano la Sardegna dicendo che vanno via perché non vogliono padrini. Preferiscono lasciarsi alle spalle quel sistema che crea gare senza regole, abolisce il merito, mette su piani diversi la possibilità delle persone di accedere alle opportunità di lavoro, di successo della propria impresa, di benessere e, a volte, persino di salute.

E così, goccia dopo goccia, la corruzione struttura disuguaglianze soffocanti, costruisce ostacoli allo sviluppo di questa terra, determinando vincoli che frenano e inibiscono il nostro benessere. Tutti lo sappiamo che la Sardegna ha bisogno estremo di legalità. Ne ha bisogno perché gli aiuti disponibili possano essere destinati a chi può trasformarli in ricchezza diffusa e in lavoro, non a “prenditori” rapaci, specializzati in accesso alle risorse pubbliche. Ne ha bisogno perché la produzione di ricchezza e la tutela dell’ambiente possano avere un equilibrio, altrimenti, ogni investimento si risolve in grandi guadagni per pochi e in perdite enormi per tutti gli altri.

Ne ha bisogno perché i giovani che se ne vanno, privando questa terra della risorsa più importante che è la risorsa umana, possano restare sicuri di avere una possibilità anche senza la protezione di un padrino. Ne ha bisogno perché nessuno deve prendervi i diritti e restituirveli sotto forma di favori chiedendo in cambio un voto e togliendovi così la libertà di partecipare, come cittadini liberi, alla vita ed al benessere di questo paese. È semplice il mio augurio per il 2019: che non ci siano più padrini ad inquinare ancora la nostra scalcinata democrazia.

Lucia Chessa.

04 Gennaio. Il Cielo in una Culla a Fonni



Venerdì 04 Gennaio 2019 
dalle ore 21:00 alle ore 23:00, Fonni
Venerdì 04 Gennaio 2019 - ore 21:00 - Chiesa di Santa Croce - Via Sorabile - Fonni (NU)

Il Cielo in una Culla di Maria Loi e Andrea Congia 
Racconti del Mistero dell'Incarnazione


In Musica. Timori e Speranze della Madre di Dio 
Drammaturgia - Maria Loi e Andrea Congia 
Produzione - Casa di Suoni e Racconti

Maria Loi - voce narrante
Andrea Congia - chitarra classica/synth
Coro Parrocchiale Santa Maria dei Martiri Fonni - voci
Coro Parrocchiale San Giovanni Battista Fonni - voci
Coro Polifonico Vohes de Onne - voci

Il racconto di una Fanciulla che incontra il Mistero accettando con fede di ospitare in sé il Figlio di Dio che l’Umanità attende. Madre del Verbo che si fa Carne, Maria di Nazareth è testimone del Miracolo dell’Infinito che si fa Uomo.

Gli echi e i travagli di una scelta senza riserve rivivono nell’interpretazione dell’attrice Maria Loi e nei bagliori sonori del chitarrista Andrea Congia accompagnati dai canti dei Cori Parrocchiali Santa Maria dei Martiri e San Giovanni Battista e il Coro Polifonico Vohes de Onne. Tra Parola e Musica il racconto della storia che cambia la Storia. Oggi, Ieri, Sempre.

Maria di Nazareth
Una Giovane Donna che accoglie in sé l’Infinito aderendo così al Progetto Celeste che la fa divenire Madre di Dio. Offerta al Tempio in tenerissima età, divenuta adolescente, è data in sposa a Giuseppe della dinastia di Davide. La visita inattesa dell’Arcangelo Gabriele, il quale le annuncia che custodisce nel suo grembo il Figlio di Dio, è l’inizio del lungo cammino che la porta a vivere peregrina reietta affrontando il deserto, bevendo le acque amare e sostenendo ogni genere di prova per rispondere alla chiamata divina che la vuole Madre, Figlia e Sposa di Dio. 


Info e Contatti
Associazione Culturale Tra Parola e Musica - Casa di Suoni e Racconti
+39 345 3199602 - traparolaemusica@gmail.com
www.traparolaemusica.com



Poesie per la centesima presentazione del libro “Carlo Felice ed i Tiranni Sabaudi” del professore Francesco Casula.



Queste tre poesie sono state scritte in onore del professore Francesco Casula e del suo libro “Carlo Felice ed i Tiranni Sabaudi.” Ormai il libro è arrivato alla sua centesima presentazione, ed il fatto non può che suscitare soddisfazione in tutti gli indipendentisti e gli amanti della verità, perché il libro del professore sta suscitando interesse in ogni ambiente della cultura sarda. Soprattutto, ci permette di conoscere secoli della nostra storia, per altro distorti volutamente dalla storiografia ufficiale, dove ci hanno insegnato che i Savoia hanno portato, in Sardegna, civiltà e benessere.

Non è vero! Ieri come oggi, la nostra isola è stata depredata ed utilizzata come una colonia! Ci hanno portato via le materie prime, ci hanno resi schiavi nelle miniere, hanno ucciso la nostra migliore gioventù in guerre che non ci appartenevano. Hanno costruito basi militari dove gli eserciti di tutto il mondo sperimentano le loro armi, hanno inquinato la nostra terra con esperimenti industriali destinati al fallimento.

Per questo è di fondamentale importanza l’opera del professor Casula. Ogni singolo sardo deve acquisire la corretta conoscenza della verità, per non farsi ammaliare ed ammaestrare dalla retorica italica. Noi sardi siamo una nazione con la sua specificità, la sua lingua, il suo territorio, i tre elementi fondamentali per costituire uno stato libero.

Dopo quelle di Francesco Casula, ci auguriamo che altri sardi percorrano il sentiero della verità, altri patrioti scrivano in nome della libertà. Perché nulla possiamo, se non conosciamo le ragioni della nostra identità, ed il nostro passato di lotta e di dolore.

Queste sono le tre poesie, buona lettura. (Vincenzo M. D'Ascanio)


"Cumplimentos deabberu!
Unu portentu pro chi has ziradu
sa Sardigna totu intrea acclamadu,
ma chena boria e prosopopea,
frastimende cun rara perissia
sos Savoias e dendeli
de crudeles tirannos e de boias.

Has zertu honoradu
chentu appuntamentos
ispirende totue
sos pius caentes sentimentos
pro s'indipendenzia e s'autodeterminazione
de custa sarda
mai libera e amada Nazione.

Fortuna tua, chi tenes
una dechida muzere meda abista
e chi faghet totu cun piaghere.

Organizadores e collaboradores
totu cantos t'hant mustradu devozione
che a sos santos.

Chi sias meda cuntentu
lu ido da sa chiza
e da sos ogros chi lughent
totu 'e meraviza.
Augurios mannos da s'istimadore
goceaninu chi, mancari mannu,
restat sempre Nicolinu".

Nicola Fressura CHENTU PRESENTADAS A Frantziscu Casula (Casteddu 15/12/2018)

Zai ti nd’ant fatu onore
e cumpanzia in Casteddu
amigos e parentes,
ùmiles coros,
literadas mentes pro su libru
’e Sabauda tirannìa!

T’amus fatu impare afestamentu,
arrecuios dae medas logos
ca apertu nos as tue sos ogos
cun sas galanas presentadas chentu.

Su libru de istoricos afannos
est cundanna de chie at cumandau
in sa Sardinna in tempus colau
cun malas trassas, furas e ingannos.
Nd’as bogau s’istoria a chirielle
de sa Sardinna nostra apetigada…

Ma pagu e nudda oe est cambiada
ca semus che a tando belle belle…
Eo t’auguro cun serenidade
chi fetzas unu libru in barigau
comente disizamus,
paghiau e ghetet
raighina de amistade!
Cun istima ti fago cumprimentos
pro sos donosos tuos sentimentos!

Maddalena Frau

Cumplimentos a Zizzu C’asula
po sa ‘e ch’entu presentadas
de su libru.

Una bella esta
c’un d-unu muntone
‘e zente de balia.
E tando pac’os versos i
n rima sarda.

A Zizzu po sa ‘e chentu presentadas.
Sa paesana in fine batorina
deo ti canto in antiga otada
contande cudda bella presentada
de savoiarda istoria marzanina
chentu ortas lis as cravadu
ispina bogande documentos
cantu b’ada de cussos isterzares
sas aturas de dannos,
mortes, arrestos e furas.

Una bella sortilla su merie
afestande cuntentos in Casteddu
de sardos passionados bonu ischeddu
isetande mezorzu carchi
die e tue como,
s’ascurtas a mie torra
a ponner in motu su cherbeddu
su chene fatu e su ch’an fatu male
chirca de su guvernu regionale.

Como chi sos lepuzzos arrodados
los as cun sos tiranos piemontesos
sega sas funes chi nos jughen presos
a isterzares e malefadados
ca triballantes e disocupados
si den pesare che fogos inchesos
politicos e meres talianos
innoghe torra nen pedes nen manos.

E tando iscrie, torra a presentare
sas aturas de sardos traitores continentales
mannos e minores sos disacatos
nos depes contare amenta puru ch’amus
de sarbare sa limba,
de onzi bidda sos fiores,
allegathu, limbazu e faeddada
de totu sa Sardinna nostra amada.

Michele Podda


domenica 30 dicembre 2018

La lezione di Atene, in vista delle europee del 2019: una sinistra di lotta e di governo. Di Daniela Sansone.



Il 2018 è stato un anno cruciale per la Grecia. Il paese, nel mese di agosto, è uscito definitivamente dai programmi di assistenza finanziaria cominciando a mettere a frutto, politiche espansive e progressive. Si apre un nuovo orizzonte per il paese, un orizzonte in cui il governo lavorerà per implementare maggiormente il quadro delle politiche sociali, senza aver alcun vincolo sulla sua sovranità economica. Ma il 2019, è anche l’anno in cui, in Europa ci saranno elezioni. L’appuntamento più importante, per la Grecia ma anche per l’Italia sono le elezioni europee. Il vero banco di prova della nuova dialettica di forze populiste che potrebbe diventare concretezza politica a Bruxelles. 

Nel corso di questi anni, l’Europa ha subito molti cambiamenti e la vicenda greca li ha sintetizzati tutti. La crisi economica, il duro braccio di ferro tra Atene e la Troika, la crisi migratoria sono stati i punti caldi del quinquennio che sta per chiudersi. Un susseguirsi di questioni politiche “calde” che, come contropartita, ha portato alla rinascita di nuovi e mai sopiti nazionalismi.
La vera sfida sarà proprio questa, dimostrare che sono i populisti la vera parentesi politica in Europa ed evitare che le loro idee malsane possano prendere piede a Bruxelles. Ed è per questo che, ora più che mai, c’è bisogno di una sinistra vera, autorevole, di lotta e di governo. E in questo contesto, la Grecia rappresenta ancora una lezione.

Perché ha dimostrato che non vi è solo arrendevolezza ad un dettame, ad un imposizione. C’è la volontà di un governo di trasformare una situazione di apparente svantaggio, in una situazione di vantaggio politico e sociale. E questi ultimi tre anni, il governo greco ha saputo bilanciare le dure imposizioni dell’Accordo con Bruxelles in un diverso obiettivo politico. Il versante delle politiche sul lavoro, è plastico in questo senso. 

Dimostra come con la tenacia di una giovane ministro, Effie Achtsioglou, si possono ripristinare molte ingiustizie e molte illegalità che erano state create dal precedente governo, in ossequio ai dettami distruttivi della troika.
Sono suoi i provvedimenti con cui si ripristina la contrattazione collettiva, che era stata sospesa in nome di una maggiore flessibiltà nei rapporti di lavoro, con cui non si attua l’ennesimo taglio pensionistico, con cui si realizzerà, a partire da Gennaio, l'aumento del salario minimo, attualmente a € 586, che interesserà direttamente o indirettamente almeno 400.000 dipendenti. 200.000 di questi sono attualmente pagati con stipendi da 500 a 600 euro, mentre altri 200.000 sono conteggiati come lavoratori part-time e ricevono un salario che non è proporzionato al lavoro svolto.

Dopo Natale, poi, c’è stato un incontro tra il governo e l’associazione delle banche greche con cui si è pervenuti ad una decisione importanza, con l’obiettivo di proteggere la prima casa dal pignoramento in presenza di debiti con lo Stato.  Il governo ha presentato un piano con due obiettivi:

-
La creazione di un gruppo di lavoro congiunto per la modernizzazione del diritto fallimentare e la formazione di un nuovo quadro per la protezione della prima casa, che tiene conto della decisione presa dal governo di sovvenzionare i mutuatari eleggibili, ma anche patrimoniali e di vigilanza delle banche.

- L'estensione del regime di protezione della prima casa entro la fine di febbraio, prolungamento della Legge Katseli, per creare il nuovo quadro legislativo necessario alla protezione della prima casa e per il diritto fallimentare con riguardo alle persone fisiche.

A cavallo tra i due appuntamenti elettorali, il governo lavorerà per una serie di riforme istituzionali. La revisione della costituzione, già in fieri, e l’accordo sulle relazioni tra Chiesa e Stato. All’inizio del nuovo anno, poi, si procederà ad una revisione del sistema scolastico ed universitario.

Ieri da Salonicco, Alexis Tsipras ha annunciato la fondazione di una nuova Università internazionale della Grecia, il cui quartier generale sarà a Salonicco con dipartimenti sparsi in altre città della Grecia settentrionale, tra cui, Serres, Kavala, Kilkis, Drama e Katerini. La nuova università internazionale sarà creata dalla partnership di tre istituti tecnici (quelli della Macedonia Centrale, Macedonia Orientale e Tracia) e l'Università Internazionale, sarà una grande e nuova università con lo sguardo rivolto al futuro, in ossequio alla visione di Syriza per una istruzione plurale e aperta a tutti. 

Il 2018, è un anno che si sta chiudendo in positivo per la Grecia. Nonostante tutti i media sostengano che il governo non chiuderà la sua attività politica al termine fisiologico della legislatura, nonostante i sondaggi sostengano che il leader di ND, Kyriakos Mitsotakis sia in avanti, gli obiettivi fondamentali del governo sono stati raggiunti quasi tutti.
Ma soprattutto da Atene è arrivato un messaggio forte e chiaro, in vista delle Europee.

Un fronte democratico e progressivo, che sia in grado di contrastare l’ascesa di una alleanza nera che sta facendo proseliti in Europa e che sta parlando alla pancia delle persone, come fecero Mussolini ed Hitler nella passata storia. Non abbiamo bisogno di rivedere rinascere epoche così nere e nefaste, anzi. La nostra eredità storica e politica ci impedisce di rivivere tali momenti, che oggi si ripetono in tono minore, ma che si portano dietro lo stesso portato ideologico.

Per questo motivo, serve una sinistra che sia in grado di assumersi la sua responsabilità storica, che sia pienamente collegata con il popolo del lavoro e che sappia essere uno scudo di difesa dei valori del Manifesto di Ventotene nelle sedi europee. In poche parole, c’è bisogno di una sinistra, vera ed autentica. Non raffazzonata. Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo in tale direzione. Buon 2019, di lotte a sinistra.

Di Daniela Sansone.


(30 Dicembre2006) All'alba è impiccato l’ex rais iracheno Saddam Hussein


(30 Dicembre2006) All’alba è impiccato l’ex rais iracheno Saddam Hussein. “La condanna del criminale è stata eseguita”: con queste parole, la TV di stato irachena comunica la notizia dell’esecuzione di Saddam Hussein.

Prima di diventare Presidente e Primo ministro dell'Iraq (carica che conservava dal 1979, ovvero quasi quarant’anni or sono), il dittatore arabo ha avuto una vita ribelle. Nato ad Auja il 28 aprile 1937 si dedicò presto alla politica, unendosi al ramo iracheno del partito socialista arabo (il "Bath"). Condannato a morte per un attentato al leader politico Qasim nel 1959, ripara in Siria, poi al Cairo.

Rientrato in Iraq nel 1963, è stato eletto vicesegretario del Bath nel 1964 e, grazie alle sue carismatiche doti oratorie e di organizzatore politico, diventa il protagonista della rivoluzione del 1968, tesa a rovesciare il governo in carica. I tentativi per rovesciare lo "status quo" sono molteplici ma, in particolare, Saddam prende parte a due colpi di stato, assumendo il ruolo di responsabile della sicurezza.

Il Partito Baʿth aveva un programma progressista e socialista che puntava alla modernizzazione dell'Iraq. Saddam si attenne alla linea del suo partito e proseguì le riforme modernizzatrici completando diverse riforme che per il tempo ed il luogo possono definirsi storiche: la concessione alle donne di diritti pari a quelli degli uomini, l'introduzione di un codice civile modellato su quelli dei paesi occidentali (che sostituì la Sharīʿa) e la creazione di un apparato giudiziario laico, che comportò l'abolizione delle corti islamiche.

Dopo aver modernizzato il Paese negli anni di presidenza al-Bakr principalmente grazie ai profitti derivanti dalla nazionalizzazione dell'industria petrolifera, gran parte di tali proventi confluirono negli apparati di sicurezza iracheni, responsabili della repressione di ogni opposizione interna (Hussein è sopravvissuto a numerosi colpi di Stato, tentativi di assassinio e complotti), e nell'esercito. Tuttavia, il giudizio sulla sua dittatura è da considerarsi netto: egli ordinò numerosi massacri nei confronti dei suoi oppositori, e le carceri irachene diventarono famose per la loro durezza, chi vi entrava, spesso non ne usciva vivo. Comunque, molti sostengono che invadere l’Iraq per far cadere Saddam fu un grave errore strategico.

L’occidente, capitanato da George W. Bush e sull’onda dei grammatico 11 Settembre, in realtà puntava ai giacimenti petroliferi, anche perché le inchieste hanno dimostrato un dato certo: Saddam non possedeva nessun’arma atomica, non furono trovati siti in cui si preparava e non aveva nessun’arma di distruzione dei massa. A Bush si unirono anche Blair (Inghilterra), Aznar (Spagna) e Berlusconi (Italia), che furono i principali alleati degli americani. La caduta di Saddam provocò una guerra civile tra diverse formazioni armate presenti in Iraq (sunniti contro sciiti), guerriglia che continua ancora, mentre il dittatore era sempre riuscito a mantenere l’ordine, anche con atti criminali che tutti conosciamo. In breve, in Iraq accadde qualcosa simile alla morte di Tito in Jugoslavia.

L'ex presidente iracheno fu catturato da soldati statunitensi in un villaggio nelle vicinanze di Tikrīt il 13 dicembre 2003 in un piccolo bunker scavato sottoterra durante l'Operazione Alba Rossa. Sottoposto a processo dal 19 ottobre 2005 da un tribunale iracheno assieme ad altri sette imputati, fra cui il fratellastro, tutti ex gerarchi del suo regime, per crimini contro l'umanità in relazione alla strage di Dujail del 1982 (148 sciiti uccisi), il 5 novembre 2006 fu condannato a morte per impiccagione, ignorando la sua richiesta di essere fucilato.

Il 26 dicembre 2006 la condanna fu confermata dalla Corte d'appello.

In Occidente si ebbero giudizi fortemente contrastanti. George W. Bush, presidente degli Stati Uniti, espresse la sua completa soddisfazione, definendo la sentenza «una pietra miliare sulla strada della democrazia». Al contrario i governi dei Paesi dell'Unione europea, pur approvando il verdetto di colpevolezza, ribadirono la loro contrarietà di principio alla pena capitale, incluso quello italiano: Massimo D'Alema dichiarò «Siamo contro la pena di morte sia come italiani che come europei». Molti governi europei suggerirono all'Iraq di non eseguire la sentenza, una posizione non lontana da quella russa.

Numerose e autorevoli organizzazioni umanitarie, tra le quali Amnesty International e Human Rights Watch, criticarono la condanna a morte e lo stesso svolgimento del processo, che non avrebbe sufficientemente tutelato i diritti della difesa e che sarebbe stato sottoposto a forti pressioni da parte del governo iracheno e, indirettamente, da parte dell'Amministrazione statunitense.

Vincenzo M. D'Ascanio